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Il caso Comicon-Boschi o dell’incomunicabilità

3 Maggio 2017
Durante i primi giorni del Napoli Comicon una domanda rimbalzava tra gli addetti ai lavori: dove è Luca Boschi? Dov’è il Direttore Culturale del festival? La risposta è arrivata il 30 Aprile, durante la cerimonia dei premi Micheluzzi, attraverso un post del blog dello stesso Boschi. Il post può essere letto a questo indirizzo: lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2017/04/30/perche-non-sono-a-napoli-comicon-2017 (N.B. il post è stato modificato rispetto alla prima versione con l’inserimento di una premessa che nulla aggiunge al corpo del testo) I punti che emergono dal testo sopra linkato sono principalmente due: la mancanza di comunicazione dell’organizzazione della manifestazione nei confronti del suo Direttore

Durante i primi giorni del Napoli Comicon una domanda rimbalzava tra gli addetti ai lavori: dove è Luca Boschi? Dov’è il Direttore Culturale del festival? La risposta è arrivata il 30 Aprile, durante la cerimonia dei premi Micheluzzi, attraverso un post del blog dello stesso Boschi. Il post può essere letto a questo indirizzo: lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2017/04/30/perche-non-sono-a-napoli-comicon-2017
(N.B. il post è stato modificato rispetto alla prima versione con l’inserimento di una premessa che nulla aggiunge al corpo del testo)

I punti che emergono dal testo sopra linkato sono principalmente due: la mancanza di comunicazione dell’organizzazione della manifestazione nei confronti del suo Direttore Culturale e la scelta di Roberto Recchioni come Magister dell’edizione 2017.

Vorrei mettere subito da parte quest’ultimo aspetto e affrancarmi dal (inevitabile) gioco delle parti che si scatena quando si mette di mezzo l’autore romano, tra detrattori di professione e fan acritici. Sicuramente dal post emerge chiaramente una scarsa stima professionale di Boschi nei confronti di Recchioni, che non viene mai nominato direttamente aumentando il peso di questo giudizio. Ma credo che non sia questo il punto fondamentale o, perlomeno, non è il punto che mi interessa sottolineare, mentre in breve questo è diventato il dito su cui molti si sono scatenati senza guardare alla luna.

Quello che secondo me è degno di rilievo piuttosto è l’atteggiamento denunciato da Boschi: secondo quanto ricostruisce nel suo post sono state prese decisioni importanti e relative al suo compito e alla sua figura senza prima consultarlo e anzi mettendolo di fronte ai fatti compiuti: dalla scelta del Magister alle tempistiche della sua comunicazione, dall’approvazione del manifesto alla scelta degli ospiti.

Bizarro by Dan Piraro

Se analizziamo le decisioni del Comicon, esse possono anche essere condivisibili nella sostanza: puntare su un Magister fortemente legato al tema scelto per l’edizione, puntare sulla sua visibilità mediatica e affidargli un ruolo a metà tra l’ospite d’onore e il direttore artistico pro-tempore, sono scelte progettuali con un senso logico e un ritorno in termini di visibilità evidente. Anche l’eventuale volontà di rivedere o sollevare Boschi dal suo incarico potrebbero rientrare nelle legittime (magari discutibili, ma legittime) decisioni che un festival con tanti anni sulle spalle può prendere nel corso della sua vita.
Quello che appare completamente sbagliato sono i modi e i silenzi di cui viene accusata da Boschi l’organizzazione del festival. Un’impressione che può emergere è che si sia voluto tenere il piede in due staffe, dando risalto alla figura del Magister ma al contempo mantenendo di facciata una figura di tradizione e comprovata affidabilità come Boschi.

Azioni che, più che figlie di errori di comunicazione, sembrano rispondere a un’intenzionalità ben precisa. Eppure credo che, al di là delle considerazioni personali, sarebbe stato possibile far coesistere Boschi e Recchioni e che i due avrebbero potuto lavorare insieme e magari giungere a qualche compromesso senza snaturare il ruolo e la sensibilità di nessuno dei due. Specie contando su una presenza forte del resto della struttura organizzativa e decisionale e in una divisione dei compiti ben chiara, cosa che appare invece essere mancata del tutto.

“See No Evil, Hear No Evil, Speak No Evil” by Brandtk

Ovviamente queste considerazioni nascono dal punto di vista parziale offerto da Luca Boschi, che negli anni si è fatto fama di persona corretta e dai toni mai fuori luogo. Proprio per questo il deluso livore che emerge dal suo messaggio suona particolarmente stupefacente.

In seguito il Comicon ha ribattuto con un comunicato stampa che però non risponde a nessuno dei punti sollevati e rimanda a confronti privati il chiarimento con il proprio (ex?) Direttore Culturale.
Da una realtà ormai così radicata e importante per il fumetto italiano ci si sarebbe aspettato forse qualcosa di più, un intervento che calmasse gli animi e chiarisse i punti poco chiari della faccenda.

Aspettando nel frattempo la seconda parte delle esternazioni di Luca Boschi annunciate in coda al suo post.

Ettore Gabrielli

Ettore Gabrielli

Classe 1977, toscano, programmatore. Ha scritto articoli per Kaos (Nexus Editrice), Rumore, Anteprima (PAN), ComicSoon (Tespi) e ComicUs.it. Nel 2009 ha pubblicato il libro-intervista Lezioni di fumetto: Corrado Mastantuono (Coniglio Editore), ristampato nel volume Cargo Team (Editoriale Cosmo). Ha co-condotto il programma radiofonico Bar Shibuya per Radio Diffusione Pistoia. Nel 2002 fonda Lo Spazio Bianco, magazine dedicato al fumetto tra i più longevi e seguiti in Italia, di cui è tuttora direttore editoriale e per cui ha scritto centinaia di articoli e condotto svariate interviste. Ha collaborato con alcune delle principali manifestazioni fumettistiche in Italia come Napoli Comicon, BilBolBul di Bologna, Treviso Comic Book Festival, Romics oltre che con realtà come Italia Wave, Fumo di China, Radio Cusano, lo Spine Temporary Small Press Bookstore di Bari e tante altre. Nel 2021 ha fatto parte della giuria dei Lucca Comics Awards.

3 Comments Lascia un commento

  1. Buongiorno a tutti, grazie, Ettore, per l’interessamento a una questione che (mi rendo conto) non poteva passare inosservata e che francamente avrei preferito tenere per me. Mi sono consultato con altri autori non presenti (e non per caso) dall’edizione 2017, che mi hanno spinto a pubblicare quello che avete letto. Dalle testimonianze di stima e dalle conferme che ho ricevuto, molte delle quali pubbliche, posso concludere di aver fatto la cosa giusta, pur con grande tristezza. Si tratta di una “verità parziale”, come ho scritto, perché ne mancano dei pezzi, che non conosco. E che, francamente, non m’interessa nemmeno conoscere, visto che i fatti e i risultati sono ciò che conta e in parte si sono già visti. Posso dire che l’azione culturale che mi interessa portare avanti non si rispecchia nell’immagine dell’edizione del Comicon appena trascorsa? Purtroppo è così. Il Magister (con quel che ne consegue), la cerimonia dei premi Micheluzzi, altre cose che taccio e che hanno portato malumori nel comitato di selezione delle nomination, il significato del poster, l’assenza di figure e sezioni per me importanti per la complessità della manifestazione. Come visitatore posso dire che tutto aveva un senso e sarebbe stato persino gradevole, ma come “direttore culturale” non mi sento di sottoscriverlo. Senza offesa per nessuno e facendo salvi i momenti “alti” di questa edizione, come la presenza di ospiti prestigiosi, da Pennac a Rosisnki. L’aggiunta iniziale al post sulla mia assenza, che viene giudicata livorosa, è stata determinata dal cortese invito all’estinzione (credo condiviso con le persone, autori e operatori) non invitati a questa edizione, a cominciare dal Magister 2016, e dagli insulti proferiti da uno sceneggiatore gggggiovanile mettendo simpaticamente in copia i miei ex colleghi di Napoli Comicon, che non hanno fatto una piega.
    Grazie a voi dello Spazio Bianco ho anche visto il comunicato stampa in cui sono citato, e che non mi era stato segnalato in precedenza.
    Tutto è chiarissimo, per quanto mi riguarda, non ci sarà nulla di pubblico (e nemmeno di privato).
    Per questa ragione, tranquillizzo chi si attende un prosieguo della mia disamina. Non ci sarà, preferisco impiegare il mio tempo (e tanto ne ho già perso in queste sciocchezze da oratorio – definizione dell’amico Francesco Artibani) in attività più proficue e, finalmente, inerenti al mondo del Fumetto. Che la tristezza infinita non sia più tale (e finisca).
    I seminatori di zizzania del web avranno in risposta le sonorità che un grande napoletano, Eduardo, ci ha insegnato a produrre con la mano e la bocca. Un caro saluto quasi a tutti e voltiamo pagina, if you want.

  2. Dalla descrizione dei fatti io non ci vedo alcuna incomunicabilità, bensì della non-comunicazione.
    La politica insegna che una fetta consistente del paese non valuta male decisioni prese dietro le quinte ed anche con una certa arroganza, quindi questo modus operandi si estende a tutti i livelli.
    Peccato, il Comicon era una gran bella realtà specchio delle tendenze del momento ma con una ferma ancora nei reali mostri sacri del fumetto che non produrranno molti click ma saranno sempre riconosciuti come tali. Spero che si possa fare un passo indietro per tenersi lontani dai soliti gruppi e gruppetti autoreferenziali. L’arte è l’arte. Il commercio e la fiera sono altro.

  3. Direi che con la risposta di Luca Boschi la questio si chiude così come è iniziata, ovvero con la totale assenza dell’Organizzazione del Comicon e con la ormai assoluta certezza che lo scenario raccontato dallo stesso purtroppo ex-Direttore artistico sia l’unico plausibile.
    Peccato.
    Un grazie a Luca Boschi per la professionalità e per l’impegno che lo ha sempre contraddistinto.

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