Il 5 luglio 2018 il cartoonist Bill Watterson compie 60 anni e per l'occasione abbiamo chiesto al blogger e giornalista Antonio Russo, “wattersoniano doc”, di raccontarci undici temi ricorrenti della celeberrima strip di Watterson Calvin e Hobbes, un “must” per qualsiasi appassionato di buon fumetto.
Pubblicate tra il 1985 e il 1995 in oltre duemila giornali di tutto il mondo, e da anni stabilmente citate tra i modelli più popolari, apprezzati e studiati nella storia delle strisce a fumetti, Calvin e Hobbes racconta le vicende quotidiane di un bambino dotato di una fantasia straripante, Calvin, e del suo tigrotto di pezza, Hobbes, che soltanto agli occhi di Calvin si comporta come un essere umano. È uno schema relativamente semplice e molto collaudato in varie forme da almeno due decenni, con esempi di successo anche tra i cartoni animati e le serie televisive (Wilfred, per esempio). Ma c'è uno “scarto” tra Calvin e Hobbes ed altri esempi che utilizzano quell'espediente, un'impressione costante che in quella premessa non si esaurisca mai il senso delle strisce e che quell'impianto narrativo – Hobbes è solo un giocattolo per chiunque fuorché Calvin – non sia un pretesto per generare una serie di gag ma una conseguenza quasi naturale. Hobbes è un essere reso vivente dalla sconfinata fantasia di Calvin come ogni altro elemento presente nelle sue giornate.
Calvin e Hobbes è anche il risultato di una serie di decisioni esplicite del suo autore, peraltro ribadite nel corso degli anni, che hanno contribuito a rafforzarne uno status quasi mitologico. È una striscia a fumetti e basta, tanto per chiarire subito la decisione di Watterson più conosciuta e radicale. Come noto ai numerosissimi cultori delle strisce, la cessione delle licenze è stata sempre negata da Watterson per impedire la produzione di oggetti commerciali diversi dall'unico mezzo per cui Calvin e Hobbes era stato pensato: le strisce a fumetti. Scrive Watterson nella raccolta Dieci anni di Calvin e Hobbes (pubblicata nel 1995 ed edita in Italia da Franco Cosimo Panini):
“Non voglio che uno studio d'animazione dia a Hobbes la voce di un attore, non voglio che un'azienda di biglietti usi Calvin per augurare buon anniversario e non voglio che la realtà fisica di Hobbes venga stabilita da un fabbricante di bambole. Quando tutto quello che c'è di magico viene trasformato in qualcosa da vendere, il mondo del fumetto ne viene sminuito. Calvin e Hobbes è stato progettato per essere un fumetto ed è tutto quello che voglio che sia. È l'unico posto al mondo in cui tutto funziona come intendo io”.
Ci sono numerosi temi ricorrenti, in Calvin e Hobbes, e ogni tema funziona come un “varco” per qualsiasi lettore, anche gli ultimi arrivati e quelli sprovvisti di conoscenze approfondite dell'opera di Watterson. È un altro dei pregi di queste strisce, quello di essere “accessibili” nel senso più giornalistico del termine: non occorre saperla lunga su Calvin e Hobbes per capire e godersi Calvin e Hobbes. Basta avere un'idea anche soltanto vaga di come funzioni la testa di un bambino e quella del bambino presente in ogni adulto.
Dinosauri
La passione di Calvin per i dinosauri, solo una tra le molteplici, è tra quelle che occupano più spazio nella sua prodigiosa immaginazione. In pratica non esiste circostanza in cui Calvin non riesca a inserire di riffa o di raffa un riferimento ai dinosauri e trasformare la realtà in chiave preistorica. Nella raccolta Dieci anni di Calvin e Hobbes, Bill Watterson attribuisce la frequenza di disegni con i dinosauri a un suo passato interesse per la paleontologia, ripreso in età adulta per la necessità di Watterson di variare gli ambienti delle strisce (e delle tavole domenicali, in cui lo spazio a disposizione era ancora maggiore).
Sebbene nelle strisce non manchino riferimenti a pterosauri e triceratopi, i preferiti di Calvin sono di gran lunga i tirannosauri, evidentemente la famiglia di predatori cretacei in cui lui trovi riflessa in modo più preciso e appropriato la sua naturale inclinazione alla devastazione. È stato calcolato – ma sul serio – che nel corso di dieci anni di strisce a fumetti Calvin abbia causato danni per un totale di circa 16 mila dollari, tra danneggiamento di mobili e tappezzeria, allagamenti della casa e quant'altro.
Sorveglianza
Rosalyn è la ragazza che si occupa di Calvin quando i suoi genitori si concedono una serata fuori casa. Si intuisce che non sia una vera e propria baby-sitter dal fatto che è una ragazza abbastanza giovane, che cerca più che altro di guadagnare qualche soldo per mantenersi gli studi (si porta spesso i libri dietro, a casa di Calvin). Alla retribuzione standard si aggiunge spesso qualche soldo extra, dato che alla fine di serate particolarmente impegnative – tutte – Rosalyn alza di volta in volta le richieste economiche. Si deduce che non sia una baby-sitter a tempo pieno anche dal fatto che l'esistenza di un bambino come Calvin la farebbe in ogni caso desistere dal voler fare seriamente un lavoro del genere.
Calvin ha una gran paura di Rosalyn, per via della severità e della scarsissima propensione di lei alla complicità e al compromesso: se c'è lei, lui finisce al letto per le otto e mezza, senz'appello, quando gli dice bene. È convinto che Rosalyn sia un barracuda travestito da ragazza, e in qualche striscia capita che si intrometta nelle telefonate tra lei e il suo fidanzato, mettendo in guardia anche lui sul fatto del barracuda. Non che Calvin faccia molto per farsi apprezzare da Rosalyn: anche quando non la chiude fuori di casa o non la scredita al telefono con il fidanzato, proprio non gli riesce di provare a essere quantomeno gentile con lei.
Pupazzi di neve
Bill Watterson è cresciuto a Chagrin Falls, un piccolo comune di circa 4 mila abitanti nella contea di Cuyahoga, nel nord dell'Ohio. Sua madre e suo padre, un avvocato specializzato in brevetti, si erano trasferiti lì da Washington D.C. quando Bill aveva sei anni. Chagrin Falls è un posto in cui nevica ogni anno e le temperature invernali scendono spesso sotto lo zero, e si capisce che si tratta di un contesto molto familiare all'autore di Calvin e Hobbes a giudicare dalle ambientazioni delle strisce. Calvin ama trascorrere molto tempo fuori soprattutto d'inverno (in estate preferisce restare in casa a “rimbambirsi” di tv, dice lui). La sua principale fonte di attrazione invernale non sono tanto le battaglie a palle di neve – Calvin è un tipo molto poco competitivo – ma la possibilità di assecondare certe sue attitudini spiritose costruendo pupazzi di neve in pose macabre e bizzarre.
Avviene spesso in strisce composte da una vignetta unica, più adatte a contenere il prodotto finale delle elaborazioni perverse di Calvin, e spesso l'autore delle opere di neve nemmeno si trova lì. Sono i suoi genitori, in genere, a commentare quei risultati, a volte con preoccupazione altre volte con fastidio, specialmente suo padre. In una striscia di questa apprezzata serie Calvin costruisce un passaggio pedonale di pupazzi di neve per impedire al padre di uscire dal vialetto con la macchina. Un'altra volta riunisce davanti casa un gruppo di pupazzi di neve in protesta, con i cartelli in mano, a difesa delle sue libertà domestiche.
Gravità
Nella sua ipertrofica immaginazione Calvin vive con la gravità un rapporto conflittuale ma molto istruttivo e gratificante, per lui. Occasionalmente, spesso con il desiderio subconscio di evadere da una situazione opprimente, immagina di sottrarsi alla forza che la gravità continua invece a esercitare su tutti i corpi della Terra eccetto il suo, che tende verso il soffitto – se ce n'è uno – come un palloncino gonfiato a elio. Una serie di strisce dedicate a questa fantasia è quella in cui Calvin, in modo del tutto imprevedibile e improvviso, perde il contatto con la sua scrivania mentre fa i compiti e finisce con i piedi sul soffitto, a testa in giù. Da lì comincia a muoversi per le stanze della casa, che smette di essere un ambiente riconoscibile e familiare perché Watterson lo disegna nella prospettiva capovolta di Calvin. Un'altra volta capita mentre Calvin non si trova in casa, e alle conseguenze di quella perdita di gravità viene dedicato molto più spazio in una ampia tavola domenicale.
Ragazze
Da interprete sano e compiaciuto del suo normale periodo di latenza freudiano, Calvin ha fondato con il suo amico Hobbes un club vietato alle ragazze, il P.A.R.V. (Proibito Alle Ragazze Viscide), che ha sede nel capanno sull'albero vicino casa e di cui Calvin si è autoproclamato “supremo monarca e dittatore a vita”, mentre Hobbes ne è presidente, segretario generale, “prima tigre”, “capo-vendetta” e titolare di ogni altro ufficio immaginato da Calvin sul momento. Se si esclude il rapporto con sua madre e con la baby-sitter Rosalyn, viziato dall'autorità da loro esercitata su di lui, Calvin non ha relazioni umane paritarie con il genere femminile se non quelle con la sua compagna di scuola elementare Siusi (Susie Derkins, nella versione originale).
Hobbes, che il più delle volte – quando non è obnubilato dalla sua natura felina – incarna il limitato buonsenso e la parte razionale di Calvin, è tra i due quello che mostra una predisposizione tendenzialmente più positiva nei confronti di Siusi. Per quanto in apparenza allergico alla sua presenza, Calvin cerca Siusi con sorprendente frequenza, fosse anche solo per tenderle un tranello. Spiega Watterson in Dieci anni di Calvin e Hobbes:
“Sospetto che abbia per lei una cotta moderata, che cerca di esprimere scocciandola in continuazione, ma Susie è un po' snervata e disgustata dalle bizzarrie di Calvin, che per questo è incoraggiato a essere ancora più bizzarro”
Trasmutazione
Nella sua disordinatissima stanza Calvin ha, tra le altre cose, uno strumento a cui attribuisce eccezionali poteri di trasformazione della materia. La chiama “trasmutatore” ed è una semplice scatola di cartone rovesciata che può trasformare qualsiasi forma di vita in un'altra forma di vita: basta specificare, scrivendolo direttamente sul cartone, le varie fattezze possibili (scorfano, babbuino, cimice…) e orientare una freccia in direzione della forma prescelta. È un espediente narrativo potentissimo e, secondo Watterson, “sintetizza lo spirito del fumetto” aggiungendo nuove dimensioni. La prima volta Calvin la utilizza per trasformare se stesso in una tigre, ma la sua vita cambia meno del previsto, e quindi decide di apportare delle modifiche alla scatola.
Il trasmutatore viene convertito in un duplicatore, malgrado i tentativi di Hobbes di dissuadere Calvin da un utilizzo della macchina avventato e improprio, che non sortiscono effetti e anzi gli procurano soltanto accuse di oscurantismo scientifico. Calvin usa il duplicatore per ottenere copie di sé e trarne benefici, ma le conseguenze impreviste della duplicazione incontrollata generano situazioni paradossali e senza via d'uscita (un po' come nel film Mi sdoppio in quattro, con Michael Keaton, diretto dal regista Harold Ramis non molto tempo dopo la fine delle pubblicazioni quotidiane delle strisce di Calvin e Hobbes).
Genitori
A differenza di quanto accade con la baby-sitter Rosalyn, il cui rapporto con Calvin si risolve esclusivamente in un principio di autorità e sorveglianza e nei conflitti che scaturiscono da quest'ordine delle cose, la madre e il padre di Calvin si relazionano con lui su molteplici livelli. Calvin non è soltanto il destinatario dei loro continui rimproveri, o il figlio da tutelare e proteggere nelle situazioni di rischio (dal bullo a scuola, per esempio, o dagli eventi traumatici, come la morte di un procione ferito portato in casa e accudito). In una serie di strisce forse tra le più divertenti e riuscite Calvin è soprattutto l'interlocutore “ingenuo” dei suoi genitori, e in tutte le altre in cui loro sono entrambi presenti e lui no (ce ne sono) Calvin è il fondamento più solido della loro complicità.
Alieni
La dimensione extraterrestre in Calvin e Hobbes è in assoluto quella che meglio asseconda le straordinarie doti di Calvin nella creazione di mondi immaginari e assurdi, e il bisogno di Watterson di disegnare scenari alternativi rispetto a quelli abituali ed esplorare possibilità grafiche diverse. In genere Calvin evoca questa dimensione in tutte le circostanze critiche, quelle in cui debba tirarsi fuori da qualche guaio o si trovi di fronte a un fenomeno misterioso o sgradito. In questi casi impersona un astronauta immaginario chiamato Spiff, spesso inseguito, angustiato o perseguitato da adiposi alieni dall'aspetto ributtante e minaccioso.
Il più delle volte, nell'ultima vignetta della striscia o della tavola, l'alieno si scopre essere la signora Vermoni (la maestra di scuola) o altri temuti insegnanti o qualsiasi altro tutore incaricato della formazione, dell'educazione o del controllo di Calvin in genere. Queste strisce sugli alieni funzionano molto, anche graficamente come spiega Watterson stesso:
“come tutte le creazioni fantastiche l'astronauta Spiff mi fornisce l'occasione di disegnare altri fumetti quando voglio far pausa con Calvin e Hobbes”
Bullismo
Calvin ha un compagno di scuola prepotente e pronto a menare le mani chiamato Sancio, che gli ruba i giocattoli e i soldi della merenda. Non compare in moltissime strisce, tutto sommato, ma aderisce perfettamente al suo ruolo di bullo della scuola, comune in molte storie di bambini dell'età di Calvin e anche più grandi. La consapevolezza di Calvin di non avere a disposizione alcuna arma di difesa contro le prepotenze di Sancio – eccetto l'inutile arma della dialettica – è totale.
A quelle prepotenze oppone di solito un atteggiamento di filosofica rassegnazione e cerca di trarne comunque un qualche insegnamento. E in genere, temendo ulteriori ritorsioni a scuola, Calvin non riferisce niente a casa, eccetto una volta in cui un ennesimo sopruso induce sua madre a intervenire con una telefonata e porta Calvin a prepararsi al peggio valutando quali abiti indossare al suo stesso funerale.
Natura
La curiosità di Calvin viene soddisfatta più spesso fuori casa che dentro, e avviene principalmente nelle stagioni estive e primaverili, in cui il paesaggio privo di neve impegna di meno il suo ingegno diabolico ma stimola molte sue riflessioni. Alla madre fa piacere non averlo tra i piedi a far danni in casa (la preoccupano, semmai, le condizioni igienico-sanitarie di lui al momento in cui farà rientro). E anche al padre di Calvin fa piacere che suo figlio trascorra più tempo all'aria aperta piuttosto che in casa davanti al televisore. Crede che sia più sano e salutare, e che fuori ci siano molte più cose da imparare in generale.
O almeno questo è quello che – alla fine di una striscia della vasta serie ambientata all'esterno – spiega allo stesso Calvin mentre lui sembrava effettivamente cominciare a prenderci gusto, a star fuori a divertirsi giocando con Hobbes (ma a quel punto, dopo aver ricevuto le congratulazioni di suo padre, Calvin si rivolge sbalordito e deluso verso il lettore dicendo: “non c'è niente che rovina il divertimento come lo scoprire che è formativo per il carattere”). Molte delle volte in cui si ritrova fuori con Hobbes a osservare un particolare fenomeno naturale Calvin finisce per leggere in quel fenomeno un messaggio fondamentale o una qualche metafora di leggi più vaste o universali.
Buonanotte
Calvin dorme con Hobbes, una presenza per lui non abbastanza e non sempre rassicurante: a volte Hobbes ha gli incubi e ringhia nel sonno, altre volte litigano per la parte migliore del letto o per la coperta. E poi, essendo Hobbes in sostanza una sorta di proiezione di Calvin, condividono entrambi la paura delle cose da cui dovrebbero vicendevolmente difendersi. In una serie di strisce abbastanza nota si convincono, per esempio, che sotto al letto vivano mostri sbavanti, spesso impegnati a usare la psicologia inversa in assurde conversazioni mirate a persuadere Calvin e Hobbes dell'idea che in verità non ci sia nessuno sotto al letto.
Finisce quindi che, come per molti bambini, anche per Calvin si renda necessario l'intervento di un genitore e il racconto di una storia prima di dormire. Di solito spetta al padre occuparsene. E trattandosi di Calvin l'asticella della qualità della storia richiesta non può che essere posta molto in alto.
La tavola e tutte le strisce presenti in questa pagina sono tratte dalle raccolte Strani esseri di un altro pianeta!, C'è qualcosa che sbava sotto il letto, Il progresso tecnologico fa “Boink” e Dieci anni di Calvin & Hobbes, edite da Franco Cosimo Panini e tradotte da Nicoletta Pardi. Tutte le citazioni di Bill Watterson sono tratte da Dieci anni di Calvin & Hobbes.
L'autore di questo articolo: Antonio Russo
Antonio Russo è nato a Cosenza, nel 1983. Scrive di calcio spagnolo e di Formula 1 per il sito di analisi sportive Il Veggente. Ha lavorato a Milano per il giornale online Il Post, per cui scrive occasionalmente storie molto lunghe o di approfondimento. In passato ha scritto per il quadrimestrale di cinema e filosofia Fata Morgana. Cura con scarsa frequenza un blog personale chiamato Il Mondo Sommerso, in cui scrive di musica almeno una volta all'anno.
Paola
7 Luglio 2018 a 00:27
Bellissimo pezzo.appassionante. grszie