L’ultimo treno della notte

L’ultimo treno della notte

Andrea Campanella, fondatore del magazine e del sito Cut-Up, si occupa di cinema, letteratura, fumetto e musica (il tutto continuando pure a fare un lavoro "serio", quello di radiologo), mette in scena in questo fumetto se' stesso, attraverso il racconto della storia d'amore tra suo padre e sua madre. Un...

L'Ultimo Treno della NotteIniziamo di dovere da Andrea Campanella.

Scrivere una storia basata sulla vita del proprio genitore deve essere una strana emozione, una specie di viaggio a ritroso delle proprie origini. Come hai vissuto questa esperienza, che cosa hai provato mentre ricostruivi e ricreavi la vita di tuo padre?

La storia l’avevo pronta da almeno tre anni. Mio padre scomparve nel 1997 e credo che questo fosse il modo più sentito per ricordarlo. Non ho ricreato o romanzato più di tanto: l’ho sempre pungolato a raccontarmi gli anni della sua giovinezza, della rivista, volevo sapere. Così venivano fuori aneddoti del tempo di guerra, dell’avanspettacolo, di quando faceva il fornaio etc etc… Ho cucito il tutto mettendo su una storia credibile ed accattivante, tutto qui.
Mi piace molto lavorare sulla “memoria storica” del mio paese che ritengo bagaglio fondamentale per capire il futuro: pensa te che oggi Pera e Fini vogliono equiparare i partigiani ai ragazzi di Salo’, è una cosa indegna!

Ventiquattro pagine per raccontare una vita. Non hai avvertito come un sacrificio attenerti a questo breve spazio? È stata una scelta editoriale, o è stato lo spazio giusto per raccontare quanto volevi?

Attenzione, io non racconto la vita di mio padre. Racconto un pezzo di vita di un uomo, non più ragazzo, che sente di crescere e di dover fare delle scelte. L’incontro con Cristina renderà tutto più facile ( o più difficile?). Confrontarsi con le distanze letterarie o fumettistiche è sempre una sfida. Per inclinazione io tendo a “stringere”, ad essere sintetico, me ne accorgo ora che sto scrivendo un romanzo dove invece devo dilatare i tempi. Credo anche che la storia abbia il giusto ritmo interno, le cose succedono al momento giusto, insomma sta bene così.

La storia di tuo padre, a leggere la preview, contiene molti elementi da romanzo. Hai cercato di rimanervi fedele il più possibile? Hai mai avuto la tentazione di arricchire la realtà, di “colorare” la trama, di aggiungere magari la tua visione idealizzata della sua vita?

Su molti aneddoti della vita di mio padre ci sarebbe da scrivere romanzi interi! Senz’altro la storia è piaciuta e avrà un seguito.
Ora stiamo preparando un prologo a colori per la rivista “L’OSTILE”. Romanzare è il sale per rendere una storia comune piacevole da leggere. Buona parte della storia che concerne mia madre ad esempio è romanzata. Ma giusto per quello che “serve” alla storia. Devi avere sempre presente che hai a che fare con personaggi che devono “vivere” sulla carta, non con stereotipi.

Pensi che a tuo padre sarebbe piaciuta questa rappresentazione di sé stesso?

Non so, direi di si. Lui era un tipo creativo. Senz’altro avrebbe avuto da ridire qua e là, anzi alla fine la storia l’avrebbe scritta lui, in questo era un bel rompicoglioni!

Quali saranno i tuoi prossimi lavori e le prossime proposte Cut-Up?

L'Ultimo Treno della NotteGuarda ho pronto il volume di racconti IMMUNE che raccoglie materiale di dieci anni. Ho finito in questi giorni di sceneggiare una storia per Giacomo Mordacci, un gran talento, che vedrà la luce nella primavera prossima. Poi c’é un altro progetto corposo cui tengo molto sempre in campo fumettistico.

È il turno adesso di Massimo Pasquale, in arte Pako.

Il tuo tratto sembra molto vicino ad una certa sensibilità italiana ed europea, tra Igort e la linea francese alla Barù. Come si è evoluto il tuo stile e da quali esperienze e fonti è maturato?

Cominciamo “male”! A questa domanda non riusciro’ a rispondere mai in maniera esauriente. Le fonti d’ispirazione sono tante, troppe… Mazzucchelli, Mignola, Miller, Munoz, Pratt, Pazienza, Magnus… mi fermo? Si mi fermo ma, ti assicuro che potrei continuare all’infinito perché non c’é limite alla mia sete di conoscenza di bravi disegnatori!!! Per quanto riguarda il mio segno, ho cominciato (10 anni fa) con un segno “linea chiara”, poi sono passato al grafismo più sfrenato e adesso sperimento un po’ di tutto… Si, mi rendo conto che non è il massimo del professionismo sperimentare un po’ qua un po’ là… ma tant’é!

Hai avvertito la responsabilità dell’illustrare una storia così intima per lo sceneggiatore? Come hai cercato di approcciarti ad essa?

Questa storia ha avuto una gestazione lunghissima, a causa dei vari impegni miei e di Andrea. Mi sono avvicinato alle vicende e al personaggio nella maniera più morbida possibile… Ho potuto permettermi il lusso di prendermi un sacco di “ritagli” di tempo per studiare. Anche se, a dire il vero, “gambero” mi è riuscito subito bene! E comunque si, l’aspetto molto “intimo” della storia mi è sempre pesato un po’.

Cosa di questa storia ti ha colpito di più, e perché?

Ah! Finalmente, questa è facile!! È una storia completamente diversa da quelle che solitamente disegno e questo basta!

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Questa poi è ancora più facile! “Non lo so!!”… Ci sono delle cose in ballo con Andrea. Un paio di progetti miei e qualche collaborazione “grossa” come colorista.

Purtroppo per un inconveniente tecnico non è stato possibile avere le tavole di anteprima: per ora ci limitiamo a proporre il pdf liberamente scaricabile dal sito di Cut-Up, e non appena sarà possibile sarà aggiornata la preview per fornirvi le immagini di quest’albo.

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