di Chris Claremont, Sean Chen e Sandu Florea
Panini Comics, ott./dic. 2006 – 48 pagg. col. bros. – 2,80euro
Dopo un avvio riflessivo il secondo volume di questa miniserie si sviluppa come un ottimamente congegnato episodio di battaglia galattica tra gli X-Men e la guardia imperiale Shìar, con Cassandra Nova a tirare le fila, senza pero’ novità degne di rilievo o spunti particolarmente originali, tali da far segnalare X-MenThe End rispetto all’abbondante produzione supereroistica. Il terzo volume, pero’, è risultato talmente sorprendente ed emozionante da farmi guardare con affetto a delle pagine che, forse, mi ero lasciato alle spalle con troppa leggerezza. Intendiamoci: anche qui niente di nuovo. Come tutti i grandi autori Claremont scrive sempre delle stesse cose, appoggiandosi ad un solido mestiere e producendo risultati inevitabilmente ondulatori all’interno di un lavoro che altro non è che seriale. Ecco quindi le solite riflessioni dell’autore sul futuro degli X-Men e della Terra tutta, e la bellissima ed inquietante confessione finale di uno Xavier riconciliato con gli aspetti più deviati del proprio sogno utopico. Nel discorso finale tenuto vent’anni dopo per la commemorazione del fondatore del gruppo, Kitty Pride fa una probabile e riassuntiva citazione da Pogo di Kelly: “Abbiamo incontrato il nemico, ed eravamo noi”.