Moreno Burattini traccia le prime pagine verso l’attesa riapparizione del nemico che più di tutti ha contribuito ad alimentare l’ascendente dello Spirito con la Scure sui suoi lettori.
L’autore si dimostra abile nel coinvolgere emotivamente il lettore, realizzando atmosfere di impalpabile inquietudine in cui il mistero dell’ignoto si unisce all’orrore di fronte a una tecnologia ostile e inumana.
Guido Nolitta dava al lettore l’impressione di poter disporre di un numero infinito di pagine. Burattini, sebbene utilizzi (con successo) la medesima calligrafia, è a disagio nel ricalcare i paciosi tempi narrativi del creatore di Zagor. Nella sua esposizione l’autore toscano propone freneticamente azioni e personaggi che riempiono in rapida successione questo inizio di storia, come in una composizione che teme l’horror vacui.
Nuove mitologie cinematografiche avanzano. Ed ecco spuntare la suggestione di Terminator che in questa prima parte risulta tanto evocativa da collocare sullo sfondo le oramai familiari figurine degli Akkroniani.
Il segno di Gallieno Ferri è diventato tanto consustanziale con le avventure di Zagor che quasi non lo si nota neppure, e questo è certamente un merito della carriera zagoriana del disegnatore. Tuttavia in questa prima parte si osservano alcune sofferenze nel tratto, accompagnate fortunatamente dalle familiari e precise caratterizzazioni dei personaggi che oramai disegna da più di cinquant’anni.
Abbiamo parlato di:
L’eredità di Hellingen
Moreno Burattini, Gallieno Ferri
Sergio Bonelli Editore, agosto 2015
98 pagine, brossurato, bianco e nero – € 3,20