
IL PREMIO “ARCHIMEDE” PER I GIOCHI INEDITI ASSEGNATO A VENEZIA
Ancora una volta la suspence non è proprio mancata, sintomo di una qualità dei prototipi presentati molto alta. Fino allo scrutinio dell’ultima scheda della giuria internazionale l’assegnazione del Premio Archimede 2025 per giochi inediti è stata incerta, e solo l’applauso finale del folto pubblico di appassionati ed esperti presenti nell’Aula Magna dello Iuav ha sancito l’assegnazione della vittoria,
Alla fine, tra i trenta finalisti l’ha spuntata Apnea dei trentini Flavio e Riccardo Foches, che in finale avevano portato più di un prototipo, mentre al posto d’onore, superato proprio nelle ultime tornate, Magic Mushrooms che fino all’ultimo istante ha fatto “coltivare” al suo autore, Carlo Scolari, il sogno del trionfo. A completare il podio più distante ma in testa fino all’ultimo giro di votazioni OilRock 1864 di Marco Piola Caselli.
Assegnati anche gli importanti premi collaterali, spesso a loro volta solo preambolo all’uscita effettiva dei giochi nel mercato mondiale. Premio Scienza in gioco per Constellationes di Diego Allegrini (Roma), peraltro – a far capire la qualità dei prodotti di questa edizione – nemmeno tra i trenta finalisiti. Premio QP al design per Pied Piper of Hamelin di Cielo d’oro, già vincitori dell’edizione 2023 dell’Archimede, Premio Visual Interface dell’università di Milano a Bazaar di Stefano Castelli, Premio SAZ per il migliore sviluppo a Flight of Dragons sempre di Flavio e Riccardo Foches, Premio Carta Mundi al miglior gioco di carte al vincitore Apnea e Menzione Sebastiano Izzo a Runes di Angelo Tonin. Premiate anche le scuole, con i tre primi posti di Fotonica in gioco a Eulero del liceo Orazio di Roma, Pangemonium del liceo San Benedetto di Piacenza e Scalata sociale del liceo Classico Europeo Educandato San Benedetto di Padova.
Il Comune di Venezia ha ospitato il Premio nella magnifica sala dell’Università di Architettura, e l’assessore Paola Mar ha fatto gli onori di casa: “Credo che questo sia il futuro: Venezia deve essere in grado di catalizzare il futuro, i mondi più diversi, le varie culture. L’importante è che anche chi non capisce riesca a cogliere le capacità di chi lavora in modo positivo e innovativo”.
“Un’edizione da record”, racconta Dario De Toffoli, fondatore di Studiogiochi e presidente della giuria internazionale, “Con 246 prototipi arrivati da 16 nazioni e 4 continenti e ben 26 aziende da tutto il mondo che hanno aderito alla giuria finale. Un lavoro non da poco: il bando viene promulgato con circa un anno e mezzo di anticipo sulla data della cerimonia, la giuria di selezione ha provato attentamente per oltre sei mesi tutti i prototipi arrivati e tutti hanno ricevuto un dettagliato feedback, con eventuali indicazioni per mettere a punto la loro creatura. C’è una differenza enorme fra la qualità media dei prototipi di oggi e quelli che arrivavano nei primi anni, segno inequivocabile che la cultura del gioco è cresciuta enormemente”.
Fra gli autori che sono passati ad Archimede ce ne sono parecchi che sono poi diventati famosi nel mondo ludico. Tra i nomi, Paolo Mori, Carlo Rossi, Simone Luciani (che ora è un giurato) e Daniele Tascini, per nominare solo gli italiani.
“Solo nell’edizione 2023”, spiega ancora De Toffoli, “Abbiamo firmato 14 contratti su 24 finalisti e i prodotti cominciano ad uscire. Ma nel 2025 contiamo che siano ben di più e puntiamo alle venti pubblicazioni”.
Il Premio, dedicato al grande Alex Randolph che ne è stato presidente per le prime 7 edizioni, ha finora consentito a più di 60 autori di coronare il sogno di vedere pubblicato il proprio gioco. La partecipazione (singola o di gruppo) è aperta a tutti e il Premio Archimede è riconosciuto dalla UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) per il suo valore socio-culturale e di aggregazione e inclusione; si tratta infatti di un’attività a carattere ludico-ricreativo e di promozione del diritto al gioco, per tutti e per tutte le età
