Gagarin, i Fantastici Quattro e un sogno chiamato Spazio
Oggi, come saprete, fanno esattamente 60 anni dal primo volo umano nello Spazio. Il 12 aprile 1961 Jurij Alekseevič Gagarin, il cosmonauta sovietico, divenne il primo uomo a effettuare con la navetta Vostok un volo orbitale completo attorno alla Terra.
Gli storici concordano nel ritenere che il successo epico del volo di Gagarin – un caposaldo dell’era spaziale -, impresse una svolta decisiva alla Corsa allo Spazio tra le due superpotenze. Soprattutto innescò una fortissima reazione negli USA, dove pochi mesi dopo il presidente John Fitzgerald Kennedy – in un celebre discorso – promise agli americani e al mondo la “conquista” della Luna entro la fine del decennio.
Sessant’anni dopo è, per certi versi, difficile cogliere quanto sia stato enorme l’impatto del volo di Gagarin sull’immaginario dell’epoca, ma proprio un fumetto – pubblicato appena 8 mesi dopo l’impresa spaziale sovietica – ce ne offre una immaginifica esemplificazione.
E non parlo un fumetto qualunque, ma di un racconto che è esso stesso – perdonate la retorica nerd – un piccolo caposaldo dell’immaginario pop contemporaneo. Il 1° numero de “The Fantastic Four” (i Fantastici Quattro) non rappresenta solo la prima sensazionale avventura di Mr. Fantastic, la Ragazza invisibile, la Torcia umana e la Cosa, ma anche il primo tassello del variopinto universo Marvel di supereroi problematici, allestito da Stan Lee e Jack Kirby.
Per chi non ricordasse lo spunto iniziale delle avventure del “fantastico quartetto” ha proprio a che fare con l’immaginario spaziale, allora ancora più (fanta)scientifico per il pubblico di quanto non appaia oggi. Reed Richard, Ben Grimm, Sue e Johnny Storm acquisiscono i loro incredibili poteri – collegati in modo plasticamente archetipico ai 4 elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco) – in seguito a un volo spaziale, funestato dai terribili e misteriosi “raggi cosmici”.
La cosa curiosa ed interessante è che nel definire quello che gli sceneggiatori chiamano “incidente scatenante della storia”, Stan Lee sfrutti proprio l’attualità dell’epoca, ovvero le clamorose imprese spaziali dell’Unione Sovietica!
Reed Richards & Co. allestiscono di fretta e furia, al di fuori da ogni regola, il loro volo perché hanno l’ambizione di battere – con patriottico fervore – i “Rossi” sul tempo. È Sue Storm, dotata di un bel caratterino già da ragazza prima ancora di diventare la signora Richards, a rintuzzare le remore dell’amico pilota Ben Grimm, ricordandogli esplicitamente:
“Dobbiamo correre il rischio, Ben… se non vogliamo che i Comunisti arrivino per primi!”
Nella riedizione italiana degli anni Settanta delle edizioni Corno, per la verità, la battuta è stata rieditata non so se in ossequio alla situazione politica italiana, in un più neutro:
Dobbiamo correre questo rischio o saremo battuti…
Peccato che il supereroe Gagarin, quando i Fantastici Quattro vennero pubblicati nel novembre 1961, come abbiamo visto li avesse già battuti. E malgrado il “sacrificio” del Fantastico Quartetto, nella realtà i Sovietici inflissero altri smacchi agli USA in quegli anni, mettendo in orbita anche la prima cosmonauta donna nel 1963 (Valentina Tereškova) e facendo compiere la prima “passeggiata spaziale” tra le stelle a un essere umano (Aleksej Archipovič Leonov nel 1965)…
Ma a al di là della storia dello Spazio, quello che è davvero interessante notare, in termini fumettistici, è quanto Stan Lee e Jack Kirby fossero stati abili a cogliere “lo spirito del tempo”, a far entrare la piena d’attualità del mondo nelle loro storie fantastiche. In parte il successo duraturo di Spiderman & Company è legato anche a questa incredibile sensibilità.