Diario di bordo #2: le letture di marzo 2017

Diario di bordo #2: le letture di marzo 2017

Nuovo episodio dedicato alle letture mensili. Rubo qualche riga di questo spazio per spiegare una insulsa novità, puramente riempitiva, che ho inserito nella colonnina laterale del blog. Plagiando malamente e ritagliando la canzone Extraterrestre di Eugenio Finardi, ho inserito un piccolo spazio fittizio in cui vengono narrate storie dallo spazio profondo, giusto per assecondare meglio il taglio di ufologia/fumetti fornito al blog. Periodicamente conto di aggiornare quello spazio e sostituire le storie con altre operazioni di taglia e cuci o brevissimi racconti inventati di sana pianta da me.
Iniziamo ora con le letture:

Bretagna di Wazem
In assoluto una delle sorprese di questo mese. Non conoscevo assolutamente Wazem e ringrazio che la Cosmo stia portando avanti questa collana di grandi maestri in edizione economica. Nonostante il formato ridotto, gli albi sono più che godibili e ben realizzati.
Wazem è un autore dimenticato e che forse si è dimenticato lui stesso, uno dei più luminosi esponenti del ristretto (ma non di poca qualità) panorama del fumetto svizzero.
Quest’opera scorre velocissima, una forsennata corsa in climax che narra di un disastro aereo e una storia di sopravvivenza fra soldati nel deserto.
Meravigliosa l’interpretazione grafica che segue due linee narrative: una in flashback, con tavole grezze e quasi solo abbozzate ed essenzialissime, a rievocare i contorni incerti di un ricordo, l’altra caratterizzata da un uso raffinatissimo di contrasti di bianco e nero netti, che rimanda ad ispirazioni della scuola sudamericana, in particolare Jose Muñoz. Piacevolissima lettura, un gioiello da riscoprire.
Per saperne di più, Ettore Gabrielli ne parla meglio e più a lungo in questo bell’articolo.

Topo Maltese – Una ballata del topo salato di Bruno Enna e Giorgio Cavazzano
Enna
e Cavazzano confezionano una buona parodia dell’originale prattiano, rendendo a pieno le ambientazioni esotiche e restando fedeli alle ricostruzioni di usi e costumi delle popolazioni indigene al cui studio Pratt era molto legato. Una parodia riuscita che ha anche una sua personalità.

E così conoscerai l’universo e gli dei di Jesse Jacobs
Opera precedente al meraviglioso Safari Honeymoon, di cui ho già parlato qui, Jacobs fornisce una sua personale interpretazione della creazione dell’universo. La narrazione è più semplice e piana e l’autore si concentra sulla costruzione di intricate strutture geometriche. Jacobs analizza il rapporto fra l’uomo in quanto tale e l’universo stesso, gettando le basi per il tema principale di Safari Honeymoon: la convivenza dell’uomo moderno con la natura e il suo pianeta.

Le lacrime della bestia di Yoshihiro Tatsumi
Secondo volume della raccolta di storie brevi di Yoshihiro Tatsumi, che si concluderà con cinque tomi.
Tatsumi prosegue il suo viaggio nei penetrali dell’animo umano, nella descrizione di individui insoddisfatti, repressi e totalmente sconfitti, che combattono ogni giorno con le proprie isterie e con una routine sempre più alienante ed innaturale. Le storie si fanno più crude e colpiscono forte lo stomaco: Tatsumi è un autore che non risparmia davvero nulla ai suoi lettori e non ha paura di sporcarsi le mani nel fango più putrido. Una schiettezza e impudicizia che difficilmente si sono mai viste nel panorama nipponico.

Uchu Kyodai #23-25 di Chuya Koyama
Una delle poche serie manga periodiche che tengo ancora con me, cerco di farne accumulare qualche volume per poi rimettermi in pari a piccoli blocchi.
Questo titolo ha una vicenda singolare in quanto a ricezione del pubblico italiano: inizialmente accolta con grande euforia, si è pian piano diffusa la convinzione che la qualità della serie vada calando.
Io continuo a trovarla una lettura leggerissima, che riesce a rilassarmi in qualsiasi situazione e regalarmi una piccola dose di positività, con la sua ironia e il focalizzarsi su vicende di poco conto della vita quotidiana dei personaggi: è impossibile non affezionarsi loro. Ad ogni modo, direi che ad occhio non manca moltissimo alle battute finali.

Kingdom #24-26 Yasuhisa Hara
Altro manga per cui vale il discorso di sopra, uno dei pochi manga (di lungo corso) che continuo a seguire con l’attesa febbrile che esca il numero successivo.
Opera ingiustamente passata in sordina, forse complice anche la sua lunghezza, Kingdom narra con precisione storica piuttosto accurata (salvo le necessarie parentesi “romanzate”) le guerre che hanno portato all’unificazione della Cina e al prevalere dello stato di Qin sui restanti regni combattenti.
Al di là della tematica – per me già di per sé interessante perché ho da sempre voluto approfondire in maniera almeno superficiale la storia cinese – la narrazione non è mai sotto tono e tiene sempre vivissima l’attenzione. La scena si svolge soprattutto sul campo di battaglia, fra scontri individuali e strategie pianificate, non mancano però gli intrighi di corte. Insomma detta così può sembrare un racconto anonimo, ma fidatevi se vi dico che è uno dei migliori manga pubblicati negli ultimi anni.

Alack Sinner #1 di Carlos Sampayo e Jose Muñoz
Seconda grande sorpresa di questo mese. Ovviamente conoscevo bene Muñoz, un po’ meno Sampayo, e avevo potuto leggere solo una storia sul vecchio volume dei classici di Repubblica: un’edizione imbarazzante con pagine sbiadite che distruggevano l’effetto dei neri pieni di Muñoz.
Al di là dei meravigliosi disegni, che han fatto scuola e continuano ad ispirare alcuni fra i più grandi fumettisti in attività, ciò che mi ha sorpreso è stato trovare delle storie attualissime, mature, un hard-boiled duro e puro come non ne leggevo da tempo.
Sono racconti episodici in cui i singoli personaggi che si avvicendano vengono mostrati in tutta la loro umanità, all’interno di un contesto di polizia corrotta che perseguita i neri (e non solo) e fra le strade dei quartieri più malfamati di New York.
Sampayo ha una “prosa” che non mi sarei mai immaginato: brillante, raffinata, intelligente, e confeziona delle storie meravigliose.
Avrò di certo scoperto l’acqua calda nel 2017, ma Alack Sinner è entrato nell’olimpo dei miei fumetti preferiti.

L’Eternauta di Hector German Oesterheld e Francisco Solano Lopez
Rilettura di un classico. Ho deciso di rituffarmi nella lettura de L’Eternauta spinto da un infinito video di 40 minuti sull’argomento trovato su You Tube (se lo cercate sarà fra i primi a comparirvi in ricerca).
Che dire, L’Eternauta è ormai un classico del fumetto argentino e non solo, una parabola fantascientifica, di quella fantascienza di denuncia fortemente radicata nel proprio contesto sociale e politico che ho da sempre adorato.
Al di là dei meravigliosi elementi sci-fi e della efficacissima riflessione sulla concezione del tempo, gli autori sfruttano l’opera per una lucida allegoria sulla instabile situazione politica del loro paese, martoriato da una sequela di colpi di stato dopo la caduta del Peronismo.
Nell’opera vengono mosse critiche al ruolo dell’esercito, alla manipolazione delle masse e all’uso deviato della tecnologia, con l’appoggio esplicito alla fazione di Arturo Frondizi, che assieme ad un ritorno successivo, proprio su una nuova storie dell’Eternauta, valsero a Hector German Oesterheld l’inimicizia del governo militare, tanto da divenire qualche anno dopo uno dei migliaia di decaparecidos vittime delle purghe politiche.

Rocky Joe #1 di Asao Takamori e Tetsuya Chiba
Altra lettura tardiva, dovuta al fatto che da tempo ormai in Italia mancava un’edizione facilmente reperibile dell’opera, Ashita no Joe è uno dei più grandi classici del genere spokon.
Ciò che da subito colpisce è il piglio inedito della serie di descrivere realtà e personaggi dei sobborghi più malfamati di un piccolo villaggio giapponese, seguendo sin dall’origine le vicende di un pugile giovane e problematico circondato da un ambiente degradato ed una situazione di assenza familiare da cui fatica ad uscire fuori. Insomma, un manga di cuore e sudore, ma anche tanta e profonda umanità.

Super Eroi Classic #1 di Stan Lee e Steve Ditko
Recupero alla leggera per via del costo irrisorio, alla fine ci ho preso la mano e ho deciso almeno per il momento di seguire le uscite di Spider-Man (non resisto alla ghiotta occasione di leggere qualche bella storia classica di Lee-Ditko) e soprattutto i Fantastici Quattro (di cui, a tener il conto, alla fine della collana si avrebbero circa settanta numeri organizzati cronologicamente, il che non è per nulla male).
Dicevo, storie classiche, scrittura densa e molto semplice, colpi di scena a suon di cazzotti e un personaggio davvero umano che ha segnato la rivoluzione della Silver Age.
Ho provato grandissimo piacere nel recuperare questi episodi, in cui bisogna aver la pazienza di seguire delle vicende che si sviluppano lentamente ma con grandi guizzi narrativi. Una lettura a cui dedicare tempo di cui sentivo la necessità.

Malloy – Gabelliere spaziale di Marco Taddei e Simone Angelini
Ho avuto modo di leggere in super-anteprima la seconda fatica di lunga durata dello squinternato dinamico duo Taddei-Angelini. È inutile nascondere come Anubi (di cui ho parlato qui) fosse stato per me un fulmine a ciel sereno e mi avesse lasciato folgorato.
Malloy non delude a sua volta le grandissime aspettative: Taddei si concentra maggiormente sullo sviluppo di una storia coerente e non frastagliata, sebbene molto articolata ed assurda, inserendo continui spunti ai limiti del grottesco e della follia. Angelini lavora con disegni più dettagliati e utilizza il colore in maniera sapiente e strumentale alla storia.
Una cavalcata bruciante che mi ha letteralmente fritto il cervello, fra porci di dimensioni siderali, vecchi bacucchi con la fissa del ping pong, donne formica e la solita immancabile e taglientissima prosa nichilista di Taddei, con i suoi soliloqui che sono cazzotti in pieno volto sferrati con la potenza di un Mike Tyson dotato di centinaia di braccia come un evoluto scarafaggio spaziale.

Hulk vol. 1 – Circolo vizioso di Peter David e Todd McFarlane
Ennesimo recupero dell’ennesima ristampa passata in sordina. L’edizione Panini dedicata alla run di Peter David e un esordiente Todd McFarlane su Hulk non ha avuto il successo che merita.
Nessuno voleva lavorare su Hulk quando la testata fu assegnata per ripiego ad un giovane Peter David non ben visto da molti colleghi della Casa delle Idee e gli fu “appioppato” un giovane disegnatore di primo pelo che poi sarebbe diventato miliardario.
Peter David è probabilmente il più grande interprete di Hulk, anche migliore dei suoi creatori, e ha dedicato una grandissima parte della propria carriera al personaggio, approfondendone la psicologia ed analizzandolo con un piglio quasi psicanalitico.
In questo primo volume c’è una grande varietà di storie, passando anche attraverso l’horror, per sfociare nella più importante, che dà nome alla raccolta: Circolo vizioso, un esempio luminoso di sceneggiatura con una narrazione su più piani che ben descrive la prigionia interiore in cui i personaggi di Bruce Banner/Hulk e di sua moglie Betty sono indissolubilmente intrappolati.

Peplum di Blutch
Un titolo attesissimo, e finalmente proposto in Italia, di uno dei più grandi autori europei, a mani basse l’uscita più ghiotta di questa prima parte dell’anno.
Blutch sfrutta il genere peplum per raccontare una storia cruda e oscura, una ricerca impossibile, un circolo vizioso che porta solo alla distruzione e all’autoannullamento, fra fascinazione dal Satyricon di Petronio e dalla migliore cinematografia di genere.
Troppo spesso rinunciamo a vivere e non riconosciamo i momenti positivi e di gioia perché siamo proiettati altrove con la mente, un richiamo sirenico che ci impedisce di vivere.
La scelta del genere è un elemento aggiunto, le ambientazioni di periferia dell’antico impero romano sono rese alla perfezione, comunicando una sorta di orrore primordiale le cui origini si perdono nei millenni.
Non mi dilungherò sui meravigliosi disegni di Blutch, essenziali sinuosi, a tratti sporchi, perché Blutch è certamente uno dei migliori disegnatori sulla piazza europea attuale. Un’occasione da non mancare.

 

Concludo con la foto di un ottimo recupero/affare:
Da molto tempo era ormai introvabile in Italia l’Animal Man di Grant Morrison. Dopo aver acquistato il primo volume (già uscito) per Lion, ho deciso di proseguire la serie nella vecchia edizione Magic Press, il cui primo volume è ormai impossibile da reperire.
Il primo volume Lion contiene i numeri 1-9, e gli altri due volumi Magic Press completano e concludono la serie proprio dal 9 in poi. Per cui alla fine della giostra si possiede la serie completa, con la differenza che anziché i 4 (o 3? non si è capito…) volumi Lion, potrete acquistare entrambi i volumi ad una cifra irrisoria:  poco meno di 8 euro l’uno, con un risparmio complessivo sull’intera serie di circa 40 euro.
Se non siete dei grandi collezionisti è un’ottima via alternativa, per non parlare del fatto che il sito in questione mi ha regalato anche un ulteriore volume di Grant Morrison del valore di circa 10 euro (a caval donato…). Potete acquistare i due volumi qui e qui.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci vediamo il prossimo mese con le novità di aprile. Buone letture a tutti.