Chester Brown e l'amore romantico

Chester Brown e l’amore romantico

Senza titolo-1Non mi sei mai piaciuto è stato per me una rivelazione: fumetto datato ma letto solo di recente, appartiene al primo periodo di produzione di Chester Brown, ed è sostenuto da una narrazione brillante, capace di creare grande empatia nel lettore.

Brown è noto in Italia per ben altre opere (in particolare Io le pago edito da Coconino Press) forse anche complice l’ormai scarsa attenzione sulla defunta editrice Black Velvet, ma Non mi sei mai piaciuto costituisce un tassello fondamentale nella sua produzione, uno spartiacque iconico che ha influenzato per sempre grandi autori; basti pensare che uno dei più grandi debitori di quest’opera è, a sua detta, Michael DeForge.

Oltre a una peculiare struttura formale delle tavole – con una precisa disposizione delle vignette, a volte anche solo una o tre per pagina su sfondo nero, espediente utilizzato per dare importanza alle singole scene e sfruttato poi anche in opere successive – da questo lavoro si comprende soprattutto, proiettandosi verso il “futuro”, l’idea che Brown ha dei rapporti amorosi e sessuali.
Chi abbia letto solamente Io le pago e ammirato la lucidità dell’autore nel descrivere il suo rapporto con le prostitute, potrebbe probabilmente cambiare approccio dopo questa lettura.
In Non mi sei mai piaciuto vengono infatti a galla tutti i traumi giovanili di Chester, la sua incapacità nel comunicare ed esternare i propri sentimenti e le motivazioni che determinano il suo distacco da qualunque tipo di legame affettivo.
Brown non è un uomo apatico, ma una persona con evidenti problemi nel relazionarsi ed aprirsi agli altri: persino con sua madre in punto di morte. Il suo non è menefreghismo, dunque, ma una vero e proprio ostacolo.

Vignette tratte da "non mi sei mai piaciuto"

Vignette tratte da “Non mi sei mai piaciuto”

Rileggere ora la risolutezza delle argomentazioni esposte in Io le pago alla luce di questa nuova consapevolezza, fa sì che si guardi con più “diffidenza” alle sue posizioni iper-razionaliste sulle relazioni umane ivi descritte.

Certamente in Io le pago Brown mette in evidenza problemi di non poco conto e interrogativi eterni circa le relazioni amorose, proponendo soluzioni atipiche, smontando i tabù di una presunta morale che anche chi la sostiene fatica a giustificare logicamente; ma non risulta facile farle proprie o credere che queste possano avere effettivo riscontro pratico, se ad avanzarle sia stato proprio un soggetto che annaspa fortemente nel gestire persino i rapporti più radicati.

In Io le pago, interessante diario in cui l’autore documenta alcune frequentazioni con prostitute, Chester appare infatti come un uomo lucidissimo, alimentato da chiari ed incrollabili ideali, sospinti forse sino all’estremo, ragionando per passaggi logici rigorosi in terreni in cui la logica non sempre dà risposte.
Ma ogni volta che in Non mi sei mai piaciuto Chester non riesce ad esprimere chiaramente (e come vorrebbe) i propri sentimenti affettivi verso sua madre gravemente malata, oppure manchi di dire “ti amo” alla ragazza a cui tiene davvero, o eviti un contatto fisico, l’autore si allontana sempre più dalla possibilità di mostrare di avere un saldo controllo sui propri rapporti.

L’impressione è allora che Brown utilizzi i propri fumetti come una sorta di “medicina per l’anima”. La loro stesura, dei veri e propri memoir finora, non sembra davvero pensata per la fruizione di tanti, ma per un’esorcizzazione personale, per mettere su carta una determinata situazione e  poterla poi gestire e comprendere a pieno.
La carriera d’autore-autobiografo di Brown è sinora un chiaro percorso in evoluzione nell’affrontare le difficoltà della convivenza e delle relazioni interpersonali, e ne è un esempio luminoso la svolta finale in Io le pago, in cui l’autore comprende infine la nettezza delle proprie precedenti posizioni e l’errore di aver affrontato il problema in maniera così manichea; divenendo consapevole di essersi sinceramente innamorato e di desiderare un’unica donna, senza per questo implicare gli egoismi o vincoli di schiavitù che aveva fino a quel momento posto necessariamente in relazione all’amore “romantico” e monogamo.

Insomma, per una lettura più piena delle sue opere, credo sia necessario scoprire le origini dell’autore scavando nel suo passato, visto lo strettissimo collegamento fra i  fumetti prodotti e la propria vita personale, e questo non può avvenire senza la lettura della “trilogia” costituita (cronologicamente) da Il Playboy, Non mi sei mai piaciuto, e Io le pago.
Brown sta pian piano delineando un percorso di vita davvero affascinante, un autobiografismo mai sterile e in continuo progredire, accompagnato da riflessioni genuine e spesso di pancia su tematiche davvero concrete.
Probabilmente uno degli esempi del raccontare se stessi più riusciti e onesti che sia mai stato realizzato a fumetti, un faro luminoso che si distingue da questa ormai asfissiante tendenza all’autobiografismo ad ogni costo, che troppo spesso porta a risultati non genuini.

Tavola tratta da "Non mi sei mai piaciuto"

Tavola tratta da “Non mi sei mai piaciuto”