Vertigo presenta #45

Vertigo presenta #45

autori vari Magic press - 96 pagg. col. spil. - 4,00euro

La cover Frank Quitely per Bite ClubNuovo vertiginoso appuntamento con l'ammiraglia di casa , giunta ormai al traguardo delle quarantacinque uscite (novantacinque se si conteggiano anche le cinquanta della precedente incarnazione della rivista).
Si parte con il secondo comic book (dei cinque previsti) di Fissare il muro, nuova run della serie . Ai testi l'inglese Mike Carey che, dopo un inizio incerto, ha decisamente ingranato sul personaggio dell'old bastard, regalandoci, numero dopo numero, storie ben congeniate, personaggi ottimamente caratterizzati e tanta, tanta magia. In questo numero, dopo un breve prologo introduttivo presente nello scorso Vertigo presenta, si entra nel vivo dell'azione e il gruppo di maghi riunito (ancora una volta, neanche a dirlo, con l'inganno) da Constantine dovrà fare i conti con l'avvento dell'entità maligna conosciuta con l'epiteto di Cane Ombra. La storia scorre via che è un piacere e i dialoghi, azzeccati e taglienti al punto giusto, guadagnano rapidamente anche i favori del lettore più scafato. Marcelo Frusin al tavolo da disegno, sempre più orientato verso uno stile a metà tra le pressanti consegne e una continua ricerca delle linee essenziali, carica con pastose pennellate scenario e personaggi, ombreggiando l'intero racconto con un chiaro scuro degno del miglior .

A seguire il piatto forte della rivista, nonché (per chi scrive) la miglior serie ad oggi ancora in corso di serializzazione della Vertigo: Fables, dell'affiatato duo (testi) e (matite). Si conclude lo storyarc Un amore da favola con un epilogo per molti versi intuibile nella sostanza, ma che stupisce nella forma. Ancora una volta lo scrittore/creatore della serie ci regala un episodio divertente, fresco, assolutamente imperdibile, con personaggi tridimensionali ben resi da un certosino lavoro di caratterizzazione. A chiusura delle ventidue canoniche pagine dell'episodio, un colpo di scena che porterà, ne siamo sicuri, nuovi ed interessantissimi sviluppi futuri nell'affascinante mondo di Favolandia. Da sottolineare anche l'ottima prova alle matite dell'inglese Buckingham, in questa serie all'apice creativo della sua ormai lunga carriera. Una miriade di personaggi resi intriganti su carta e uno storytelling all'apparenza compassato, ma che non disdegna continue piccole e, negli ultimi numeri, grandi soluzioni grafiche dal notevole impatto visivo, che aiutano non poco alla leggibilità delle varie scene.

separatorearticoloIl terzo serial, dopo la dipartita del lisergico The Filth, è momentaneamente occupato da Bite Club, nuova fatica che vede il duo di lunga data David Tischman ai testi (già visti all'opera, tra le altre cose, nella sfortunata serie Vertigo American Century) e il semiesordiente David Hahn ai disegni. In questo numero, il secondo dei sei previsti, gli scrittori riprendono le fila della storia, ma senza scossoni di sorta. Il giovane nuovo capofamiglia della dinastia mafioso-vampiresca dei Del Toro, designato in tale carica dallo stesso ex padre-padrino nelle sue volontà testamentarie, si ritrova a fare i conti con la sordida sorella e il resto della famiglia, non certo contenti della piega che hanno preso gli eventi. La storia è sempre eccessiva, nel senso peggiore del termine, puntando principalmente a scioccare i lettori, ma ottenendo l'inevitabile risultato opposto di apparire ai limiti del ridicolo. In questo numero, pero', i dialoghi si fanno più accettabili e i disegni del giovane Hahn aiutano, e non poco, a risollevare la mini da una mediocrità altrimenti lampante; il ragazzo non brillerà certo per uno stile originalissimo o per uno storytelling innovativo, ma si presta bene alla narrazione di questa storia, con un lavoro tutto sommato più che onorevole. Vedremo che sviluppi porterà questo fumetto nei prossimi numeri, ma la convinzione, ad oggi, è che si stia comunque parlando di un'opera mal riuscita e mediamente insufficiente.

Chiusura col botto, con l'ennesimo episodio one shot (ma solo all'apparenza; in realtà tutti i numeri della serie sono intimamente collegati tra loro, quasi a formare un lunghissimo romanzo grafico) del sempre più criptico 100 Bullets. Alla garanzia degli immaginifici e affascinanti disegni di Eduardo Risso si affianca ancora una volta la penna tagliente, ma fin troppo avara di spiegazioni, dell'americano ; vecchi personaggi tornano in scena ed altri, sempre sullo sfondo delle vicende principali, si riaffacciano alla ribalta. Una nuova proposta indecente viene fatta al fantomatico Agente Graves e un turbinio di frasi dette e non dette investono diversi characters della serie, disorientando anche il più attento lettore, come da migliore tradizione Vertigo. Ottimi come sempre anche i colori di Paticia Mulvihill (ingrato compito il suo), che riesce tutto sommato a non ammazzare più di tanto le tavole del maestro sud americano.

La cover di Dave Johnson per 100 bulletsSuggestive le cover dei quattro serial, anche se quella di Hellblazer lascia il sapore di già visto. Gustosi ed esplicativi infine, come spesso accade, l'editoriale e le note del big boss di casa Magic, , e imperdibile l'angolo curato dal buon (redattore del sito Ultrazine, nonché traduttore e curatore di varie pubblicazioni presso la Black Velvet editrice), dedicato alle interviste ai vari autori “magici”; sempre ben gestito, malgrado l'angusto spazio disponibile, interessante e stimolante. Questa volta è il turno dell'astro nascente Gene Ha, in Italia recentemente visto sulla maxiserie ABC Top Ten e prossimamente nella graphic novel The 49Ers.

Riferimenti:
Magic press – www.magicpress.it
/Vertigo – www.dccomics.com/vertigo

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