Urlo – Progenie: ricominciare a gridare

Urlo – Progenie: ricominciare a gridare

Il ritorno del mostro più orribile, spietato e violento di tutti - l’uomo - non lascia scampo a nessuno nel nuovo capitolo della saga idata da Luca Conca.

urlo coverNato come esperimento narrativo e grafico del pittore Luca Conca, basato sulle emozioni suscitate dal disegno e sull’impatto visivo piuttosto che sulla ricchezza di trama, ritornato poi alla luce nel 2021 in versione ampliata e in parte riprogettata grazie all’inserimento della sceneggiatrice Gloria Ciapponi, Urlo approda ora a una seconda uscita che ne conferma i pregi, chiarisce qualche mistero e nello stesso tempo arricchisce il racconto con nuove svolte narrative che iniziano ad ampliare l’universo creato dai due autori.

Se infatti la prima parte di Urlo si limitava a grandi linee a descrivere la fuga di un uomo catturato da degli individui amorali e dato in pasto a un mostro presumibilmente dalle origini antichissime, Progenie cerca di dar più corpo al racconto, all’ambientazione, al contesto, alle motivazioni dei folli torturatori, alle reazioni e al background delle vittime e a ciò che loro gira intorno. Il tutto immerso in una natura che – ormai marchio di fabbrica di Conca – continua ad apparire aliena, soffocante, impietosa, indifferente: un palcoscenico muto sul quale si decidono i destini di diverse specie e che diviene teatro della malvagità più terribile di tutte. Non quella del “mostro”, che in fin dei conti uccide solo per nutrirsi o per proteggere sé stesso – e che in questa nuova versione assume tratti meno spaventosi per assumere quelli leggermente rassicuranti e familiari di una creatura vagamente bovina – bensì quella dell’essere umano, che dà la morte non per necessità o sopravvivenza ma per divertimento, per soldi, o forse solo per una profonda noia esistenziale dalla quale non c’è scampo.

Alla fine del primo volume, infatti, ci era parso di capire che nella desolata campagna di una nazione senza nome ma molto simile alla nostra, in una valle appenninica abbandonata a sé stessa, sopravvivono alcuni mostri antidiluviani che si nutrono di carne. Tali esemplari sono soggiogati e tenuti in semi-cattività da alcuni bifolchi da film horror americano, che li sfruttano per mettere in scena atroci inseguimenti tra essi e i malcapitati che per caso si ritrovano a passare da quelle parti. Ma ora, in Progenie, tutto viene ampliato: i torturatori sono più di quanti credevamo, sono assolutamente amorali e anzi godono nel seviziare senza motivo chiunque capiti loro a tiro, e le vittime sono moltiplicate, così come numerosi sembrano essere anche i mostri, una colonia che forse riesce a nutrirsi e dunque a sopravvivere in quel luogo desolato solo grazie alle vittime sacrificali che le vengono offerte.

Ad aumentare– probabilmente anche grazie all’apporto della sceneggiatrice, la quale si trova qui a lavorare suurlo t1 materiale nuovo laddove nel primo volume aveva compiuto principalmente una revisione dell’episodio già edito anni prima– sono anche i dialoghi, l’azione, le svolte di trama, i colpi di scena, le comparse e sparizioni impreviste di personaggi anche importanti. La storia si fa più strutturata, diventando meno rarefatta e assumendo tratti a volte surreali, i misteri si moltiplicano e anche la componente horror viene ampliata notevolmente.

I cattivi vengono descritti infatti come creature violentissime, totalmente prive di empatia e sentimenti, storditi da un caldo onnipresente e dalla birra, interessati solo a far crescere i loro begli esemplari e a sfamarli con qualsiasi persona che cada nelle loro grinfie. Senza rimorso, senza riflessione, puntando solo a un distruttivo divertimento e a una brama di ricchezze che sembra fine a sé stessa tanto quanto le morti e le orribili torture che si susseguono. Difficile, infatti, pensare che un giorno, quando si saranno abbastanza arricchiti con i soldi e soprattutto con gli ori e i gioielli che recuperano addirittura dagli escrementi dei mostri, smetteranno di uccidere per comprarsi ad esempio una casa al mare e godersi la pensione. Quella nella quale sono immersi sembra essere la sola realtà che conoscono e che considerano, l’unico senso in un’esistenza che sembra non averne alcuno, la loro unica forma di piacere e forse di rivalsa verso un destino che li ha fatti nascere per poi abbandonarli in un nulla privo di qualsiasi prospettiva.

Ecco, dunque, scene di tortura spinte al limite e un male umano che tutto divora, che corrompe anche le vittime e non lascia scampo a nessuno. Talmente forte e invasivo che risulta presto impossibile vedere i “mostri” nelle creature bovine a due zampe, le quali in fin dei conti non fanno altro che seguire il loro istinto da predatori, in virtù del quale diventa oggetto commestibile ogni forma di vita appaia loro davanti, senza distinzione, ma soprattutto senza desiderio di far del male, torturare, umiliare.

urlo t2Il messaggio è chiaro e narrato con forza espressiva, e la sinergia tra testi e disegni evidente. Ciapponi evita di appesantire troppo la storia con lunghi dialoghi o didascalie di sorta, ma anzi ricorre spesso a una narrazione molto visiva; e Conca da parte sua – nonostante uno stile schizzato, stilizzato, che non si associa comunemente a un fumetto di avventura/horror – la sostiene con vignette ariose ma sempre cariche, semplici nella composizione ma anche ricche di contenuto e di ottime atmosfere, nonché dirette quando è necessario mostrare il sangue e l’orrore. Anche l’ambientazione gioca come sempre un ruolo molto importante ai fini della trama: non esistono praticamente scene ambientate di notte o in luoghi bui, ma anzi il male è mostrato senza l’uso di artifici, diretto ed esibito come quei boschi battuti e seccati dal sole o quelle pianure arroventate da un sole onnipresente dal quale non sembra esserci scampo.

Per tutti questi motivi Progenie si dimostra dunque un valido seguito di Urlo – Nel buio. Non si adagia su sé stesso ma sposta il suo racconto in avanti senza tradirne i presupposti e lo stile generale, muovendosi nei territori familiari e battuti del survival horror ma anche aggiungendo alcuni spunti che sembrano dirigersi verso diverse direzioni narrative. Il mistero delle due vittime identiche, ad esempio, che potrebbe suggerire qualche sorpresa, o gli indefiniti flashback… che forse potrebbero rivelarsi dei flashforward.

Progenie intrattiene nel modo giusto, incuriosisce, fa sorgere domande che spingono a voler continuare la lettura e sembra voler strutturare una trama sempre più ricca, che potrebbe riservare qualche sorpresa. Colpisce anche grazie allo stile grafico del suo autore, molto bene espresso sia nelle vignette meno importanti che nelle varie splash page di grande impatto, e si fa apprezzare anche per la confezione molto valida nella copertina efficace, nella solida cartonatura, nella carta usata e nella scelta di aggiungere allo stordente bianco e nero di Conca alcune pagine a colori che impreziosiscono il volume.

Urlo rimane un fumetto da consigliare principalmente ai conoscitori e fan dell’horror moderno, soprattutto di stampo americano, disposti a cercarne gli stilemi in un prodotto completamente italiano. Non ne resteranno delusi. 

Abbiamo parlato di:
Urlo – Progenie
Luca Conca, Gloria Ciapponi
SaldaPress, 2022
96 pagine, cartonato, bianco e nero/colori – 19,90 €
ISBN: 9788869199448

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