Chi è Lo Spazio Bianco: Paolo Garrone

Chi è Lo Spazio Bianco: Paolo Garrone

Per l’appuntamento alla scoperta di chi siano veramente i collaboratori de Lo Spazio Bianco, oggi intervistiamo una nostra firma storica: Paolo Garrone.

Paolo GarroneCiao Paolo, presentati ai nostri e tuoi lettori.
Sono un vecchietto del 1967. Quindi ho un’età molto superiore alla media della nostra giovane redazione, però lo spirito e la passione sono rimasti immutati negli anni, nonostante i problemi che la vita quotidianamente ti pone innanzi senza possibilità di scelta.
In gioventù ho tentato senza successo di laurearmi in storia dell’arte, ho fatto il militare e poi ho iniziato a lavorare. Sono serenamente scapolo e senza figli. In estrema sintesi direi che è tutto qui. Ah, no: adoro i gatti, e ritengo di rispondere alla definizione di nerd non dispregiativa (sorriso e occhiolino).

Paolo fuori dal fumetto e da LSB: che altre passioni coltivi e cosa segui sulla rete?
Tante. Probabilmente troppe. Una su tutte le serie TV e i film in lingua originale (principalmente inglese, ma ogni tanto mi concedo qualche escursione in altre lingue, dove i sottotitoli mi aiutano assai di più che con il suddetto inglese). Collaboro anche con una community fra le migliori, se non la migliore (ma sono di parte), di fansubber: www.subsfcatory.it; un gruppo in cui ho molti amici (come qui, del resto) che saluto caramente.
Sono anche un wikipediano a tempo perso.

Da quanto sei dei nostri? Ti ricordi il primo pezzo?
Mi pare dal 2006. Fu curioso l’approccio, scrissi al sito per richiedere un’autorizzazione alla pubblicazione di immagini per il 24HIC versione italiana e mi rispose il Nostro Esimio Diretur (con cui poi è nata una schietta amicizia) Ettore Gabrielli, che mi propose una collaborazione. Accettai un po’ titubante, anche perché all’epoca oltretutto collaboravo già per un altro sito fumettistico, e invece eccomi ancora qua. E non ho intenzione di andar via, almeno finché dipende da me (rido).
Il primo articolo in realtà non è mai stato pubblicato perché si trattava di una brevisione di Red di Warren Ellis (sì, proprio quel fumetto da cui anni dopo han tratto il film), che non  mi ero accorto fosse già stato scritto. Il primo pubblicato davvero invece non lo ricordo, lo confesso (rimozione freudiana?).

L’articolo di cui vai più fiero?
Il prossimo. Spero e mi auspico di migliorare sempre, sia detto con la massima umiltà.

Sei oggi uno dei collaboratori da più tempo presenti su LSB: che cosa è cambiato secondo te in questi anni nel modo di fare informazione e critica fumettistica sul web e sul nostro sito in particolare?
Più che di cambiamenti veri, parlerei di naturale evoluzione. A fronte di pochi, sparuti blogger (poi arrivo anche a noi), che tentano di fare critica oggettiva e documentata si predilige invece un tipo di divulgazione prevalentemente “veloce” (oggi tutto corre come Usain Bolt) e informativa, ma priva di approfondimento. E qui arriviamo noi: Lo Spazio Bianco ha sempre creduto che il fumetto possa essere trattato criticamente come una forma d’arte, con la stessa dignità (ad esempio) della pittura, e imposta tutto il suo percorso su questa impronta. Non tutti i fumetti sono arte, più semplicemente è possibile fare arte col fumetto, essendo una forma d’espressione della creatività umana, che in quanto tale può o meno assurgere a livelli artistici. Mi piace che LSB evidenzi questo concetto e che cerchi (secondo me, riuscendo) di fare critica seria come la si fa per la musica, il cinema e altre forme d’arte.

Oltre a essere uno dei redattori de LSB, sei anche segretario dell’omonima associazione culturale nata da poco meno di un anno: cosa pensi di questa “evoluzione” spaziobianchista?
L’associazionismo, per varie ragioni, è un fenomeno in espansione. Per operare con pochi fondi nel settore culturale la scelta di fondare un’associazione è certo oculata. Adesso dobbiamo riuscire a diffonderla tra  i nostri aficionados, prima, e tra tutto il pubblico, poi. Sarebbe di giovamento sia per la critica fumettistica sia per la divulgazione culturale in generale. Penso alle potenziali, per ora solo “in fieri” purtroppo, possibilità di pubblicazioni specialistiche, ad esempio.

Mi faccio una domanda e mi do una risposta.
Concedetemi un saluto “fuori ordinanza” ai lettori nerd (v. sopra) come me: up, up and away!
Via, sempre pronti a nuove sfide, mai arrendersi. Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui.

Grazie Paolo!