Wonder Woman Rinascita #7: il mondo degli uomini

Wonder Woman Rinascita #7: il mondo degli uomini

Poche emozioni nel terzo capitolo di Anno Uno di Rucka e Scott, mentre su Superwoman Jimenez e Santorelli provano a coniugare azione e tensione psicologica.

Tranquilli: è solo un'amazzone arrivata su un aereo invisibile!

C'è qualcosa che non funziona, in questo terzo episodio di : Anno Uno, scritto da e illustrato da Nicola Scott (con i colori di Romulo Fajardo Jr.).

Manca qualcosa di profondo, che la precisione tecnica non riesce né a nascondere né, tantomeno, a mimare. Rucka e Scott focalizzano l'episodio sul senso di straniamento della Principessa Diana, arrivata senza preparazione alcuna nel mondo degli uomini (intesi strettamente come maschi: non a caso la prima persona di cui cerca la fiducia è il tenente Etta Candy e la prima con la quale riesce a comunicare è l'archeologa Barbara Ann Minerva).

Il disorientamento di Diana emerge tutto nei suoi sguardi e nel linguaggio del suo corpo e il ritmo della narrazione è tale da consentire di cogliere sia il senso di incredulità reciproca fra la Principessa Amazzone e i suoi ospiti/carcerieri sia i dettagli che segnano l'inizio di una fiducia (si pensi alla foto segnaletica di Diana, che abbiamo visto Trevor portare con sé in Le bugie).

Il racconto per ellissi dell'unico scontro fisico fra la Principessa e un agente di polizia, in due vignette a cavallo di due tavole (pagg. 3-4), è indicativo dell'approccio degli autori. Così, l'espressione quasi costantemente stolida di Trevor funziona come denotazione del personaggio: ricordiamoci che è un militare di carriera, presumibilmente ben ancorato al senso comune, appena reduce da un fallimento in cui non solo ha perso vari colleghi e un amico ma per il quale non è in grado di fornire un rapporto coerente ai suoi superiori. E il dispetto di Barbara Ann Minerva dice del suo carattere più di una nota psicologica. Insomma, ogni cosa è al posto giusto per confezionare una storia tranquilla dai toni sempre sobri e caratterizzata da sguardi espressivi e dialoghi pacati.

Ed è questo che non convince: troppa pacatezza. Tutto scorre senza scossa alcuna, senza strappi. Perché in fondo siamo davanti a un evento eccezionale e vedendo la tranquillità con la quale il personale della base militare l'affronta si esita a farla risalire a una profonda efficienza. Lo sguardo stupito e spaventato di Diana non riesce a reggere il peso di questo episodio.
La visita di Trevor alla famiglia dell'amico caduto non solo si tiene ben lontana dal patetico, ma risulta persino fin troppo emotivamente neutra e tutta la scena ‒ coronata dalla frase della moglie “Fa' che la sua morte, la morte di tutti loro, significhi qualcosa“, recitata con il figlio piccolo addormentato in braccio ‒ ha una retorica del tutto velleitaria. La chiusura conferma la sapienza ritmica degli autori e non resta che sperare nel seguito.

La Principessa Diana triste dietro le sbarre. Il dettaglio importante è sulla sinistra. Rinascita #7, pag. 7.

Che cosa vuole Superwoman?

Un esempio della costruzione “affollata” delle tavole di JImenez-Santorelli. Chi è Superwoman #1, pag. 5.

Di tutt'altro tono rispetto a quello di Rucka e Scott è il racconto che e Matt Santorelli (colori di Jeremy Cox) orchestrano per Chi è Superwoman. Dalla pacatezza e attenzione per le sfumature di Anno Uno, si passa all'azione spettacolare e frenetica, enfatizzata attraverso l'organizzazione delle tavole. Caratterizzate da un alto numero di vignette, queste passano dalla distribuzione in griglia rigida con dimensioni regolari a una dispersa attraverso la pagina con dimensioni variabili. A questo primo impatto visuale, segue quello trasmesso

dalle scelte cromatiche, dall'invadenza dei corpi e dallo spessore delle linee che definiscono i contorni: qui l'effetto è la rilevanza delle figure, che si staccano nettamente dallo sfondo. Leggendo, Chi è Superwoman ci racconta una Lois Lane che vuole testardamente ripercorrere il cammino di Clark Kent: per questo cerca la guida di Lana Lang, per questo si getta con ardore nell'avventura e si confronta con Lex Luthor. Il tutto davanti alla televisione, perché quello che Lois Lane cerca è un riconoscimento pubblico del proprio ruolo, che, al momento, sembrerebbe appiattito su quello di sostituto.

La rilevanza dei momenti di dialogo fra Lois Lane e Lana Lang fa sperare in una valorizzazione delle personalità e in una messa alla prova delle identità profonde delle due protagoniste ‒ spunti che in questo primo capitolo sono principalmente in carico a Lana Lang e che il colpo di scena finale sembra invece frustrare. In sintesi, Jimenez e Santorelli costruiscono un episodio ricco di stimoli e che nutre le aspettative per una vicenda che offra qualcosa di più del semplice intrattenimento.

Abbiamo parlato di:
Wonder Woman #7 ( l'uomo d'acciaio #39)
Greg Rucka, Nicola Scott (WW); Phil Jimenez, Matt Santorelli (SW)
Traduzione di
RW Lion, Aprile 2017
48 pagine, spillato, colori – 2,95 €
ISBN: 9788893516631

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