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“Understanding Experience”: la guida a fumetti sullo human centered design.

11 Luglio 2025
"Understanding Experience" di Stefano Dominici e Laura Angelucci: un racconto a fumetti su cosa vuol dire progettare prodotti digitali pensando a chi li utilizzerà.
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Quante volte litighiamo con prodotti digitali pensando che avrebbero potuto essere progettati meglio?
L’esigenza di Stefano Dominici di spiegare lo human centered design a studenti e clienti incontra l’esperienza di Laura Angelucci dando vita a
Understanding Experience, un racconto a fumetti su cosa vuol dire progettare prodotti digitali pensando a chi li utilizzerà.
Un approccio ancora poco utilizzato, che coinvolge le persone e che Dominici si augura diventi presto quello prevalente.

Completa il volume, pubblicato dalla UXUniversity, un’interessante bibliografia.

Stefano, Laura, benvenuti su Lo Spazio Bianco!
Vi va di presentarvi a chi ci legge spiegando di cosa vi occupate? 
Laura Angelucci: Grazie a voi per questo spazio che ci date per raccontarci! Mi occupo di illustrazione e fumetto e la mia bambina interiore è felicissima di disegnare tutto il giorno.
Ho iniziato ad esplorare il linguaggio del fumetto con la mia tesi Graphic Novel– Breve e Modesta guida per trovare il tetto nel quadrante est di Roma e in breve tempo ho iniziato a lavorare in ambito editoriale con testate (La Stampa, Corriere, Domani, Huffington post) case editrici (Mondadori, Deagostini, Add) e varie realtà (Bvlgari, TED).
Continuo a lavorare con il fumetto e la prossima estate uscirà un progetto a cui tengo molto! Amo il mio lavoro perché non è mai lo stesso e mi dà modo di esprimermi.
Stefano Dominici: Grazie a voi, è un piacere poter parlare del libro. Io sono un imprenditore e l’azienda che ho fondato vent’anni fa ha delle attività molto diverse fra loro. Quella principale è applicare i principi dello human centered design descritti nel libro per progettare prodotti e servizi per i nostri clienti. La mia esperienza è assai variegata e nel corso degli anni ha subito molte evoluzioni. Ho iniziato come graphic designer nel 1988 e, prima di diventare imprenditore, ho lavorato dal 1999 al 2004 in una web agency. Da lì in poi la professione si è evoluta al ritmo di quella delle nuove tecnologie e continua a farlo. Oltre il lavoro in azienda, sono docente in RUFA, IED e IULM.

Come mai avete pensato a una guida a fumetti per spiegare la progettazione human-centered di prodotti e servizi? Per che tipo di pubblico l’avete pensata?
S.D.: L’idea è partita da me e dall’esigenza di scrivere un libro sullo human centered design facile da leggere destinato agli studenti e ai clienti, due categorie di persone molto distanti fra loro ma accomunate da una stessa caratteristica: non hanno molto tempo per leggere e, soprattutto, non hanno voglia di leggere tomi specialistici su questi argomenti. La scelta del fumetto è stata per me naturale, perché li ho sempre letti fin da bambino e continuo a farlo. Quello che volevo era descrivere il lavoro che facciamo, ovvero progettare prodotti e servizi utili alle persone, in modo semplice e diretto, non con un manuale su come fare le cose ma una storia che ispirasse a farle fare. E quando è venuto il momento di iniziare ho incontrato Laura, che ha accettato di esserne l’autrice visiva.

Come avete lavorato tra sceneggiatura e disegno?
L.A.: Abbiamo iniziato a lavorare sul progetto durante il lockdown e credo ci fosse realmente la percezione di un tempo sospeso da occupare, che nel nostro caso è stata molto utile a non metterci pressione. Con Stefano c’è stata un’alchimia naturale, parlavamo la stessa lingua nonostante il background differente e questo ci ha permesso una buona fluidità nel lavoro. Stefano ha lavorato sulla sceneggiatura con grande cura dei particolari permettendomi di dare forma e consistenza ai personaggi e agli scenari. Ci siamo confrontati molto per dare credibilità alle situazioni e ai protagonisti, ed evitare di cadere nei cliché e nelle facili soluzioni che rischiano di depotenziare questi progetti.
Ci siamo domandati molte volte se le soluzioni che stavamo studiando fossero realmente adatte o ci stessimo muovendo per ‘affezione’ e credo che questo ci abbia premiato, perché questo interrogarsi di continuo ci ha sempre spostato verso espressioni più efficaci.
S.D.: Come ha detto Laura c’è stata una profonda sintonia fin dal primo incontro e già dalla prima tavola, tutto è filato liscio. Sembrava che ci conoscessimo da anni per come abbiamo lavorato speditamente. Prima di iniziare la stesura delle tavole, avevo già lavorato al soggetto, alla struttura dei capitoli e alla sceneggiatura, che si è evoluta capitolo dopo capitolo, diventando sempre più puntuale e dettagliata. Inoltre, man mano che il lavoro procedeva, ho cominciato a scrivere i testi, dove ha avuto un ruolo fondamentale l’editor che ci ha accompagnato in questo progetto, Eleonora C. Caruso.

Quando si parla di divulgazione nel vostro ambito cosa è importante che si sappia a livello generalista e perché?
S.D.: La divulgazione nel nostro ambito non è cosa comune, perché la maggior parte dei professionisti tende a dare priorità agli aspetti più teorici e tecnici e, quindi, ad utilizzare un linguaggio da “esperti”. Che è sicuramente molto preciso, ma di difficile comprensione per chi esperto non è, soprattutto i committenti: a questi occorre comunicare con chiarezza quali sono i benefici del progettare per le persone e di come l’approccio human-centered possa portare enormi vantaggi alle aziende che lo fanno proprio.

Nel fumetto vi soffermate sulle consulenze in ambito medico. Quali sono gli altri ambiti in cui vi capita di muovervi?
S.D.: L’ambito medico è stato scelto perché è universale. Tutti, prima o poi, facciamo delle analisi o degli esami specialistici e quindi è facile comprendere lo scenario quando si legge la storia. Nel corso degli anni abbiamo lavorato in ambito bancario, assicurativo, formativo, per la grande distribuzione, per la pubblica amministrazione e in molti altri. Tendiamo ad evitare degli ambiti, distanti dalla nostra etica, come quello delle armi e quello dei giochi d’azzardo.

Quali fra i tanti volumi che citate in bibliografia e fra le pagine del fumetto consigliereste come imprescindibili per chi volesse avvicinarsi all’argomento?
S.D.: Due su tutti. Il primo è The Elements of User Experience: User-Centered Design for the Web and Beyond di Jesse James Garrett. Un classico per chi vuole comprendere i meccanismi di progettazione di prodotti digitali, come siti web e app.
Il secondo è Radical collaboration. Coinvolgere le persone nella progettazione di esperienze e servizi di Maria Cristina Lavazza. Questo libro è molto importante, perché l’essenza dello human centered design è il coinvolgimento delle persone, e questo libro fa capire come farlo.

Che prospettive lavorative ci sono oggi, in Italia, per chi voglia occuparsi di human-centered design? E all’estero?
S.D.: Più che di prospettive lavorative parlerei della necessità che lo human-centered design possa diventare l’approccio progettuale prevalente, cosa che al momento non è. Questo perché si progetta spesso per soddisfare l’ego delle aziende e di molti designer, senza pensare ai destinatari, a chi quei prodotti e servizi li utilizzerà. La sua diffusione aumenterebbe le prospettive lavorative, perché sono necessarie molte competenze in ambiti diversi. All’estero, la situazione è molto simile, anche se in alcuni paesi c’è una maggiore maturità.

Il fumetto è uscito nel 2021. Ci sono stati cambiamenti significativi in questi 4 anni?
S.D.: Direi proprio di no. Nel fumetto non parliamo di strumenti o di tecnologia ma di principi di progettazione. E quelli sono sempre validi, sia che venga utilizzata una matita per metterli in pratica, sia che venga utilizzata l’intelligenza artificiale.

Understanding Experience è una pubblicazione della UXUniversity. Che tipo di realtà è? Di cosa si occupa? Servono credenziali particolari per accedervi?
S.D.: La UXUniversity è l’area formativa della nostra azienda, dove proponiamo corsi di approfondimento sulle tecniche e gli strumenti dello human-centered design con una formula molto particolare. Corsi in diretta, dal vivo o in remoto, con solo 6 persone in aula e docenti che sono tra i professionisti più autorevoli nel loro campo. Non ci sono credenziali particolari per iscriversi ai corsi. Sono aperti a tutti.

Tornando al fumetto: com’è stato recepito? Avete in programma altre guide disegnate?
S.D.: Per rispondere alla prima domanda, direi molto bene. Anche le recensioni, sia per la versione italiana che per quella in inglese sono state tutte positive.
L.A.: Mi piacerebbe molto, ma credo che l’esperienza di Understanding Experience sia abbastanza irripetibile: per il momento in cui si è collocata e la  visione che c’era alla base del progetto.
S.D.: Sono d’accordo, ma mai dire mai.

Le storie a fumetti che posto hanno fra le vostre letture? 
L.A.: In passato ne leggevo molti durante l’anno, adesso sicuramente meno. Ma quando scopro una storia che vorrei leggere e vado in libreria mi sembra sempre una ritualità molto speciale. 
S.D.: Direi rilevante e per ogni fase della mia vita ci sono uno o più protagonisti. Ogni settimana leggo Topolino, un rito che porto avanti da quasi 40 anni, e poi continuo a leggere i bonelliani Tex e Zagor, che mi accompagnano dalla prima adolescenza. La mia libreria è piena di riviste degli anni 80; Totem, Metal Hurlant, Corto Maltese, Pilot e di volumi di Manara, Prat, Crepax. Potrei parlarne per ore.

Nel caso di Laura: anche nel lavoro? Vi andrebbe di suggerire qualche titolo?
L.A.: Per lavoro mi trovo più spesso a guardare film se devo essere sincera. Ovviamente ci sono una serie di titoli che sfoglio quando mi servono delle soluzioni, tipo Mercedes di Daniel Cuello. Poi ovviamente consiglio tutto di Gipi, perché nasco acquerellista e lui è un maestro della tecnica. Visto il periodo complicato al livello politico consiglio Maus di Art Spiegelman, un capolavoro.
S.D.: Tra i tanti che ho letto negli ultimi anni, ce n’è uno su tutti, che ho amato tantissimo, Khalat di Giulia Pex. Una graphic novel straordinaria. 

Intervista svolta per mail a marzo 2025

Stefano Dominici

Inizia come grafico editoriale nel 1988 e percorre una carriera professionale che culmina nel 2004 con il master in usability a cura del Nielsen Norman Group e una specializzazione operativa sullo human centered design e il service design.
Nel 2004 dà vita a UtLab aka Usertestlab, un’azienda con un focus sulla ricerca e sulla progettazione orientata all’esperienza delle persone. Le aziende per le quali lavora sono player nazionali e internazionali che hanno a cuore i propri clienti.
Accanto all’attività professionale, è docente universitario del corso di User Experience e Web Design per la Rome University of Fine Arts (RUFA), docente allo IULM e fondatore della UXUniversity, per la formazione professionale.
Racconta tutto quello che fa a convegni e conferenze, come il Summit Italiano di Architettura dell’Informazione e il World Usability Day, e lo fa in maniera che tutti possano comprendere come le persone siano un valore assoluto. È associato AIAP – Associazione italiana Design della Comunicazione Visiva.

Laura Angelucci

Fumettista ed Illustratrice si specializza presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, concludendo il percorso di studi con l’autopubblicazione del Graphic novel Breve e modesta guida per trovare il tetto nel quadrante est di Roma.
Appassionata di cinema, ha pubblicato con Tinals l’adattamento illustrato del film
Rosemary’s Baby. Ha tenuto la sua prima mostra personale in occasione della rassegna FRESCO- la nuova illustrazione. Lavora come freelance a Roma, e c’è sempre un gatto sulla sua scrivania.

Nicole Brena

Nicole Brena

(Brescia, 1985) Incline al vagabondaggio fisico e mentale, si innamora dei romanzi grafici di non-fiction prima e di fiction verosimile poi, tanto da approfondire il rapporto fra fumetto e realtà nella sua tesi di laurea magistrale.
Ha tenuto laboratori e incontri per bambini e adulti dedicati al fumetto e al racconto della memoria.
È appassionata di architettura dell’informazione e ama le arti dello spettacolo.
Dopo una formazione in studi filosofici e semiotica lavora e collabora a eventi nazionali e internazionali: Fumetto (Lucerna, 2014-2025), Treviso Comic Book Festival (2021-23/2014-2015), Helsinki Comics Festival (Helsinki, 2014), Komikazen (Ravenna, 2014), Fahrenheit39 (Ravenna, 2014), Librimmaginari (Viterbo, 2014), Occhio di Bue (bassa bresciana e cremonese, 2012-2014), DOCartoon. Il disegno della realtà (Pietrasanta, LU, 2011-2013).
Dal 2020 è content writer freelance.

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