Voglio mangiare il tuo pancreas, un inno alla vita

Voglio mangiare il tuo pancreas, un inno alla vita

I destini di due adolescenti si incrociano casualmente, dando vita a uno speciale rapporto nell'ultima primavera della vita della protagonista. Adattamento dell’omonimo romanzo di Yoru Sumino, questo anime è è stato distribuito nelle sale italiane nel ciclo della Stagione degli Anime 2018/2019.

Voglio mangiare il tuo pancreas, adattamento dell’omonimo romanzo di Yoru Sumino, uscito in Giappone nel 2014 e in arrivo a breve nel nostro paese, è stato distribuito nelle sale italiane per soli tre giorni, inquadrato come il film conclusivo della Stagione degli Anime 2018/2019, proposta dalla collaborazione fra Nexo Digital e Dynit, che porta sui grandi schermi italiani alcuni dei più recenti successi giapponesi. Dallo stesso romanzo è stato tratto anche un manga, portato in Italia da Dynit Manga.

Il titolo è probabilmente l’aspetto più controverso dell’opera, che suscita al contempo curiosità e timore a chi non conosce la trama del romanzo, non lasciando intendere immediatamente qual è il tema affrontato. Voglio mangiare il tuo pancreas è una frase di importanza fondamentale nel corso di tutta l’opera e il suo significato viene rapidamente spiegato già nei primi minuti del lungometraggio.

La storia si apre con un’anticipazione di ciò che, inevitabilmente, accadrà: la co-protagonista del film, Sakura Yamauchi, che non risveglia negli spettatori ancora nessuna particolare emozione, è morta e il protagonista, il suo “buon amico”, è in preda a un turbinio di emozioni che non gli consentono di partecipare al funerale insieme a tutti gli altri amici e ai familiari della ragazza, che condividono collettivamente il dolore della perdita.

Ripercorrendo dunque la storia della loro amicizia tramite un lungo flashback, il protagonista rievoca il primo incontro in ospedale, dove per errore viene a conoscenza della malattia terminale della ragazza entrando in contatto con il suo personale Diario della convivenza con la malattia. Sakura, da parte sua, si mostra entusiasta ed emozionata, data la reazione alquanto innaturale del protagonista alla scoperta della sua condizione.

I due iniziano dunque a frequentarsi, nonostante personalità che sono definite agli antipodi: lei, solare e vivace, ama la vita e fare nuove esperienze, in completo disaccordo con il destino che la malattia terminale le infligge. Lui, invece, chiuso e schivo, preferisce evitare le relazioni sociali e chiudersi nel suo mondo composto quasi unicamente da libri, così da creare attorno a sé una barriera che lo protegge dal mondo esterno senza dover combattere contro le proprie insicurezze.
Il rapporto fra i due migliora man mano che l’opera avanza, sfociando in un rapporto tanto speciale quanto particolare. A tratti può anche apparire romantico mentre, in realtà, date le condizioni in cui viene a costruirsi, supera le definizioni chiuse dell’amicizia e dei fidanzamenti, in grado di migliorare sia la vita del protagonista che il tempo restante di Sakura, che ora ha trovato qualcuno a conoscenza della sua condizione con cui passare attimi di normalità.

Per quanto la storia possa sembrare banale e hollywoodianamente già vista, il tipico racconto di una storia d’amore impossibile volta solo a ottenere lacrime facili dallo spettatore, Voglio mangiare il tuo pancreas stupisce perché rappresenta un inno alla vita, che invita lo spettatore a migliorarsi e a goderla in ogni momento, proprio come fa Sakura (e come invita a fare al suo “buon amico”) che, nonostante la sua condizione, vive la vita al meglio delle sue possibilità e con grande umorismo, invece di lasciarsi abbattere dal grigio destino che la attende. La narrazione dell’opera è semplice ed elementare, permettendo così allo spettatore di capire facilmente ogni scena e rendendolo in grado di immedesimarsi nelle normali giornate dei due protagonisti, rendendolo emotivamente partecipe in tutti i loro avvenimenti, felici o tristi che siano.

Shinichiro Ushijima, al suo primo lungometraggio animato dopo una lunga carriera con le serie tv anime, ci regala un’opera in grado di emozionare senza risultare pesante. Pur non innovando particolarmente lo stile di regia giapponese utilizza con successo e maestria stili già ampiamente strutturati.

Lo Studio VOLN, anch’esso alle prese con il primo lungometraggio animato dopo aver lavorato ad alcune serie animate  – fra le quali le due stagioni di Ushio to Tora – presenta invece maggiori debolezze: tecnicamente questo film è inferiore ai due che lo hanno preceduto nella stessa Stagione (Mirai e Penguin Highway) dando l’impressione di non essere all’altezza delle aspettative di un lungometraggio, pur avendo ampiamente superato gli standard richiesti per una serie tv. Lo stesso character design, scialbo e poco accattivante, non aiuta a migliorare questa percezione. L’ambientazione è comunque di alto livello e non mancano scene mozzafiato nel colorato e luminoso scenario primaverile a cui la protagonista Sakura è molto legata.

Le musiche sono invece adatte alla situazione, mantengono viva e forte la carica emotiva, e permettono allo spettatore di sentirsi trascinato e coinvolto dal film. Per quanto invece riguarda l’edizione italiana, la mancanza di un serio lavoro sui sottotitoli (molto numerosi data la mole di mail presenti a schermo, che dal giapponese sono state giustamente tradotte in italiano, e la cui resa estetica non è quasi mai piacevole) e l’inadeguatezza a tratti del doppiaggio (soprattutto per quanto riguarda il protagonista) danneggiano la qualità dell’opera.

Pur con un finale già conosciuto sin dall’inizio, Voglio mangiare il tuo pancreas è in grado di stupire ed emozionare lo spettatore al momento della morte di Sakura. E ricordate di non interrompere la visione prima del termine dei titoli di coda.

Abbiamo parlato di:
Voglio mangiare il tuo pancreas
Regia e sceneggiatura di Shinichiro Ushijima
Soggetto originale di Yoru Sumino
Studio VOLN, 2018

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