Un documentario per dire “Ho conosciuto Magnus”

Un documentario per dire “Ho conosciuto Magnus”

Paolo Angelini realizza un documentario alla ricerca di Magnus, un'indagine maieutica sull'uomo e sull'artista che, non a caso, creò lo Sconosciuto

ho-conosciuto-magnusNon poteva esserci una cornice migliore come quella bolognese del Biografilm Festival (che si tiene dal 10 al 20 giugno) per ospitare in anteprima il documentario sul grande artista Roberto Raviola, meglio conosciuto come Magnus.
Realizzato da ABC e prodotto in collaborazione con Icaro Like us, Promomusic, Maxman, El Garaje, con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Unicredit e Hera, il film rientra a pieno titolo nei vari omaggi in onore del celebre autore per il ventennale della scomparsa che ricorre quest’anno.

Raccontare un autore

Diretto dal regista Paolo “Fiore” Angelini, Ho conosciuto Magnus è un lavoro molto particolare, un’opera che esce fuori dagli schemi narrativi e formali e che riesce, senza forzature e senza facili esaltazioni, a raccontare un autore e un personaggio per nulla scontato, un uomo che era a sua volta fuori dagli schemi, con uno stile tutto suo.

Angelini, con rispetto e sensibilità per il tema, utilizza i meccanismi tipici della struttura narrativa documentaristica, ricorrendo ai classici strumenti quali i ricordi intimi degli amici e dei colleghi; i luoghi privati e riservati in cui l’uomo Raviola si rifugiava, come l’osteria, il bosco, la natura; le immagini che riprendono in primo piano le tavole dei suoi fumetti e le voci fuoricampo che personificano e rendono vivi i personaggi in questione.

Tutti elementi che, grazie alla forma e all’approccio con cui vengono affrontati e sviluppati, finiscono per rappresentare la forza del documentario. Ho conosciuto Magnus ha infatti una struttura tutt’altro che banale con una fotografia ricercata tra il chiaroscuro delle luci soffuse e la luce naturale degli esterni e dei boschi e con un’attenta cura al montaggio in cui si nota un lavoro realizzato più per sottrazione che per accumulo, per ottenere più partecipazione.

Il merito maggiore del regista è creare una coerenza interna e restituire una veridicità alla sua ricerca, riuscendo a raccogliere tutte le tracce lasciate nel corso della storia e a sintetizzare tutti gli indizi che i vari protagonisti hanno sparso tra i loro ricordi.

Così facendo, Angelini individua una chiave di lettura, un fil rouge specifico nell’universo variegato di un autore multiforme che ha toccato tutti i generi e le forme del fumetto (dal comico al western, dall’avventura al grottesco, dallo spy-story all’erotismo) e infatti il regista romagnolo ci consegna il documentario come se fosse un’indagine maieutica, alla ricerca della conoscenza dell’uomo che ha avuto il coraggio di creare un personaggio dal nome emblematico, lo Sconosciuto (Unknow).

4.Foto-di-scena1

Ho conosciuto Magnus” è l’affermazione a cui si rifà il titolo ma durante il corso del film si affievolisce sempre di più, facendosi quasi interrogativa e lasciando spazio a tante questioni irrisolte.

Indagine sull’animo umano

Lo spettatore assiste così ad un’indagine sull’imponderabilità dell’animo umano per andare alla ricerca di chi fosse Magnus, chi era Roberto Raviola e se i due nomi coincidevano realmente nella stessa persona. Tutto il documentario si sviluppa attraverso l’interazione tra l’arte e la vita di Magnus e ruota intorno a tre atti in cui sono proiettati i momenti fondamentali della vita di Raviola associati a loro volta a tre personaggi cruciali della sua arte:

  • la giovinezza e il successo di Alan Ford;
  • la maturità artistica e l’enigma de Lo Sconosciuto;
  • l’età del totale isolamento e il Tex de La valle del terrore.

Si passa così dal racconto dei successi di Alan Ford e del rapporto con Max Bunker, al lavoro con Lo Sconosciuto per finire con il Texone, la cui lavorazione è essa stessa una storia nella storia.
Tutti momenti che vengono raccolti dalle confessioni delle persone che lo hanno conosciuto, come la moglie Margherita, gli amici e colleghi fidati, Giovanni Romanini e Claudio Nizzi, i critici Andrea Plazzi, Giulio Cesare Cuccolini e Luca Baldazzi (anche curatore della mostra Magnus e l’altrove. Favole, Oriente, Leggende che si è tenuta sempre a Bologna per il ventennale).

E infine c’è lui Magnus/Raviola, convidado de piedra. Non appare mai, non c’è nessun video, nessuna immagine di repertorio, nessuna foto che cerchi di rubarne l’anima, ma solo ricordi, cimeli di vita e di arte. E tante tavole e opere che ci aiuteranno forse a conoscerlo di più o forse, ancora meglio, a farcelo sembrare ancor più Lo Sconosciuto/Unknow(n).

maxresdefault

Abbiamo parlato di:
Ho conosciuto Magnus
Regia di Paolo Fiore Angelini
Con Margherita Raviola, Giovanni Romanini, Claudio Nizzi, Luca Baldazzi, Andrea Plazzi, Giulio Cesare Cuccolini, Sara Spisni, Sergio Tisselli, Maurizio Rovinetti, Renato Spolaore, Fabio Testoni
Durata: 75 minuti
Italia, 2016

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *