Ernest Hemingway rivive in sogno il suicidio del padre prima di avventurarsi in una battuta di caccia all’anatra. Inizia così Laguna Hemingway, fumetto dedicato al grande scrittore e giornalista americano edito con SelfPress da Luca Pozza, che ne ha curato sia i testi sia i disegni. Un graphic novel con una genesi particolare – nasce come progetto, poi non realizzato, per un museo – che conferisce all’opera una struttura non convenzionale ma intrigante. Una (non) biografia su un autore “miliare” che, va ricordato, vinse il Pulitzer per la narrativa nel 1953 con Il vecchio e il mare e il Nobel per la letteratura nel 1954.
HEMINGWAY NEL BEL PAESE
Per un’analisi di Laguna Hemingway è necessario ripercorrere alcuni degli eventi che legano l’autore all’Italia, a partire dal 1917, quando gli Stati Uniti entrarono nel primo conflitto mondiale. Hemingway si presentò come volontario per combattere in Europa e il suo desiderio di “vedere la guerra”, pur ostacolato da un difetto alla vista che lo relegò ai servizi di autoambulanza, lo portò comunque in prima linea: dopo essere stato fra l’altro a Milano, Vicenza e Gorizia, fu trasferito sulla riva del Basso Piave, nelle vicinanze di Fossalta di Piave e Monastier di Treviso, come assistente di trincea.
Nella notte tra l’8 e il 9 luglio venne colpito dalle schegge dell’esplosione di una bombarda e rimase gravemente ferito (durante la lunga degenza conobbe fra l’altro l’’infermiera Agnes von Kurowsky, che ispirò Addio alle armi). Nel 1922 l’autore tornò in Italia: prima a Genova, inviato dal giornale per cui lavorava, poi con la moglie ad Aosta, Milano (dove intervistò Mussolini, all’epoca direttore del quotidiano Il Popolo d’Italia), Schio, Fossalta di Piave. Nel 1923 fu di nuovo a Rapallo, Pisa, Sirmione e Cortina d’Ampezzo.
Nei primi anni Cinquanta risiedette a più riprese fra Venezia, Cortina, Lignano e soprattutto sull’isola di Torcello, località della laguna veneta dove andava spesso a caccia. In questo periodo scrisse Di là dal fiume e tra gli alberi, ambientato fra Veneto e Friuli. Proprio Torcello fornisce a Luca Pozza – che attinge comunque a piene mani dalle avventure italiane, e non solo, di Hemingway – l’ambientazione principale del racconto.
FRA SOGNO E VIP
Racconto che inizia con un sogno e che, dopo una parentesi di realtà, torna al sogno per non lasciarlo quasi mai. Il momento onirico di apertura riguarda il suicidio di Clarence Hemingway, padre di Ernest e figura ricorrente in Laguna Hemingway ancor più della madre, Grace, tanto che a lui sono affidati sia l’inizio, sia il finale. Non è, quella di Pozza, una scelta casuale, perché il rapporto di Ernest col genitore fu quanto meno travagliato: lo scrittore attaccò il padre, responsabile della decadenza della famiglia fino a cedere alla depressione, per tutta la vita e infine lo abbandonò con disprezzo. Per questo l’autore mette bene in evidenza l’impatto psicologico che la vicenda ebbe su Ernest, facendo indossare a Clarence la maschera della morte.
Dopo il primo sogno, un Hemingway maturo (nella realtà aveva infatti una cinquantina di anni durante le frequentazioni venete) parte per una battuta di caccia all’anatra in solitaria. Appostatosi con il fucile e il quaderno per gli appunti, complice l’inseparabile fiaschetta di Gordon Gin, inizia a sognare persone e avvenimenti della sua vita. Il viaggio di Hem è letteralmente onirico e proposto con una narrazione frammentata, senza continuità temporale o costanti geografiche. Il protagonista rimbalza fra il 1918, il 1922, Parigi, l’Harry’s bar di Venezia, la trincea sul Piave, feste, passaggi in auto, battaglie e incontri romantici.
Il cast di personaggi che intrattengono Hem (tutte frequentazioni o conoscenze reali) è sterminato: il protagonista discorre, ricorda, litiga, fa il romantico, solo per citarne alcuni, con Orson Welles, Ezra Pound, Pablo Picasso, Gabriele D’Annunzio, Benito Mussolini, James Joyce, William Faulkner, i presidenti Roosevelt e Hoover. Alcuni di essi impattano in modo minore sulla narrazione, ma più di frequente hanno un ruolo attivo, come nel caso di Francis Scott Fitzgerald e della moglie Zelda, i quali si prestano anche a un simpatico e simbolico scambio di abiti.
Oltre al padre, un’altra figura chiave di Laguna Hemingway è Adriana, giovane amata che Ernest cerca e insegue per quasi tutto il libro: la donna rappresenta una sorta di Beatrice dantesca e spinge Hem, che è quasi ossessionato da lei, ad andare avanti. Adriana, come gli altri personaggi del fumetto, è realmente esistita: al secolo Adriana Ivancich, fu una nobile veneziana nota proprio per la relazione sentimentale con lo scrittore, il quale si ispirò a lei per il personaggio di Renata di Di là dal fiume e tra gli alberi.
Nel ritmo frenetico e costante degli incontri si intrecciano storie di guerra, accesi dibattiti fra scrittori e fra giornalisti, i quattro matrimoni e le avventure amorose di Hem. Sono questi i temi centrali di Laguna Hemingway: la guerra, la scrittura, gli affetti, attraverso i quali viene esposta la visione del mondo dello scrittore.
Proprio l’impostazione e la crescita caratteriale data da Luca Pozza al protagonista è significativa: all’inizio l’Ernest di Laguna Hemingway accetta di buon grado i sogni, affrontandoli con entusiasmo e voglia di divertirsi. Ma l’ottimismo di fondo che distingue la prima parte del fumetto – nella quale Ernest dimostra comunque caratteristiche peculiari come il voler vivere sempre al limite, il mettersi alla prova, l’amore per il rischio – viene via via fagocitato da una tensione sempre crescente, che culmina nel ritorno del protagonista nella trincea dove fu ferito. Si evidenziano così altri aspetti tipici di Hemingway come il narcisismo, la sensibilità e il particolare interesse verso il rapporto fra falsità e verità, che emerge dalla discussione intorno alla famosa foto del miliziano morente di Robert Capa (The Falling Soldier, 1936). Questa crescita emotiva rispecchia ciò che accadde nella realtà, con Hemingway che mantenne un’indole ottimista all’incirca fino alla stesura di Per chi suona la campana (1940), per poi allontanarsene e incontrare la depressione.
Se la perenne e sfuggente dimensione onirica può sulle prime rendere meno avvincente la lettura, privando la storia di quel realismo utile al coinvolgimento del lettore, nella parte finale del libro Luca Pozza alza l’asticella, raddoppiando la posta. Senza raggiungere il livello di complessità dell’Inception di Christopher Nolan, ci si trova infatti davanti a un sogno dentro a un sogno – ma con linee temporali incoerenti – catapultati insieme a Hemingway nel letto dell’ospedale psichiatrico dove subì oltre venti elettroshock. Così il finale, costruito intorno alla terza apparizione del padre, arriva dopo alcune sequenze toccanti che scivolano via, poetiche, come una barca su un fiume in un giorno di pioggia.
In un’opera così fitta di eventi e personaggi, nella quale si notano il grande lavoro di documentazione e il desiderio dell’autore di comunicare quanto più possibile, i dialoghi sono un potenziale elemento critico. E la prima tavola, con due imponenti didascalie, può spaventare. Si tratta però dell’unico momento sì didascalico, ma necessario per introdurre gli elementi della vita di Hemingway utili alla lettura del libro. Nel resto di Laguna Hemingway c’è – è inevitabile viste le premesse – una prevalenza di testo, ma l’autore riesce a non scadere mai nel nozionistico. Al contrario i dialoghi, a volte gradevolmente ironici e taglienti, si sposano bene alla compressione narrativa legata al desiderio di Pozza di raccontare tutto. Per questo il ritmo a volte sincopato con cui Hem passa da un luogo all’altro, da un ricordo all’altro, da un tempo all’altro, trae giovamento dalla presenta di testi corposi. Due criticità, quindi, che si compensano a vicenda, trasformandosi quasi in punti di forza.
UNA LAGUNA LUSSUREGGIANTE
Luca Pozza propone un segno realistico inserito in una griglia classica a tre strisce con vignette regolari e abbondanza di doppie sempre e solo orizzontali. La linea è morbida e impreziosita dalla colorazione all’acquerello, incisiva sia per gli ambienti sia per i personaggi. L’autore coglie l’iconicità di Hemingway sia nella sua versione di cinquantenne sia in quella da vecchio, grazie alla cura delle pose e delle espressioni che trasmettono tutta l’emotività di un personaggio complesso, a partire dalla profondità degli occhi azzurri fino al carattere scontroso, cinico, fatalista.
Nei campi lunghi e lunghissimi ci si può soffermare con soddisfazione sulla resa delle ombre e dei punti luce, spesso enfatizzati come a tavola 16, dove il sorgere del sole incendia i colori delle giacche e della vegetazione. Colpisce per intensità tavola 75: nove vignette a inquadratura fissa con zoom all’indietro, accompagnate da un testo in didascalia tratto proprio da Di là dal fiume e tra gli alberi. L’autore si fa notare anche per l’attenzione quasi prattiana alle divise militari.
MEGLIO DI UNA BIOGRAFIA
Laguna Hemingway è un graphic novel denso di citazioni, avvenimenti, ricordi, cammei, che compone una biografia atipica di Ernest Hemingway. Atipica per il modo in cui è raccontata e per i contenuti proposti, rivolti ad aspetti solo all’apparenza marginali della vita dello scrittore ma che in realtà ne tracciano un profilo umano e psicologico esaustivo, pur senza raccontare la sua intera vita.
Compito di una biografica è inoltre stimolare il lettore ad avvicinarsi all’autore e alle sue opere. In questo, il lavoro di Luca Pozza coglie nel segno perché spinge ad approfondire di persona una serie di fatti e situazioni a volte solo accennate. Il libro, di certo un porto sicuro per gli estimatori del protagonista, si presta anche alla lettura di chi non ha mai bazzicato Hemingway, anche se un’infarinatura almeno scolastica delle sue infinite peripezie sarebbe opportuna.
Va segnalata l’appassionata “introduzioncina” al volume di Gianni Brunoro – così la definisce lui, ma si tratta di un breve saggio critico – che, partendo dai propri ricordi e dal suo debito di gratitudine nei confronti di Hemingway, tesse un interessante affresco dell’Italia e alcuni significativi parallelismi fra Laguna Hemingway e opere di altri autori di fama. Oltre all’intervento di Brunoro sarebbe forse stato utile inserire una breve biografia di Hemingway e una bibliografia, per agevolare il lettore nelle eventuali ricerche personali.
Abbiamo parlato di:
Laguna Hemingway
Luca Pozza
SelfPress, 2020
116 pagine, copertina flessibile, 19,00 €
ISBN: 9798647908766
Un ulteriore approfondimento su questo fumetto si può trovare qui: www.lospaziobianco.it/comeunromanzo/laguna-hemingway-di-luca-pozza-limportanza-di-essere-ernest/
Al seguente link è visitabile il blog dedicato da Luca Pozza a Laguna Hemingway: lagunahemingway.blogspot.com/2020/05/blog-post.html