Jack Kirby e l’impossibile disegnato
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Jack Kirby e l’impossibile disegnato

Così come il rock ha avuto un solo indiscusso monarca, Elvis Presley, così il fumetto americano, malgrado passino le decadi e le stagioni, ricorda un solo re degno di questo titolo: Jack Kirby.

Intendiamoci: maestri ne potremmo citare a dozzine nella storia del medium, cartoonist magari più regali di Kirby nella forma o più nobili nella sostanza delle storie prodotte. Ma nessuno come “The King”, può rivendicare altrettanta sovranità espressiva sullo sterminato reame dei supereroi di carta Marvel e DC Comics.

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Il 28 agosto ricorrono i 99 anni dalla nascita di Kirby (all’anagrafe Jacob Kurtzberg) scomparso nel 1994, ma ogni anno idealmente celebrato dagli appassionati in questo periodo con la cosiddetta

Kirby Week

La #kirbyweek ricorda la regale matita (e forse anche più della matita, secondo alcuni critici) che ha dato vita a Capitan America, I Fantastici 4, I Vendicatori, Thor, Hulk, Silver Surfer… Il suo regno maestoso si estende dalla città mitologica di Asgard al Quarto mondo dei New Gods, dallo spazio siderale solcato da una tavola da surf alla psichedelica Zona negativa, abitata da maghi e demoni.

Lo confesso, ogni volta che torno a guardare una pagina di Kirby, divento il piccolo Marcel Proust davanti alle Madeleine. Perché un fumetto di “The King” colma oggi il mio occhio e sconquassa il mio stomaco, esattamente come mi accadeva da bambino, divorando gli albi dell’editrice Corno.

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La sua potenza espressiva continua a esplodermi in faccia, ogni volta che mi confronto con la più colossale delle “splash page” con il corpo dell’eroe che “mi” viene incontro, o con la più piccola delle vignette, che fatica a contenere l’energia disturbante di un occhio sgranato o di un pugno in primo piano.

Una sensazione ben descritta dallo scrittore di fumetti Ron Marz:

…Mi affascinavano in particolar modo i “Fantastici Quattro”, perché trovavo i disegni… beh, direi perché mi spaventavano. Non mi riferisco tanto all’aspetto terrificante del Dottor Destino o di Dragon Man… Parlo dello stile dei disegni stessi. Le dita quadrate, le pose torturate. Ai miei occhi di bambino, era grottesco. Ma non potevo smettere di guardarli . Ritornai su quelle pagine ancora , e poi ancora, ogni volta ne ero respinto e poi di nuovo intensamente attratto…

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Ho visto un re: Kirby e i suoi sudditi

Marz coglie il punto: l’originalità del re risiede in una espressività grottesca e debordante, straordinariamente spaventosa e straordinariamente coinvolgente allo stesso tempo.

E’ l’arte di chi ha scelto di restituire l’impossibile narrato di esseri che volano, sollevano montagne e divorano galassie, con l’impossibile disegnato di anatomie stravolte, prospettive squassate, impaginazioni abbattute.

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Ma all’interno di questo “caos organizzato“, anche nella tavola più affollata di  corpi e oggetti, di onomatopee e balloon, il lettore trova quasi sempre nella vignetta un punto d’approdo … In un altro sguardo, quello di un personaggio.

Come noi guardiamo lui, il personaggio “ci” ri-guarda. Recita le sue battute come se la pagina fosse un palcoscenico, rivolgendosi al pubblico, chiamandolo in causa direttamente.

Attraverso gli sguardi, i sudditi di carta del monarca Jack prendono vita.

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In quegli occhi sgranati sulla nostra realtà, l’impossibile disegnato di Kirby diventa terribilmente umano, perché ci accoglie dentro di sé.

Perché – lo sappiamo – quegli occhi, cosi terrificati e così terrificanti, nel nostro universo non esistono. Ma legittimano l’esistenza dell’altro universo, lì sulla pagina bidimensionale. Un mondo magico con leggi proprie, un altrove fantastico ma a suo modo “reale”… In fondo, l’ha creato un re.

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La caricatura del re qui sopra è stata realizzata da Mario Zuccarello  e la trovate, come omaggio a “The King” anche sul sito kirbymuseum.org a questo link

 

4 thoughts on “Jack Kirby e l’impossibile disegnato

  1. Salve, la caricatura che hai usato alla fine è la mia,, grazie per aver messo nero su bianco il nome del disegnatore.

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