Nel Giappone di un futuro distopico, l’umanità non può abitare la superficie terrestre ma è relegata a vivere in rifugi sotterranei. Il piccolo Hiro è però riuscito a fuggire e, quando viene attaccato dai vigilanti, viene soccorso da un robot vestito come un samurai.
Questo il setting strutturato da Sylvain Repos per ambientare Silenzio metallico, primo volume della serie Yojimbot, fumetto insignito ad Angoulême 2022 del Fauve des lycéens. Sarebbe in effetti complicato descrivere una sinossi più articolata, giacché Repos decide di ammantare di mistero la trama rendendola molto difficile da comprendere. Nessun personaggio ha un background, sono tutti presentati direttamente nell’azione e si fatica a risalire ai loro bisogni e alle loro motivazioni. Non aiuta neppure che i robot comunichino solo a gesti, se si escludono alcune enunciazioni del sistema operativo che rimandano alle leggi della robotica di Isaac Asimov, lasciando i balloon di dialogo riservati alle domande insistenti del piccolo Hiro, spaesato esattamente come chi legge. Nel titolo del fumetto è dunque contenuta buona parte della trama: silenzio e guardie del corpo (uno yojimbo è infatti letteralmente una guardia del corpo, una figura che nel Giappone medievale era interpretata spesso da ronin che proteggevano qualcuno dietro compenso).
Quello che aiuta moltissimo questo fumetto sono invece i disegni: il tratto di Repos è chiaro, netto e preciso, descrive in maniera egregia ambienti, personaggi e, cosa fondamentale, la loro recitazione. Le tavole del prologo sono un ottimo biglietto da visita in questo senso: mute, colme di azione, con un layout che asseconda efficacemente la dinamicità delle scene grazie a vignette dalle forme dinamiche e dalla serrata composizione, intervallate da splash e doppie utili a riprendere fiato.
Una caratteristica che permane per tutto il resto del volume, rivelandosi un tratto distintivo del fumetto, al pari dell’intelligente utilizzo del colore da parte di Tamara Álvarez Bermúdez che si distingue per tinte tendenzialmente calde e un uso azzeccato dei retini, per un risultato globale a livello di disegno in cui si fa fatica a trovare sbavature. Fa la sua parte anche la cura editoriale del brossurato con alette proposto da Renoir: il formato, la grammatura, la porosità e la tinta di base della carta sono tutti elementi che concorrono a creare infine un volume piacevole anche solo da sfogliare.
In attesa degli sviluppi dal punto di vista della trama, Yojimbot si configura come una proposta interessante, anche se per il momento il mistero che avvolge le vicende di Hiro forse è troppo fitto. Si tratta di un’arma a doppio taglio, che se da un lato può appassionare il lettore stimolandone la curiosità, grazie anche all’indubbio fascino che suscitano i robot protagonisti, dall’altro potrebbe scoraggiarlo per la mancanza di riferimenti certi in questo primo volume.
Abbiamo parlato di:
Yojimbot vol.1 – Silenzio metallico
Sylvain Repos, Noiry (Tamara Álvarez Bermúdez)
Traduzione di Giulia Beffa
ReNoir Comics, 2022
160 pagine, brossurato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788865672518