
Diario di bordo #1: le letture di febbraio 2017
Inauguro la nuova rubrica, un vlog su “carta” virtuale, in cui parlo brevemente delle letture e riletture che effettuo ogni giorno, raggruppate per mese, per destare la curiosità di quegli inguaribili lettori che amano ficcanasare fra le letture altrui.
Febbraio è mese di magra per gli universitari, perché significa sessione invernale, e dunque, inevitabilmente, poco tempo a disposizione per tutto il resto. Il mese di marzo sarà certamente più ricco. Ma incominciamo pure:
Tintin nel paese dei Soviet di Hergé
Ho potuto finalmente iniziare la lettura di Tintin in occasione dell’ottima ristampa da edicola, ricchissima di redazionali ed approfondimenti. Avevo già “all’attivo” alcune storie, ma questa è un’occasione ghiotta di recupero sistematico.
In questa prima avventura è evidente l’ingenuità iniziale con cui Hergé si approccia al suo personaggio, in una prima apparizione che risale al 1930. I personaggi sono ancora poco definiti e rudi nella loro caratterizzazione grafica, la narrazione è spezzettata in una costellazione di gag e peripezie che catapultano Tintin e Milou da un incidente all’altro, e viene messa in scena una rappresentazione molto superficiale dell’allora Unione Sovietica.
Tuttavia, ho davvero amato alla follia la lettura di questo volume, ho goduto nell’ammirare il tratto ancora acerbo eppure così sicuro e fermo di Hergé, il suo uso piatto del bianco e nero (unicum nelle storie di Tintin), e la sua narrazione comica che ha il sapore dei vecchi cortometraggi muti. La bedé come oggi la conosciamo ha inizio da qui.
Gus voll. 1-4 di Christophe Blain
Non è facile definire le molteplici sensazioni provate in questa lunga cavalcata in cui mi sono letteralmente sparato tutti e 4 i volumi di Gus in unica soluzione.
Blain è certamente uno dei più grandi autori europei contemporanei, le sue storie non hanno alcuna pretesa se non l’essere genuine e intrattenere il lettore con una narrazione solidissima, a tratti comica e a tratti dolorosa, in una reinterpretazione magistrale e inedita del genere western, fra cowboy canterini, innamorati e appassionati lettori, e assalti a banche e diligenze. Un classico moderno che mi ha regalato un piacere nella lettura che solo raramente riesco a sperimentare, e che fa scuola anche per la sbalorditiva padronanza dell’autore ai disegni.
Dead Dead Demon’s Dededededestruction #1 di Inio Asano
Con Asano non ci piacciamo molto. Ho apprezzato alcune sue opere (in particolare Il campo dell’arcobaleno e Buonanotte, Punpun), e profondamente odiato altre (su tutte l’osannatissima Solanin).
Con questo primo numero ho invece avuto una positivissima impressione, addirittura più entusiastica di quella che provai all’epoca della lettura iniziale di Buonanotte, Punpun.
Asano segue le vicende quotidiane di due ragazze liceali e del loro gruppo di amiche, fra problemi familiari d’incomunicabilità ed egoismo (ormai tema ricorrente nelle sue opere), e sferzanti giochi di riflessioni sull’alienante e distratta routine che attanaglia la vita di ogni giapponese, e non solo, sullo sfondo di una gigantesca e immobile navicella aliena che ricopre il cielo di Tokyo. Un inizio sorprendente, con una narrazione raffinata e che stuzzica per la presenza di componenti fantascientifiche che lasciano presagire un approfondimento doloroso dell’animo umano, unita a una sfiziosa metanarrazione a colori di un manga per bambini che evidentemente omaggia Doraemon.
Per puro feticismo: all’acquisto (credo solo per le prime copie) viene regalata anche una meravigliosa stampa in carta porosa che ammicca alle locandine di film sci-fi in vecchio stile.
Animal Man vol. 1 di Grant Morrison e AA.VV.
Finalmente dopo più di 10 anni d’assenza editoriale in Italia colgo l’occasione per colmare questa lacuna, non con poche remore sulla scelta di RW Lion di distribuire la serie in quattro volumi anziché i tre preannunciati (e auspicabili).
Animal Man è un tassello fondamentale per la comprensione dell’intera produzione di Morrison, e si inserisce in quel periodo di revisionismo supereroistico che caratterizzò la fine degli anni ’80.
Tematiche ambientaliste, narrazione fresca e modernissima, struttura episodica che sfocia in tutta la sua potenza nel devastante #5, Il Vangelo del Coyote.
Un supereroismo maturo che mette a nudo le ambiguità del nostro rapporto con gli altri esseri viventi e il relativismo di vedute in una catena in cui tutto è vittima e carnefice. Un Morrison meno criptico che regala una scrittura brillante e sempre su livelli altissimi, fra citazionismo e perfetta unione di tempi narrativi, grafici e di scrittura. Un matrimonio felice che all’epoca riuscì solo a Watchmen e poche altre opere.
Dylan Dog #365 – Cronodramma di Carlo Ambrosini e Werther Dell’Edera
Carlo Ambrosini confeziona uno degli albi più godibili degli ultimi tempi sulla testata mensile di Dylan Dog, con una narrazione densa e ricca di riflessioni filosofiche sul concetto di tempo, e uno sviluppo della vicenda su varie linee temporali oltre a mefistofeliche presenze, ormai elementi ricorrenti nei suoi soggetti, a cui ci ha da tempo abituati. Sullo sfondo una classica storia incentrata sull’apparizione del fantasma di una bambina che dà spunto ad un’introspezione psicologica della protagonista-cliente dell’Indagatore dell’Incubo. Se da un lato Dell’Edera fornisce un’interpretazione grafica più che soddisfacente nello stile di resa di una delle linee temporali alternative della storia, nello svolgimento “canonico” della vicenda Ambrosini commette non pochi errori, con grossolane imperfezioni nei volti e negli sfondi. Nel complesso una prova di buon livello.
Corpicino di Tuono Pettinato
Un Tuono Pettinato in veste inedita e “da brividi” presenta una lucida analisi sul fenomeno mediatico che gira attorno alla cronaca nera, con tutta la macchina del giornalismo che vi ruota attorno e dell’inutile protagonismo per i famosi quindici minuti di celebrità. Sebbene Tuono affronti la sua analisi in vari punti col solito piglio epidittico e schematico, la sua non è solo una brillante ricostruzione del fenomeno socio-psicologico che sta alla base dell’ancestrale fascino che suscita l’omicidio e dell’importanza che questo evento ricopre per la comunità, ma anche una storia ben congegnata dai risvolti disturbanti che colpisce in pieno il lettore. Lo stile grafico è quello classico e cartoonesco dell’autore, che esplode per particolare efficacia nelle sequenze mute, oscure e fiabesche.
Recupero dovuto dell’opera che ha consacrato Tuono mostrando a pieno la sua vera forza narrativa.
Arma X di Barry Windsor Smith
Uno dei capisaldi della Marvel Comics dei primi anni ’90, il grande Windsor Smith interpreta le origini di Wolverine in maniera epica e struggente.
Tutto è esperimento in quest’opera: dalla scelta narrativa di portare avanti il racconto attraverso varie didascalie e dialoghi che non riguardano praticamente mai in prima persona Logan, protagonista assolutamente passivo, sino all’approfondimento psicologico meticoloso, quasi psicanalitico, del personaggio, e ai vari cliffhanger temporali che non permettono al lettore di avere certezza sulla ricostruzione della storia e lo lasciano straniato esattamente come il protagonista.
Il tutto arricchito dal maestoso tratto dell’autore, ruvido e monumentale, fonte di ispirazione inesauribile e ancora attuale.
Romeo e Giulietta di Gianni De Luca
Ennesimo grande classico che mancava nei miei scaffali, punto fondamentale della cosiddetta trilogia shakespeariana dell’autore.
Ciò che colpisce è ovviamente la prorompenza dell’innovazione grafica, con un progetto avviato da De Luca sulle pagine in costante evoluzione del Commissario Spada, e qui giunto a completamento in una perfetta contaminazione fra teatro e fumetto.
Anche la resa narrativa non è da sottovalutare, in un’opera che meraviglia sotto ogni punto di vista: nonostante la conoscessi alla perfezione e avessi letto e assistito ad interpretazioni dell’opera shakespeariana in tutte le salse, questo prezioso adattamento è riuscito a commuovermi sinceramente (sì, ho pianto come una femminuccia) e segnarmi nel profondo, amplificando a dismisura la forza iconica della vicenda di Romeo e Giulietta. Sono diventato legatissimo a questo titolo.
Dressing di Michael DeForge
Concludiamo con una rilettura. Ho riletto l’opera di esordio in Italia dell’autore canadese per scriverne una recensione, per cui non mi dilungherò.
DeForge è uno degli autori underground del momento, che ha plasmato un preciso immaginario e cambiato per sempre il panorama underground contemporaneo.
Questa raccolta di storie brevi e in continua mutazione si focalizza sui drammi dell’uomo moderno, sull’alienazione, l’incomprensibilità e la totale mancanza di punti fissi nella nostra percezione del reale. Un ottimo punto d’inizio per avvicinarsi per la prima volta all’autore.
Nei prossimi episodi proverò ad essere più sintetico. Intanto vi dò appuntamento al prossimo mese con le nuove letture e vi saluto con questo meravigliosissimo bambino appena arrivato. È bellissimo.
Davvero una bella rassegna. Mi fa piacere che anche tu caldeggi la necessità di un recupero di De Luca…
Assolutamente. Mi piange il cuore nel vedere che sia praticamente irrecuperabile ogni suo lavoro eccetto nei mercatini dell’usato o circuiti simili (anche se il mio portafoglio ringrazia per questo, perché se si sa cercare si trova tutto). Comunque la notizia “buona” è che alcuni editori stanno finalmente riscoprendo molti maestri italiani, e De Luca non fa eccezione. Vedevo che ad esempio sulla pagina fb della Cosmo molti lettori chiedevano ristampa delle sue opere!
Dopo Dino Battaglia e Sergio Toppi, che stanno finalmente godendo di una sontuosa ristampa in volumi da libreria che ne esaltano l’arte, credo che anche Gianni De Luca meriti un eguale trattamento.
Auspico un recupero sistematico della sua opera, non solo la produzione più conosciuta come possono essere la trilogia shakespeariana e il Commissario De Luca, ma anche tutte le storie disegnate per Il Vittorioso e Il Giornalino, come anche le splendide copertine da lui realizzate per Il Giornalino, per Comic Art e altre pubblicazioni.
Credo che tutta questa “pressione” e attenzione che stanno (ri)nascendo intorno a De Luca non possa che far bene a una (speriamo non tanto) futura ristampa!