Storie di omicidi e spiriti se ne vedono tante e troppe, rendendo molto spesso lo svolgimento della trama prevedibile e noioso. è quello che deve aver pensato Nick Bertozzi nella concezione del suo libro, perché l’autore, in Chi Vuole Uccidere Picasso, si serve di questi elementi inflazionati per presentarci invece un contesto inedito ed estremamente interessante. La storia è ambientata nella Parigi del 1907, durante la nascita del cubismo. I protagonisti. , che provengono dai principali circoli artistici quel periodo, sono: Picasso e Braque in primis, ma anche Matisse, Gauguin, Apollinaire, Satie e Stein. Questo vivace gruppo si trova al centro di una serie di omicidi che stanno mettendo a rischio la vita di pittori, artisti e collezionisti d’arte a Parigi. Gertrude Stein, scrittrice di origine americana, e suo fratello Leo, critico e collezionista, riescono ad individuare un coinvolgimento nei reati di Gauguin e della sua compagna, entrambi già da tempo scomparsi. Il gruppo di artisti modernisti che ruota attorno ai due fratelli Stein sembra poi molto allarmato alla scoperta del responsabile dei delitti: una donna di colore blu, somigliante proprio alla compagna di Gauguin. Blu come l’assenzio, tanto in voga tra gli artisti del tempo, che diventa qui un filo conduttore per tutta la vicenda e fornisce per spunti per situazioni immaginarie introdotte dall’autore nel raccontare la vita di personaggi realmente esistiti. Durante lo stato di estasi indotto dall’assenzio, i nostri vivono esperienze extrasensoriali, “entrando” nei dipinti, vivendone la realtà e l’ambientazione. Dal quadro vengono perfino risucchiati col rischio di rimanervi imprigionati.
Per quanto mi riguarda, ho trovato lo svolgimento non particolarmente perspicuo, soprattutto riguardo al mistero degli omicidi e alla sua risoluzione. Tali vicende non risultano appassionare e divertire quanto le bizzarre situazioni dello strampalato gruppo di artisti, che durante le loro indagini clandestine, si muovono goffi come attori di un film muto. Bertozzi non li sceglie a caso: i personaggi di cui racconta si distinguevano all’epoca per la loro stravaganza. Sono tuttora celebri le loro imprese, come il tentativo di Apollinaire di rubare la Gioconda dal Louvre! L’autore mostra i suoi momenti migliori raffigurando Picasso e Braque in situazioni di vita quotidiana e mostrandone le conversazioni. Non mi sembra troppo azzardato suggerire un parallelismo tra l’autore e lo storico dell’arte e biografo Giorgio Vasari (1511-1574): sull’esempio del metodo adottato dall’autore delle Vite, Bertozzi racconta aneddotti e situazioni riguardanti i due artisti che sembrerebbero a prima vista insignificanti, ma che in realtà ci rivelano il pensiero dei due e la genesi delle loro teorie. Vediamo così rappresentato il primo incontro tra Braque e Ricasso, oppure in seguito li vediamo al circo, alle prese con gli schizzi dei trapezisti, che tanti artisti del tempo amavano fare. Le loro conversazioni in treno o al caffé ci mostrano anche l’evoluzione di teorie cubiste. Oppure ascoltiamo Picasso sostenere più di una volta la sua passione per i primi fumetti.
È evidente dalla parsimonia con cui sono rappresentati questi momenti la ricchezza della documentazione e l’amore per questi artisti da parte di Bertozzi. L’autore fa parlare i due, ma lo fa in modo attendibile e documentato, si spinge troppo in là, forse, solo quando cerca di ipotizzare un primato di Braque sulla concezione e teorizzazione delle tecniche cubiste. La storia dell’arte smentirebbe infatti Bertozzi, insegnandoci che i due condividevano soluzioni stilistiche e grafiche raggiungendole, pero’, partendo da presupposti teorici diversi. L’autore, invece, ci mostra un affascinante conversazione in cui Braque sembra suggerire una nuova svolta artistica a Picasso, una metafisica del’illustrazione. Picasso si appropria velocemente dell’idea e tutti sembrano riconoscergliene il primato, grazie al suo maggiore carisma. Bertozzi, rappresentando un Braque teorizzatore, ma relegato ad un ruolo minore, vuole forse dirci come spesso nell’arte (non solo grafica) i concetti originali e le idee migliori siano frutto di outsiders. Insomma Nick, oltre a dare vita a questi grandi dell’arte moderna, non si sottrae a mostrare la sua opinione su idee più generali. Dal punto di vista grafico le tecniche utilizzate in Chi Vuole Uccidere Picasso sono molto interessanti: in ogni pagina, all’interno di quattro vignette sempre della stessa misura, morbide figure sono animate da una originalissima quadricromia. Originalissima perché i quattro colori non sono mai gli stessi: mutano in funzione del momento narrato. La sera, ad esempio, acquista i toni del viola e del blu; quando i protagonisti assumono assenzio, invece, tutto si tinge di azzurro.
A prima vista potrebbe sembrare inadeguata la scelta di rappresentare le vicende di artisti innovatori ed anticonformisti racchiuse in quattro vignette di dimensione costante, senza mai introdurre un elemento grafico aggressivo. Preferirei invece pensare a queste come alla cornice di un quadro. Bertozzi può essersi dato non tanto dei limiti espressivi quanto piuttosto un area delimitata su cui agire e sperimentare, come fanno anche i personaggi della sua storia alle prese con i limiti fisici della tela. L’atmosfera divertente che pervade tutta la storia rende il titolo appetibile non soltanto per chi già conosce bene la vita e l’arte dei protagonisti. Ribadisco pero’ che difetti nell’opera ce ne sono: la trama principale zoppica, non ci rende partecipi ed interessati a quello che dovrebbe essere il filo conduttore della storia: l’enigma degli omicidi. Il lettore finisce davvero per essere più affascinato dagli intermezzi che non dalla vicenda portante. La risoluzione finale poi è semplice, quasi scontata e forse un po’ sbrigativa. Qui l’elemento fantastico prende quasi il sopravvento e sembra servire a Bertozzi per chiudere brevemente la storia con una gran sarabanda finale.
Chi Vuole Uccidere Picasso inaugura comunque benissimo l’arrivo nel mercato fumettistico della casa editrice Guanda che già da anni si era distinta nell’ambito letterario per titoli interessanti e per una grafica altrettanto curata e preziosa: si pensi alle numerose copertine ad opera di Mattotti che impreziosiscono il loro catalogo.
Riferimenti.
Guanda: www.guanda.it
Nick Bertozzi, sito ufficiale: www.nickbertozzi.com
Pablo Picasso su wikipedia italia: it.wikipedia.org/wiki/Picasso
Giorges Braque su wikipedia italia: it.wikipedia.org/wiki/Braque
Il cubismo su wikipedia italia: it.wikipedia.org/wiki/Cubismo
Vasari su wikipedia italia: it.wikipedia.org/wiki/Vasari