Sam Kieth è uno degli artisti più particolari che si possa ammirare sul mercato americano, un autore capace, nonostante uno stile personalissimo e di non immediata presa, di conquistare anche il pubblico mainstream, e di lavorare su testate ad ampia diffusione come Wolverine e L’uomo ragno.Con Zero Girl, l’autore conferma la sua predilezione per personaggi femminili che, pur se tra mille difficoltà, sanno trovare forza e determinazione dentro se. In questo Amy è degna erede della Julie di The Maxx (la serie Image vista da noi brevemente sul defunto Star Magazine) e della piccola e dispettosa Po della miniserie Wolverine/Hulk: la storia di Po (pubblicato dalla Panini Comics nella collana 100% Marvel). Come loro non è una persona propriamente simpatica e perfettamente inquadrata: non frequenta le sue compagne di scuola, che per questo la odiano, suo zio che le fa da confidente e consigliere è un porcellino di terra (quei piccoli insetti che si appallottolano su se stessi), e nei momenti di vergogna o imbarazzo i suoi piedi producono uno strano liquido azzurro. Durante la storia Amy imparerà a gestire i suoi bizzarri poteri basati sui cerchi e sulle rotondità, in contrapposizione ai malvagi e spigolosi quadrilateri, crudeli e violenti, in un susseguirsi di situazione assurde ed oniriche. Ma oltre a questo Zero Girl racconta l’amore tra due persone con grande differenza d’età: Amy e Tim prenderanno coscienza dei loro sentimenti, e di quanto sia difficili assecondarli sotto lo sguardo ed il giudizio del mondo esterno. La particolarità di tutto questo è il sottofondo autobiografico che Kieth stesso svela, raccontando del suo felice matrimonio con una donna di diciassette anni più grande di lui: gli imbarazzi, i dubbi e le paure di Amy, possiamo immaginare, sono stati per molti versi i suoi…
Il tratto dell’autore spicca per capacità di presa sul lettore, uno stile che libera il disegno dalle gabbie delle vignette, e che si esprime tra il grottesco, il caricaturale ed il pittorico, saltando da uno all’altro con molta libertà eppure efficacia. Perfetto contraltare del suo modo di narrare: le storie di Kieth sembrano infatti bizzarre ed oniriche favole, lunghi sogni capaci di impressionare, coinvolgere, commuovere, impaurire, far riflettere, e nelle quali i personaggi riescono a oltrepassare il confine della pagina e prendere personalità.
L’ennesima interessante proposta ad opera della Magic Press, con tanto di prefazione del “maestro” Alan Moore.
In collaborazione con ComicUs