Lo Spazio Disney LIVE #2: anteprima
Bentornati su Lo Spazio Disney!
Domani sera sarà trasmessa – a “reti unificate” sul canale Twitch e sulla pagina Facebook di Lo Spazio Bianco – la seconda puntata di Lo Spazio Disney LIVE, la rubrica mensile di dirette streaming che si affianca a questo blog.
Ho pensato anche stavolta di pubblicare un post di anteprima per rivelare l’argomento di cui parlerò e l’ospite speciale che mi affiancherà per l’occasione.
L’appuntamento di domani sera sarà dedicato a “Le saghe di Luciano Bottaro”, riferendomi con quel termine non tanto a saghe vere e proprie – concetto che, come si vedrà durante la live, andava stretto all’autore – quanto piuttosto ai vari cicli e filoni narrativi che, per quanto discontinui e senza alcuna pretesa di continuity, hanno contraddistinto buona parte della carriera di Bottaro sia negli anni d’oro della sua attività, sia nell’ultima fase del suo lavoro, in particolare tramite l’utilizzo di personaggi ricorrenti, fossero essi comprimari o alter ego dei celebri protagonisti disneyani.
A chiacchierare insieme a me di questo argomento ci sarà Davide Del Gusto, membro di spicco del Papersera tanto nella sua forma di sito quanto in quella di Associazione Culturale.
Non credo ci sia bisogno di spiegare cosa sia il Papersera, se state leggendo queste righe: è semplicemente IL luogo virtuale per eccellenza quando si parla di fumetto Disney, a partire dal forum per arrivare al sito su cui si appoggia, fino a toccare tutte le varie emanazioni conosciute negli anni, come le attività dell’Associazione sul territorio, la presenza massiccia su tutti i principali social (degno di nota il recente gruppo Facebook) e l’annuale Premio Papersera.
Davide è uno dei membri storici di questa realtà, uno dei fondatori dell’Associazione e una delle principali firme delle recensioni di periodici che compaiono nella sezione “Edicola” del sito. Ma è anche un grande esperto ed estimatore di Luciano Bottaro, ragion per cui ho voluto coinvolgerlo in questa occasione.
Come già feci il mese scorso, non voglio però usare questo post solo per spammare l’appuntamento di domani, e lo sfrutto invece per approfondire un aspetto relativo all’argomento di puntata che probabilmente affronteremo solo in parte nella diretta: le distorsioni grafiche nelle ultime storie del maestro rapallese.
Dal momento che questo approccio estetico tocca in maniera rilevante anche diversi esempi di cui sicuramente tratteremo domani, mi concentro su due tra le ultime storie dell’autore, scollegate da qualunque filone, entrambe con esordio su I Maestri Disney Oro (forse per dare loro maggior rilievo artistico, o forse perché troppo “strane” per comparire sul Topolino di quegli anni?) e purtroppo mai ristampate da allora.
Parto dalla breve Accadde a Paperopoli (2003). Per descriverla non trovo definizione migliore di: sogno lisergico. Negli ultimi anni di produzione bottariana l’autore ha più volte costruito opere in cui la trama era un mero pretesto per mettere in scena bizzarrie grafiche, tavole allucinate e disegni dalle geometrie più fantasiose. Questa avventura è un perfetto esempio di tale assunto: Paperino esce dal proprio scantinato, nel quale si era rifugiato per dipingere in pace, e trova una Paperopoli completamente fuori da qualunque canone, nella quale gli edifici vengono scomposti in forme spigolose e sformati in dimensioni eccessive.
Non va meglio agli individui incontrati: zucche giganti e deformate, una selva di Paperini di ogni foggia e misura, i nipotini in forma di enormi palloncini che riempiono le tavole con la loro rotonda mole.
Solo nell’ultima pagina si scopre il motivo degli sconvolgimenti a cui si è assistito, ma l’impressione è che avrebbe potuto trattarsi di una qualunque motivazione. Non era quello ad interessare Bottaro, quanto piuttosto la possibilità di spingere un po’ più in là, ancora una volta, i limiti grafici dei personaggi e delle possibilità del disegno Disney.
Anche i colori hanno la loro importanza, in questo circo visivo, indicati personalmente dall’autore: il verde acido la fa da padrone nella maggioranza delle vignette, per lasciare poi posto a un leggero rosato e a un giallo pallido verso la fine. Queste tonalità, che pervadono anche lo stesso Paperino e gli altri personaggi, sono determinanti nel trasmettere le sensazioni surreali date dalla storia.
Voglio infine analizzare Zio Paperone sul trabiccolo (2007), che rappresenta l’ultima storia in assoluto realizzata da Luciano Bottaro prima della sua scomparsa (avvenuta il 25 novembre 2006).
Anche in questo caso la trama si riduce all’essenziale spinta degli eventi, che portano Paperone e Archimede in uno scenario immaginifico che rappresenta, secondo l’inventiva del fumettista ligure, un buco nero.
I limiti della fisica e della realtà vengono debitamente tralasciati, ancora più che in altre storie “spaziali” apparse negli anni su Topolino, con l’obiettivo di ottenere un inno alla fantasia libera da qualunque collegamento con la realtà.
Il trabiccolo del titolo, raffigurato come un assurdo accrocchio costituito da una catapecchia di legno fusa ad elementi meccanici rattoppati insieme alla bell’e meglio, si costituisce come ideale biglietto da visita per l’avventura in cui è pronto a trascinare il lettore: richiama infatti un po’ la TARDIS del Dottore nel serial televisivo inglese Doctor Who (in onda dal 1963 ma rilanciato per l’era moderna nel 2005) per le sue caratteristiche, mentre esteticamente può ricordare il Castello Errante di Howl dell’omonimo film d’animazione di Hayao Miyazaki del 2004.
Ma l’estro grafico dell’autore si rintraccia soprattutto nel buco nero stesso: un insieme di fasce, ellissi e spirali color violetto che, come uno strano arcobaleno, formano il tessuto di cui è composto questa realtà. Oltre all’ambientazione in sé, poi, anche le forme di vita e le costruzioni che i due protagonisti incontrano subiscono il “trattamento Bottaro”: abbiamo delle versioni spigolose di Paperone, un po’ alla Picasso, presenti come imponenti statue al centro del buco nero, mentre delle versioni distorte e gigantesche dello stesso Zione si muovono come in un grottesco incubo, ricordando direttamente le manipolazioni presenti nella sequenza degli elefanti rosa in Dumbo, terzo lungometraggio animato di Walt Disney.
Robot dall’aspetto papero e armigeri dalla testa di forma improbabile completano il quadro, insieme alla colorazione prevalentemente rossastra della maggior parte delle tavole, per un racconto in sé non memorabile ma che testimonia la vivacità artistica di Bottaro anche nei suoi ultimi mesi di vita.
Il tratto, invero, appare un po’ incerto quando si tratta di rappresentare Paperone e Archimede nel loro aspetto classico: alcune linee sono troppo spigolose e il guizzo del decennio precedente si è un po’ spento, anche per via di un’inchiostrazione forse eccessiva. Ad ogni modo niente di tragico, come esito finale; e comunque, quando si tratta di scatenarsi nelle distorsioni descritte, la matita ritrova energia e smalto.
Molte altre storie di Luciano Bottaro, dagli anni Novanta in poi, sono state contraddistinte da questo approccio astrattista ai disegni, ma in gran parte sono opere di cui parleremo durante la diretta perché appartenenti a determinati cicli.
Accadde a Paperopoli e Zio Paperone sul trabiccolo sono però degne rappresentanti della cifra stilistica del disegnatore, e la speranza è che possano essere riproposte presto ai nuovi lettori su I Grandi Classici Disney, attualmente la “casa” più idonea per ospitarle.
Sperando di avervi interessato e incuriosito, vi rimando quindi all’appuntamento di domani sera, ore 21.00, con Lo Spazio Disney LIVE: sul canale Twitch e sulla pagina Facebook di Lo Spazio Bianco.
Non mancate!
Ciao!
Domani sera spero di riuscire a seguire un po’ della live, spero di esserci.
Davide Del Gusto lo conosco grazie alle recensioni sul Papersera, sempre molto precise e gradevoli da leggere?
L’argomento è molto interessante! Adoro Bottaro e la coppia lavorativa Chendi/Bottaro mi è sempre piaciuta, già da quando ero una bambina. Tra le loro storie che mi piacciono di più con Paperino protagonista (entrambe lette dal Classico seconda serie n. 27 “Trilogia di Paperino”) sono “Paperino e l’isola del tesoro” e “Paperino e il razzo interplanetario”, di cui ho avuto il piacere di leggere il sequel “Paperino e il ritorno di Rebo” grazie alla recente ripubblicazione sui Grandi Classici di luglio. Inoltre le deformazioni stilistiche di Bottaro sono molto presenti appunto nel Ritorno di Rebo.
Per il resto, molte altre storie di Luciano Bottaro mi hanno appassionata. Spicca il ciclo di Nocciola, sia al confronto con Pippo (su tutte, “Pippo e il fantasma migratore” mi piace moltissimo, soprattutto per le gags con Ser Soldano) sia con i paperopolesi (come in “Zio Paperone e il telescrocco”, uno dei suoi capolavori a mio avviso, “Paperone e la pensione ai poveri diavoli” o “Archimede contro Nocciola”). Vale la pena citare anche le storie disegnate sui testi di Guido Martina, come “El kid pampeador”, “Paperin di Tarascona” o “Paperino e la spina di Zio Paperone”. I disegni di Bottaro infatti si sposano molto bene con le atmosfere delle storie del Professore. Ho citato giusto alcuni esempi della sterminata produzione di Bottaro, a volte autore completo e alle volte solo disegnatore, che ha segnato il panorama del Disney italiano nel corso del Novecento.
Molto interessante!
Buona serata?
Cara Korinna,
mi fa piacere dirti che quasi tutte le storie che hai nominato verranno in qualche modo trattate durante la live di domani sera 😉
Se riuscirai a seguire in diretta, inutile dire che mi farà molto piacere 😀
Ciao!
Ciao, forse stasera riesco, ma non ne sono certa.
Bene per le storie trattate: sono molto curiosa! Inoltre so che nel ciclo di Rebo rientrano anche altre due storie, “Alla ricerca del papero virtuale” e “Paperino e l’invasione di Giove”, che però non ho mai letto. Sono certa che tutto il ciclo verrà trattato, è l’unica saga bottariana che mi viene in mente, insieme al ciclo paperingio.
Buona live?