
Lucca on my mind
Il teenager è stravaccato sul letto a leggere Capitan America. In sottofondo ascolta il rombo del motore di un’astronave nella versione del fratellino rompino, alle prese con piani di invasioni spaziali via Lego.
Il padre bussa e poi fa capolino dalla porta.
Papà premuroso: “Che fai?”
Teenager stronzo, guardando di sottecchi oltre la copertina del fumetto: “….”
Papà con un sorriso: “Ah sì, vedo: leggi Superman…”
Teenager stronzo, inarcando il sopracciglio, con aria schifata: “Capitan America, veramente…”
“Capitan America ha lo scudo…. Superman il mantello!” E’ l’effetto eco di fratellino rompino.
Papà, leggermente a disagio: “Ah beh, sì… Senti… pensavo… Questo weekend c’è ‘Ponte’… Che ne diresti di un viaggetto insieme tu, io e piccoletto?”
Teenager stronzo con sguardo allarmato – un misto di ribrezzo e paura – che corre da padre premuroso a fratellino rompino: “Tre giorni insieme noi soli? Perché? Dove?”
A quel punto, il padre estrae dalla tasca un pezzetto stropicciato di giornale:
“…Beh avevo letto che a Lucca, questo weekend c’è la Fiera del fumetto… Pensavo che ti sarebbe piaciuto andarci…”
Raccontarvi la faccia del teenager stronzo a quelle parole è quasi impossibile. Quello che posso dirvi con certezza è che dopo ci sarebbero state altre Lucca e tanti altri Festival del fumetto. Ma quella edizione e quel “viaggio con papà”, il teenager stronzo non l’avrebbe più dimenticata.
Anche oggi, che l’ex teenager ha superato le quaranta primavere. Che parte della stronzaggine – spera – se ne sia andata con i brufoli e, ahimé, con la capigliatura fluente di allora. Che non divide più il tetto con il fratellino rompino. Che la sera, quando rientra a casa, trova un cucciolo d’uomo ad aspettarlo per leggere insieme Zorro di Alex Toth.
Anche oggi, ogni volta che arrivano i giorni di Lucca Comics, quello che era un teenager stronzo pensa con nostalgia a quel viaggio e alla lezione d’affetto che suo padre gli regalò.
Ci pensa e si commuove.