Chi è Lo Spazio Bianco: Giuseppe Lamola

Per il nostro appuntamento alla scoperta di chi siano veramente i collaboratori de Lo Spazio Bianco, oggi intervistiamo Giuseppe Lamola.

GL_01Ciao Giuseppe, presentati ai nostri e tuoi lettori.
Sono nato nel 1984 in un paese della provincia di Taranto (Laterza): un posto tanto piccolo da farti sentire a casa ma abbastanza grande da impedirti di fuggirne; nonostante ciò, dopo aver fatto l’università a Foggia (città con poco da offrire, ma che mi è entrata nel cuore), nel 2011 mi sono trasferito in Toscana. Il fumetto l’ho incontrato da piccolo, quando mio nonno mi regalò l’abbonamento settimanale a Topolino. Per il resto, ero parte di una famiglia di grandi lettori (tra cui un fratello che mi ha trasmesso la passione per Dylan Dog): nel 1995 ho iniziato a comprarli con regolarità e, incredibilmente, da allora non ho più smesso. Cerco di leggere tutto e farmi un’idea ad ampio spettro: “approfondisco” soprattutto i Bonelli, le graphic novel e i comics americani, mentre purtroppo non sono mai riuscito ad avvicinarmi con costanza ai manga (sigh!).

Giuseppe fuori dal fumetto e da LSB: che altre passioni coltivi e cosa segui sulla rete?
Sono un medico e non riuscirei a esercitare senza essere appassionato di ciò di cui mi occupo (riabilitazione, disabilità e neuroscienze). Poi, non leggo tanti libri quanti vorrei, ma in compenso guardo parecchie serie tv. Oltre a questo, la musica. Per un po’ di tempo, ho suonato il basso in un gruppo con alcuni cari amici del mio paese, cullando il sogno di diventare musicisti. Col nome Clear Decadence abbiamo autoprodotto tre album di genere rock/new wave (registrati artigianalmente ma con tecnologie via via sempre migliori) e ci illudevamo che la forza delle idee e delle melodie avrebbe prevalso sulla qualità del suono (non “confezionato” come la musica che ascoltiamo in radio); purtroppo, temo che il tempo ci abbia dato torto.

Da quanto sei dei nostri? Ti ricordi il primo pezzo?
Il mio primo pezzo risale al marzo 2011. È la recensione di 150° Storie d’Italia – Una comune avventura, un volume celebrativo (ma non retorico) sui 150 anni dell’unità d’Italia, con brevi racconti visti dalla prospettiva delle persone comuni piuttosto che dei grandi nomi storici.

L’articolo di cui vai più fiero?
Sicuramente sono soddisfatto per i due speciali de LSB cui ho contributo maggiormente: quello sull’esordio del Marvel NOW! e quello sui trent’anni di Martin Mystère. Ho avuto il piacere di contattare autori, intervistarli, chiedergli di realizzare illustrazioni e omaggi per il sito. In particolare per quello su MM ho intervistato il compianto Paolo Morales, a mio parere un grande narratore dal taglio molto cinematografico. Ma la più grande soddisfazione da “fan” è stata intervistare Greg Capullo!

L’articolo che vorresti scrivere e che ancora non hai fatto?
Più che un articolo su un volume specifico, mi piacerebbe redigere percorsi critici per far emergere il lavoro che c’è dietro un fumetto, concentrandomi sui tratti distintivi da cui si evince lo stile di un autore. Questo senza particolari limitazioni di genere o target, perché mi piace non trascurare niente. Sono fatto così, metto l’ultima uscita di Spider-Man sul comodino nella stessa lunga pila delle graphic novel da leggere, sempre in cerca di elementi preziosi, non solo nel volume lussuoso e cartonato di un autore tanto celebrato ma anche in tutta quella materia mainstream che molto spesso parte della critica tende a snobbare per concentrarsi altrove.

Oltre che su LSB, sei attivo anche in un’altra realtà di informazione e critica fumettistica digitale: Gli audaci. Ti va di parlarcene?
È un progetto che si regge sulla passione fumettistica. Tutto è nato da uno strano e bellissimo incrocio tra casualità e amicizia. Da qualche tempo scrivevo recensioni fumettistiche per un giornale locale, “Agorà”, redatto da un’associazione culturale esistente da oltre vent’anni. Lì il lavoro era ed è portato avanti da volontari a me molto vicini, tra cui Vitantonio Fosco (oltre a essere mio ottimo amico, è tra i maggiori talenti grafici mai visti). Fu lui a proporre e metter su materialmente la grafica del blog e la pagina fb, portati avanti, oltre che da me e lui, da Ivano Dell’Orco (il più assiduo, colto e costante del gruppo nel recensire fumetti seriali). Insieme a noi, altri collaboratori e amici pugliesi: Franco, Daniele, Manu “Gufo” e il dissacrante Silvio “Grullino”. Da oltre tre anni (il primo post risale al 20 gennaio 2012) cerchiamo di contribuire a formare una nuova concezione del fumetto. Non parteggiamo per il fumetto che rimane “nei propri spazi”, piuttosto vogliamo portare le nuvole parlanti ovunque: scuole, biblioteche, mostre. È una cosa che si sta iniziando a fare, ce ne sono tanti esempi, ma non abbastanza capillari. Vorremmo tanto impegnarci a dare al fumetto il ruolo artistico che merita: del resto, è un mezzo di comunicazione che ha contribuito, nell’ultimo secolo, all’evoluzione del linguaggio e delle arti. Eppure, al di fuori dei circuiti ultraspecializzati, se ne parla quasi sempre come roba per ragazzini. Se con un blog, con un articolo, con una visione differente, si riuscisse a convincere il più persone possibile a dare una chance a un fumetto quando entrano in libreria (così come la danno a un libro), senza troppi pregiudizi, di sicuro bisognerebbe provarci. Perché… c’è un fumetto per ognuno di noi. Basta cercarlo.