Confessioni di un lettore di fumetti digitale

Confessioni di un lettore di fumetti digitale

Fino a qualche anno fa non leggevo fumetti in digitale. Nessun problema con saggi e romanzi: a suo tempo mi procurai un e-book reader (usato!) da sfruttare in viaggio, giusto per risparmiare spazio e peso bagagli. Ma con i fumetti rimanevo ancorato al cartaceo.

Cartaceo che invadeva i miei spazi della libreria di casa, che, saturati gli scaffali, si impilava su bauli, cassapanche e comodini e che, periodicamente, trasferivo in scatoloni e sacchi a casa di mia madre. In tutta onestà, mia madre non dimostrava particolare entusiasmo per questa soluzione. E, spiace ammetterlo, in famiglia, invece di offrire solidarietà morale e ripiani di libreria, si tendeva a sottolineare come il continuo arrivo di albi, fascicoli, volumi e volumetti mettesse a dura prova le strutture di accoglienza e ne avrebbe provocato il collasso. Iniziò quindi una campagna di tipo “aiutiamoli a casa loro”, che significa “non facciamoli entrare e troviamo un posto decente ai volumi che già abbiamo”. Non sto qui a spiegarvi che, se tutti facessero così, a crollare sarebbe l’intera economia (del fumetto).

Prima confessione: leggo molto seriale, il che significa un (potenziale) flusso continuo di arrivi. E lo conservo, anche quando lì per lì mi pento della spesa dell’acquisto. Questo determina l’accumulo, poiché la mia libreria non è un territorio di passaggio, ma la destinazione definitiva per tutti questi albi in cerca di una vita migliore: e la polvere del mio piccolo studio è comunque destino migliore della distruzione al macero.

In questo scenario, il digitale si insinuò con la sua aurea di comodità e basso profilo: non occupa spazio, non accumula polvere né ti cade addosso mentre cerchi dove si è nascosto Multiversity #7 (a proposito: se qualcuno di voi ne avesse due copie, è possibile che una sia la mia: contattatemi senza esitazioni). E a quel punto, la disponibilità di un tablet 10 pollici, acquistato per altro utilizzo, fece il resto.

Iniziai quindi a vagare con fare sospettoso (e un po’ altezzoso, probabilmente) per gli store digitali ed è andata a finire che ormai ne utilizzo tre: Comixology (di Amazon), Izneo (il formato francese è quello che più soffre le ridotte dimensioni dello schermo) e Verticomics, ognuno dei quali offre oltre alle funzionalità di ricerca e acquisto, anche un’applicazione che consente di leggere albi e volumi acquistati. Uno scoglio duro da superare è stato quello della mancanza del possesso fisico dell’opera, poiché alcuni editori, fra i quali DC e Marvel, non consentono di rendere le loro opere disponibili al di fuori del reader proprietario dello store: detto altrimenti, anche se comperate un albo DC o Marvel, non potete averlo come file a se stante (Image invece lo consente e questo naturalmente aumenta la simpatia nei suoi confronti). L’altro è la perdurante sensazione di dipendere da una catena tecnologico-infrastrutturale lunga e fragile. Con il cartaceo, alla fine, si tratta di stampa su carta e ripiani, roba con la quale conviviamo da secoli e millenni e che, forse ingenuamente, tendo a dare per scontata (“ci saranno sempre”). Invece tutto ciò che rende possibile la lettura di un fumetto digitale è roba che quando ero ragazzo non esisteva proprio: ci sarà ancora quando sarò vecchio?

Certo, mancano alcuni piaceri fisici: l’odore della carta, il contatto con le pagine, l’atto stesso di sfogliare. Inoltre, come intuibile, nel caso di splash page doppie o multiple le dimensioni dello schermo sono limitanti e diminuiscono grandemente l’impatto. E infine le discussioni in fumetteria con gli altri lettori e i proprietari, che da tempo erano però diventate assai fugaci, potendo dedicare alle incursioni in fumetteria solo scampoli ritagliati da impegni di famiglia e lavoro.
Però devo anche dire che sugli store i fumetti li trovo ed evito il disappunto di scoprire che di Un anno senza te era stata ordinata una sola copia, peraltro già prenotata, e che se la voglio la devo ordinare e attendere magari un mese. Forse due.

Ulteriore confessione è che sfrutto pesantemente le offerte che gli store propongono in continuazione. Non arrivo a dire che compro solo ai saldi, ma ci siamo quasi e, per i titoli “storici” è un buon modo per costruire una biblioteca di riferimento sempre a disposizione. Le eccezioni più consistenti a questa politica dei saldi sono i debutti delle serie in USA, che da alcuni mesi seguiamo sistematicamente su lospaziobianco nella rubrica firstissue.
In casi come questo la comodità è quella di avere l’albo appena esce e quindi avere il tempo di leggerlo, meditarci, discuterne e scriverne senza andare troppo in là con i tempi redazionali. E di procurarsi fumetti che magari non saranno mai tradotti, soprattutto autoproduzioni o pubblicazioni di piccole case editrici – attenzione: anche in questi casi si parla comunque di mainstream e dintorni. Certo, in casi come Royal City di Lemire, Mr. Miracle di King e Gerads si prospetta l’acquisto del volume, ma tant’è, mi organizzerò con spazio e trasferimenti.

Discorso a parte per Marvel Unlimited, al quale sono abbonato da un paio d’anni: il servizio offre la consultazione del catalogo Marvel digitalizzato, con l’eccezione delle uscite degli ultimi (circa 6) mesi. Offre la consultazione offline di soli 12 albi per volta, ma, pensandolo come abbonamento a una biblioteca, è un ottimo strumento di consultazione e recupero di materiale storico. Ulteriore confessione: se altre case editrici offrissero un servizio simile a quel prezzo (67 €/anno!), lo sfrutterei. Il fatto che nemmeno la Distinta Concorrenza mostri interesse alcuno indica che probabilmente per l’editore non è un grande affare. Però, certo, un Bonelli Unlimited…

L’ultima confessione è che, con tutte queste comodità, soffro ancora qualche imbarazzo con il digitale. Quando scrivo di qualche opera o autore, ancora mi sento più a mio agio con albi e volumi fisici sparsi a portata di mano sul tavolo o il divano, così da poterli prendere e sfogliare. Forse quello che mi manca è l’atto fisico di spostarmi e forse questo movimento ha qualcosa a che fare con la focalizzazione e la riflessione, non so dirlo. D’altra parte, immagino possa essere un limite dell’abitudine e magari i miei colleghi più giovani non lo soffrono.

Sulla stessa linea di pensiero, mi chiedo quanto il piacere del volume e del grande formato – ah, la moda degli absolute! – sia generazionale. Cercare una tavola, una vignetta, una citazione sul digitale per me è ancora faticoso. Certo, i reader delle applicazioni e servizi nominati offrono la possibilità di vedere in un’unica schermata tutte le tavole dell’albo o volume: in questo modo è possibile ad esempio cercare i pattern di composizione grafica, ma per vedere i dettagli e mantenere la vista sinottica servirebbe un monitor da uno zilione di pollici. Come scritto sopra, però, il mio tablet ha uno schermo di 10 pollici. Ora che ci penso, forse sono 9,7.

Riferimenti
Comixology: www.comixology.eu
Europe Comics: www.europecomics.com
Izneo: www.izneo.com
Marvel Unlimited: marvel.com/comics/unlimited
Verticomics: verticomics.com