Una estate senza supereroi
Con lo spostamento, annunciato nei giorni scorsi dalla Sony, della data di uscita di Morbius l’estate cinematografica del 2020 è stata praticamente esautorata del suo significato. La pandemia di Covid-19 che sta colpendo l’intero pianeta ha ormai convinto in larga parte tutte le major che la crisi molto probabilmente non sarà risolta entro giugno portandole sulla strada, anche se in maniera differente, di spostare le proprie pellicole. La differenza è visibile nella scelta per alcuni progetti di una data di uscita alternativa (vedi Wonder Woman 1984), mentre per altri come Black Widow dei Marvel Studios si è optato per una sorta di stand-by [quando questo articolo è stato scritto la data del 6 novembre non era ancora ufficiale – ndr].
Quello che appare comunque chiaro è che una stagione da sempre remunerativa per gli incassi come quella estiva quest’anno sarà certamente azzoppata in termini economici. Da questo punto di vista i continui riferimenti a una release in streaming di film quali Black Widow, anche da parte di noti attori come David Harbour, lasciano il tempo che trovano perché non attinenti con la realtà dei fatti, ovvero con un quadro generale che vede licensing e merchandise in prima fila per pellicole ad alto budget come quella dei Marvel Studios. A evidenziare questo fattore è stato nei giorni scorsi un interessante articolo di Collider firmato da Matt Goldberg, il quale anticipava di fatto il dimezzamento dei titoli estivi di maggior richiamo tra maggio e luglio e che così spiegava il perché l’opzione dello streaming è un suicidio finanziario:
Per Disney non è sufficiente trasferire un film come Black Widow su Disney+ quando il servizio di streaming non è ancora sufficientemente diffuso, e il rischio di pirateria è troppo elevato per far uscire un titolo così costoso in digitale. Inoltre, bisogna pensare a tutti i flussi di entrate accessorie che sono influenzati da una pandemia e da una recessione globale. Il giro di affari di un film come Black Widow non si limita al botteghino. Si basa sul merchandising della Vedova Nera, sul traino affinché le persone visitino i parchi a tema Disney (attualmente chiusi). Le persone stanno perdendo il lavoro, aumentano le spese e restano a casa. Anche se facessi uscire Black Widow in streaming, minimizzeresti le sue entrate potenziali perdendo i flussi di entrate potenzialmente generabili da un titolo del genere.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare in più di una occasione nelle ultime settimane, l’opzione dello streaming non è al momento una possibilità per pellicole ad alto budget che hanno, attorno a sè, una filiera produttiva enorme e i cui ricavati si estendono a tutta una serie di prodotti e sottoprodotti, dalla cartoleria all’abbigliamento fino ai giocattoli. Per fare un esempio concreto, una decisione del genere impatterebbe fortemente su un recente accordo stilato tra Disney e Hasbro e che vede proprio nel merchandise dei personaggi Marvel il proprio obiettivo primario.
Tornando invece a parlare di Morbius, lo slittamento deciso da Sony non impatterà quasi per nulla sulla campagna promozionale della pellicola con Jared Leto, che finora aveva puntato solo su un paio di immagini e un trailer. Bisognerà vedere invece quale effetto questo spostamento possa invece avere su un’altra pellicola Marvel prodotta dalla Sony, ovvero Venom 2.
Al momento il sequel sull’antieroe interpretato da Tom Hardy rimane tranquillamente posizionato per il mese di ottobre, periodo in cui è lecito pensare (e sperare) che l’emergenza della pandemia sia terminata. È però anche lecito chiedersi se vi siano collegamenti narrativi espliciti all’interno di Morbius con il titolo diretto da Andy Serkis e se questo possa in qualche modo generare nella dirigenza della major il pensiero di attuare uno spostamento, rendendo vacante però un mese, quello di ottobre, che si è rivelato fortemente redditizio per il primo capitolo sul simbionte Marvel.
Show TV in difficoltà
Oltre ai film per il grande schermo l’attuale crisi ha visto anche la sospensione della produzione di molte serie televisive, tra le quali numerose sono quelle riguardanti personaggi tratti dai fumetti. A eccezione di DMZ, l’unica le cui riprese sono state completate, show tv come The Flash, Supergirl, Batwoman e Riverdale hanno fermato la lavorazione e ci vorrà del tempo perché questa riprenda, anche perché la ripartenza dipenderà dalla fine della quarantena e delle regole sulla distanza sociale attualmente in vigore.
A Vancouver, città canadese che da qualche anno è divenuta la capitale di molte produzioni televisive tra le quali in maggioranza quelle trasmesse dal network The CW, i funzionari del governo locale, secondo quanto riportato da TVLine, non prevedono che la vita ritorni ad alcuna parvenza di normalità fino all’estate, con la possibilità quindi che gli show che vedevano iniziare la produzione a fine giugno/inizio luglio dovranno aspettare un periodo di tempo più lungo, al momento ancora ignoto.
Questo elemento impatterà decisamente su show come The Flash e Riverdale e gli altri sui personaggi DC Comics, il cui periodo di lavorazione avviene solitamente in quelle date.
Una situazione simile sta avvenendo anche a Toronto, che ospita Titans e The Boys, le cui autorità hanno predisposto un piano di 12 settimane per proseguire con le misure preventive atte a fermare l’epidemia di Covid-19.
E’ quindi molto probabile che anche l’inizio della prossima stagione televisiva veda un forte ridimensionamento nei palinsesti, sempre che l’emergenza non rientri prima permettendo di riprendere i normali lavori di produzione.
L’animazione contro il Covid-19
In questo periodo, in cui come abbiamo detto nella precedente puntata di Nuvole di Celluloide l’animazione va avanti nel suo lavoro, è proprio questo settore a cui si guarda per la lotta al Covid-19, soprattutto tramite la prevenzione.
In Iran la società di animazione Saba Animation Center ha infatti realizzato una serie, composta di 26 episodi, dal titolo Coronavirus, che nella durata di un minuto e senza dialoghi offre messaggi narrati in persiano, inglese, francese, spagnolo, italiano, arabo, turco e curdo.
Gli episodi della serie saranno trasmessi come pubblicità di servizio pubblico durante le interviste dei programmi regolari sui vari canali della Repubblica Islamica, e sono stati approvati direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, come reso noto dal produttore Alireza Issai.
Anche in Italia vi è stata una mobilitazione degli animatori, e uno dei cortometraggi più frequenti che si può vedere in alcune tv locali delle regioni più colpite è Covid-Dino, realizzato dalla Ach! Animation e scritto e diretto da Tommaso Zambelli, al cui interno vengono illustrate alcune linee di condotta per contenere il virus.
Negli Stati Uniti da segnalare il lavoro di Genius Brands International (GBI), che ha prodotto una serie di annunci di servizio pubblico (PSA), con la partecipazione di Warren Buffett e dell’attrice Jennifer Garner, per informare i bambini sull’igiene sicura utilizzando marchi del catalogo dell’azienda, tra cui Llama Llama (Netflix), Secret Millionaires Club (Amazon Prime) di Warren Buffett e Rainbow Rangers (Nickelodeon).
I filmati si concentrano sull’insegnamento ai bambini su come praticare il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale per aiutare a mantenere la nostra famiglia, gli amici e la comunità al sicuro. La messaggistica è presentata in un modo che i bambini possono facilmente capire. Warren Buffett, che ha co-creato e recitato nel Secret Millionaires Club di Warren Buffett, e Jennifer Garner, che interpreta il Llama Llama di Netflix, hanno prestato la loro voce e hanno donato il loro tempo per partecipare alle produzioni. I PSA saranno distribuiti ai media partner di Genius Brands in tutto il mondo, nonché sulla rete di canali di Genius Brands su Comcast, Cox, Amazon Prime, Roku, DISH e disponibili in oltre 100 milioni di tv per famiglie degli USA.
Cinebrevi
Rebecca Ramsey, visual effects producer che aveva lavorato agli effetti visivi di numerosi film tratti dai fumetti tra i quali sono da citare Watchmen e Spider-Man 3, è morta nei giorni scorsi all’età di 54 anni, per complicazioni in seguito a una caduta accidentale.