“Tra le nuvole”, i classici del fumetto diventano romanzi per ragazzi
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“Tra le nuvole”, i classici del fumetto diventano romanzi per ragazzi

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Uno dei problemi, se non IL problema, del fumetto italiano odierno è la difficoltà di catturare e fidelizzare all’immaginario nostrano le nuove generazioni di lettori. Per tale ragione, è particolarmente interessante questa operazione di If Edizioni, la collana di romanzi illustrati per ragazzi Tra le nuvole, in programma per il 2025. L’opera è stata presentata a Lucca Comics and Games in questi giorni, con un promozionale in offerta gratuita allo stand dell’editrice. I personaggi iconici del fumetto italiano sono reinventati nella forma di romanzi per ragazzi rivolti a bambini della fascia di età degli 8-10 anni: la scelta, in modo logico, è quella di narrare le avventure giovanili di questi eroi, per avvicinarli maggiormente alla fascia d’età in questione.

L’operazione è affidata a un autore della solidità indiscussa come Davide Barzi, sceneggiatore del popolare che spesso si è mosso sulla linea sfumata tra letteratura e fumetto, in primis col suo monumentale adattamento del Don Camillo a fumetti, una trasposizione integrale del Mondo Piccolo di Guareschi che procede sicura dal 2010 per ReNoir Comics, e si avvia ormai al quindicesimo anno di vita editoriale.

Trovo l’idea particolarmente valida, e non potevo non parlarne in questo blog che si occupa del rapporto tra letteratura e fumetto. Innanzitutto, come detto, un progetto rivolto alla fascia di età dei “nuovi lettori” è una cosa importante nell’ambito fumettistico, anche quando, come in questo caso, si tratta di una operazione sospesa tra la letteratura disegnata e quella solo testuale.

In second’ordine, è notevole anche l’approccio di andare a recuperare dei grandi classici, di differenti gradi di vitalità, e reinventarli in una chiave che potrebbe sedurre i giovanissimi lettori. Eva Kant è la figura più nota tra quelle sottoposte a questa reinvenzione, nata nel 1962 assieme a Diabolik (delle sorelle Giussani), con cui è di fatto co-protagonista, e figura – in varie declinazioni – in realtà forse ancor più interessante per un vasto pubblico (si veda anche la preminenza dell’Eva di Miriam Leone nella serie filmica dei Manetti Bros).

Gli Aristocratici (1973) di Castelli, in forma collettiva e già pensati per un pubblico più giovane, riprendono la stessa seduzione dei “ladri gentiluomini”, un grande classico della letteratura popolare, anche per i ragazzi. Anche qui si è scelto il focus su un personaggio, e su quello femminile, una giovane Jean, rispetto alla quale le altre figure diventano comprimari.

Ancora più meritevole la ripresa de Il Maestro (1974), la figura inventata da Milani sempre per il Corrierino dei ’70, archetipo sul Corrierino del “detective dell’incubo” che sarebbe stato poi sviluppato, in Bonelli, dal Mystere di Castelli (in chiave più ironica e razionale) e soprattutto dal Dylan Dog sclaviano, in una interpretazione in grado di catturare appieno il mood degli anni ’80 e ’90. Il Maestro resta però un modello di scrittura a fumetti altissima e moderna, che merita un recupero più ampio di quello, pur meritorio, di tipo filologico, per appassionati. Il funzionamento delle serie magiche per ragazzi non è certo una novità, e l’onda lunghissima di Harry Potter dura tuttora in varie declinazioni.

Con la riscrittura di Blek Macigno della premiata squadra SGS però la sfida è forse quella più ardua e affascinante. Il personaggio, del 1954, è stato uno dei pilastri della grande stagione del fumetto italiano di massa degli anni ’50, che accompagnò il boom economico che in quegli anni costruiva le sue fondamenta con la televisione, le autostrade, i primi modelli FIAT di grande successo e il fenomeno del fumetto italiano, prevalentemente western. Blek giunse a tirature eccezionali, di 300.000 copie vendute, in una fase in cui l’attenzione critica al fumetto era minima, prima di Eco e Della Corte, tra i primi analizzatori sistematici del medium a inizio ’60 (in Italia, ma pionieristici a livello mondiale).

Il taglio adottato da Barzi è quello di una scrittura di grande freschezza, che parla a dei giovani lettori con una “alta leggibilità”, come da claim della nuova serie, senza rinunciare a una certa eleganza ironica propria dell’autore. Notevoli anche le illustrazioni di Denise Alini, che adotta un vivace stile euromanga in grado di parlare ai nuovi lettori mantenendo comunque un certo grado di fedeltà all’icona di riferimento, che viene reinventata ma non stravolta.

Insomma, nel complesso una operazione che appare ben studiata e calcolata, e che merita una particolare fiducia, forse, da parte soprattutto del mondo dei fumettofili, costituendo un buon modo per “passare la fiaccola” di una tradizione italiana che merita di essere conservata, regalando questi volumi ai giovanissimi lettori di loro conoscenza, che potrebbero rimanerne affascinati.

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