Undiscovered Country, fantascienza apocalittica e integrata

Undiscovered Country, fantascienza apocalittica e integrata

L’imponente quanto spettacolare manifesto fantascientifico realizzato da Scott Snyder e Charles Soule non convince al 100% per esposizione e narrazione.

UNDISCOVERED COUNTRY copertinaIn un futuro molto prossimo, l’America si è totalmente isolata dal resto del mondo e il pianeta ha un nuovo assetto geopolitico, rappresentato da due potenti alleanze atlantiche (quella Afro-Europea e quella Pan-Asiatica), entrambe impegnate nel fronteggiare senza successo una letale pandemia globale chiamata Sky, che sta portando l’umanità sull’orlo del collasso socioeconomico. Un messaggio proveniente dagli USA, il primo dopo trent’anni, riaccende la speranza per la salvezza di tutti: hanno una cura del virus e vogliono condividere con il resto del mondo, a patto che una delegazione entri in territorio americano per prenderne possesso.
Nonostante i dubbi, viene assemblata una snella task force di specialisti e scienziati per viaggiare all’interno del continente, seguendo le coordinate inviate nel messaggio. Ma appena entrati nei confini degli USA, drammatici eventi portano i membri del team a scoprire una verità inaspettata su un’America profondamente cambiata non solo a livello politico, ma anche territoriale, biologico e morfologico. Per ragioni sconosciute il paese si è trasformato in una terra aliena divisa in zone, ognuna con una propria flora e fauna, che ha generato nuove creature e nuove strutture sociali. La delegazione diplomatica si trova ben presto impegnata in una duplice missione: attraversare i territori ostili che compongono il suolo americano e sopravvivere a minacce inconcepibili.

Ancora prima che fosse distribuito il primo numero di questa serie e si potesse valutare il livello qualitativo, Undiscovered Country è stato al centro negli USA di un enorme eco mediatico, che ha contribuito a costruire un largo clima di attesa nonché di consenso anticipato: ha ricevuto una candidatura ai prestigiosi premi Eisner 2020, è stato inserito tra i bestseller del New York Times, opzionato per un adattamento cinematografico e definito l’erede della serie The Walking Dead (e non da uno qualunque ma dallo stesso Robert Kirkman). Un fenomeno, non sappiamo quanto frutto di un sapiente lavoro di marketing, che ha visto il primo ciclo narrativo della serie baciato da un alto livello di vendite e di gradimento, a dispetto di numerosi fattori sviluppati ed esposti in maniera non del tutto perfetta.
I coautori impegnati in questa ambiziosissima operazione non sono di certo gli ultimi arrivati: Scott Snyder (Batman, American Vampire) e Charles Soule (Star Wars, Daredevil, Swamp Thing) sono professionisti di indubbio mestiere, però c’è di fatto uno sfasamento tra come Undiscovered Country appare e come invece è a livello narrativo-strutturale: si presenta infatti come una proposta complessa ed estremamente ricca sul fronte degli incipit ma risulta un’operazione fredda e costruita a tavolino fin nei minimi dettagli, rivelando un uso di idee tutt’altro che originale.

UNDISCOVERED COUNTRY pagina 2Fin dalle sue prime pagine, infatti, questa serie si rivela molto derivativa su due fronti paralleli: da un lato ci sono elementi concettuali e visivi – come la dimensione apocalittica e nichilista di un mondo post moderno, con relativa dissoluzione del tessuto sociale – precedentemente già esplorata in diversi fumetti americani come DMZ e The Massive (entrambi di Brian Wood), oppure Y – The Last Man di Brian Vaughan, la britannica Tank Girl di Jamie Hewlett e Alan Martin o ancora titoli argentini come Chances di Horacio Altuna e Rifiuti di Carlos Trillo e Juan Giménez. Dall’altro c’è uno stile di narrazione modulato secondo regole ampiamente rodate di ritmo e costruzione, provenienti in parte dal moderno mondo seriale americano (un titolo su tutti: Lost) e in parte dalla cinematografia blockbuster di genere action-scifi degli ultimi 20 anni, richiamando alla mente un approccio visivo a metà strada tra il cinema di Michael Bay e Roland Emmerich, includendo anche quello anarchico e selvaggio di George Miller.

Su questo fronte, la trama appare impostata secondo una sovrapposizione di moduli narrativi con uno sviluppo sia orizzontale che verticale, ovvero il mostrare in maniera indiretta – attraverso i protagonisti – il futuro prossimo venturo che fa da sfondo alle vicende e contemporaneamente usare una struttura espositiva molto dialogata, prediligendo sequenze introspettive e di conversazione tra i vari personaggi, presentandoli al lettore tramite la tecnica del flashback e fornendogli così un progressivo background e uno spessore psicologico tra presente e passato.

Muovendosi tra fantascienza e fantapolitica, Snyder e Soule concepiscono una scrittura strettamente legata alla nostra attualità, riflettendo lo status pandemico mondiale, il sovranismo e la tendenza politica isolazionista degli americani fino ad ipotizzare le loro più estreme conseguenze. L’ambientazione frutto di queste riflessioni porta un nodo concettuale molto importante per la trama, la cui impostazione è corale, incentrata su 4-5 personaggi cardine e altrettanti satellite, i quali portano avanti dinamiche incrociate in una costruzione degli eventi dosata in maniera fin troppo precisa.

La sceneggiatura presenta infatti un avvicendamento di sviluppi in maniera non prevedibile (e questo è un bene), intrattenendo il lettore che – anche quello più smaliziato – non riesce a comprendere nel corso di questo primo arco narrativo quali siano le intenzioni degli autori e dove vogliano andare a parare, con un senso di progressiva scoperta di un’America mutante e decadente. E, su questo versante, si percepisce in maniera sottile e indiretta anche una satira contro il capitalismo egoistico americano nonché una riflessione sul progressivo degrado sociale, politico ed economico degli USA, con citazioni sardoniche nei confronti di grandi realtà commerciali come Amazon o la catena di supermercati Wallmart.

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Il problema che si riscontra durante la lettura è la sensazione di essere di fronte a un’operazione di lucido assemblaggio di più idee concettuali e narrative della fantascienza moderna, provenienti da cinema, letteratura, fumetti e videogiochi, in cui però manca il cuore: il pathos e l’emotività umana non sono rappresentate come dovrebbero, sostituite da tensione narrativa e da una fredda descrizione dei fatti. Questo fa di Undiscovered Country un’opera algida e distaccata, con una struttura fin troppo ragionata e pianificata per approfondire – almeno per ora – il lato umano della vicenda che non colpisce a livello emotivo i lettori, non messi nella condizione di empatizzare con i personaggi, tratteggiati in maniera rigida e risultanti poco naturali ed eccessivamente impostati nei propri ruoli.

Dialoghi sovracostruiti e a tratti ridondanti non aiutano poi molto la comprensione di quello che sta succedendo, anche a causa della frammentazione della trama in più tasselli narrativi che, come tanti pezzi di un puzzle, devono essere recepiti e inseriti nell’economia della storia, ma a causa anche del numero di personaggi non è facile destreggiarsi tra essi, per quanto riguarda i relativi ruoli, caratteri e motivazioni. Da questo punto di vista la lettura della prima parte del volume può apparire tanto intrigante quanto impegnativa, con un impianto espositivo che fa continui balzi in avanti e indietro nel tempo, rischiando di sfibrare chi legge.

Per quanto riguarda il lato artistico, la complessa costruzione di concetti alla base della trama principale (elementi esoterici mescolati a teorie fantascientifiche) si riflette anche nelle matite di Giuseppe Camuncoli che, coadiuvato da Daniele Orlandini e Leonardo Macello Grassi, realizza un lavoro sostanzioso e ben raccordato, frutto di una corposa documentazione e ricerca di elementi grafici per illustrare un’atmosfera di decadenza post industriale che rimanda apertamente ad ambientazioni fantascientifiche post-apocalittiche riconducibili a quelle dei film di Mad Max o di videogiochi come Destiny e Borderlands.
E se l’impostazione della pagina risulta convenzionale nella progressione delle vignette, i disegni pieni di dettagli fanno la differenza, costituendo un impianto visivo ricchissimo che richiama alla mente anche le atmosfere e le influenze storiche del fumetto scifi francese rappresentato dal gruppo Les Humanoïdes Associés e dalla loro rivista Metal Hurlant. La performance di Camuncoli & co., rafforzata anche dai colori luminosi di Matt Wilson, raggiunge un livello notevole, di grande impatto visivo e anche evocativo, con un’impressionante mole di elementi che caratterizzano e arricchiscono in maniera decisiva gli aspetti del mondo nel quale si muove la storia che, in sé, appare giocata su meccaniche narrative fin troppo abusate, sia nei comics che in altri mass media di intrattenimento.

Abbiamo parlato di:
Undiscovered Country Vol.1: Destino
Scott Snyder, Charles Soule, Giuseppe Camuncoli, Daniele Orlandini, Leonardo Macello Grassi, Matt Wilson
Traduzione di Stefano Menchetti
saldaPress, 2020
176 pagine, cartonato, a colori, € 19.90
ISBN: 9788869198007

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