Faith chi?
Faith Herbert, Zephyr, è una supereroina da record. Assume l’alias di un personaggio della Valiant precedente al reboot, ma è di fatto un personaggio completamente originale.
La prima particolarità di Faith è la sua obesità.
La seconda è che la sua obesità non costituisce un problema, una difficoltà da superare o un metro di giudizio assunto dagli altri personaggi nei suoi confronti. È semplicemente una caratteristica del personaggio, come i suoi capelli biondi.
Questa normalizzazione è un messaggio importante, soprattutto se si pensa a questioni come il fat-shaming e, più in generale, ai surreali standard di bellezza spesso imposti dai media, fumetto incluso.
Il compito di rappresentare su carta un personaggio così rivoluzionario è stato affidato alla sceneggiatrice Jody Houser e alle matite di Francis Portela e Marguerite Sauvage. Quello che appare subito evidente dalle azioni di Faith, e da quelle di Zephyr, è la genuinità del personaggio.
La Houser, che si è già occupata di personaggi femminili nelle serie tv Orphan Black e Womanthology, mette Faith di fronte a ostacoli quotidiani, da un lavoro poco soddisfacente al tipico condominio in fiamme. L’originalità non sta tanto nei problemi, quanto nell’approccio della protagonista, che esprime con una sincerità spiazzante i suoi pensieri, affrontando i difetti, propri e altrui, con bontà e giudizio. Alla luce di questo focus sull’introspezione, diretta e indiretta, nonostante l’elevata quantità di testo nelle tavole, la lettura non è mai appesantita, complice anche l’uso di un linguaggio spesso molto (informale e) colloquiale.
Specchio della cultura popolare
Salvare il mondo è importante, ma è altrettanto importante farne parte.
Questo consiglio giunge da Archer, supereroe amico di Faith alla ricerca di un equilibrio tra la vita in costume e la quotidianità. L’obiettivo è condiviso dalla protagonista, la quale ha trovato un modo personale per essere parte del mondo, anche quando indossa i panni civili. È una blogger di cultura pop, attenta e appassionata, esperta conoscitrice di serie televisive, fumetti, film e di tutto ciò che solletica l’interesse dei nerd.
Da questo punto di vista, la quotidianità di Zephyr è identica alla nostra: vi possiamo rintracciare i social media che ci consentono di essere sempre in contatto con tutti, a conoscenza di ogni evento accaduto, ovunque ci troviamo. A cominciare dal lavoro di Faith, per il quale il computer è lo strumento indispensabile, leggendo il fumetto si trovano spesso riferimenti alle diverse tecnologie disponibili, con il risultato che il lettore si senta a proprio agio anche tra le vignette.
Ma in questo mondo narrativo ci sentiamo a casa soprattutto perché esistono i comics in cui gli eroi di punta sono Batman, Superman e Spider-Man; sono usciti i film di Star Wars; è possibile collezionare i gadget di Kermit la rana e Godzilla. Non mancano le sfide per i cacciatori di citazioni ed easter egg, poiché Houser ne dissemina lungo tutti i capitoli. Oltre a quanto già segnalato, notiamo un’action figure di Darth Vader, una critica non troppo velata ai lungometraggi tratti dai fumetti, un accenno a Justin Bieber…
Come ogni amante di cultura pop che si rispetti, anche Faith ha la sua serie tv preferita, della quale non perde neppure una puntata. Si tratta di Night Shifters, telefilm di fantascienza inventato da Jody Houser appositamente per il suo racconto, del quale sono mostrati i personaggi e alcune scene.
In questo caso, come quando siamo resi partecipi dell’immaginazione della protagonista, Portela cede la matita a Marguerite Sauvage, già all’opera sulle pagine della serie DC Comics Bombshells. Il tratto di questa disegnatrice è morbido e sinuoso, quasi caricaturale nella resa delle emozioni più forti. Il fatto che il suo utilizzo sia limitato alle vignette in cui la fantasia è l’elemento dominante consente di percepire il distacco tra realtà narrativa e finzione, alleggerendo la tensione. Spesso Sauvage esagera nell’accentuare la mimica facciale dei personaggi, rischiando di ottenere un effetto parodico, probabilmente non desiderato.
Ecco allora che la presenza preponderante di Portela riporta nei binari della normalità il lato artistico, grazie alle linee spesse e alle pose classiche, nell’ambito del fumetto di supereroi.
I disegni dello spagnolo, autore anche delle matite della serie Lanterna Verde, ricordano quelli del collega Billy Tan, in particolare quando si osservano i volti molto espressivi, soprattutto nei momenti di maggiore tensione. L’artista, inoltre, offre il meglio di sé quando fa uso di inquadrature ampie, non per forza delle splash-page, che sono comunque di grande impatto, ma appare sacrificarsi quando organizza la pagina in vignette verticali, solitamente tre.
Infine, la colorazione: tenendo presente la distinzione tra ciò che accade realmente e ciò che viene solamente immaginato da Faith, sottolineato dall’uso di tinte pastello dal forte richiamo onirico, è il bianco del costume di Zephyr a saltare all’occhio, distinguendosi da tutti gli indumenti indossati dagli altri personaggi che, pur vantando una vasta gamma di colori, non hanno mai toni eccessivamente brillanti. La sceneggiatura prevede altre due variazioni in ambito cromatico, concretizzate dal lavoro dei coloristi Michael Spicer e Pete Pantazis, che affiancano Andrew Dalhouse. Il primo sceglie gradazioni più acide, il secondo più cupe.
“Cicciottella” da record
Negli Stati Uniti, Faith ha segnato la storia, diventando la serie con il maggior numero di ristampe nel lasso di tempo più breve. Alcuni albi hanno addirittura registrato il tutto esaurito nei preordini, prima ancora di arrivare sugli scaffali delle fumetterie americane. Che cosa ha scatenato questo successo di vendite?
È forse opportuno sottolineare innanzitutto il modo in cui la stampa parla di Faith. Fa riflettere, ad esempio, l’uso nel redazionale dell’edizione italiana del termine “cicciottella”. Similmente all’espressione curvy, suggerisce un – non necessariamente intenzionale – voler giustificare o minimizzare qualcosa di negativo, fuori dalla norma. All’interno del fumetto, invece, non ci sono mai riferimenti al corpo di Faith, né da parte sua, né da parte degli altri personaggi.
Il merito del personaggio è, soprattutto, quello di spianare la strada a una rappresentazione diversa, ma mai anormale, di donne e ragazze, in cui “grassa” non abbia più un’accezione denigratoria. Per quanto questa scelta narrativa possa sembrare lontana dalla realtà che vivono le donne sovrappeso tutti i giorni, Jody Houser ha scelto di creare uno spazio libero, in cui le lettrici e i lettori emarginati possono identificarsi in un modello eroico, forte, coraggioso, altruista e un po’ naive.
L’esempio di accettazione di sé di Faith è liberatorio, per se stessa e per i lettori. Faith non è emarginata, è un personaggio che può insegnare, a tutti quelli che leggono, ad accettare alcuni limiti affrontando la vita con coraggio e consapevolezza. È forse proprio questa sua forza intrinseca ad attirare numeri “oversize” di lettori, portando alla nascita della pubblicazione regolare dopo la miniserie di quattro numeri a lei dedicata.
Tra spontaneità e malizia
Faith è un personaggio per cui è difficile non fare il tifo. Gli autori del volume le donano, tra testi e disegni, una profondità di carattere che suscita interesse e che eleva l’intera storia, trascinando il lettore con sé fino all’ultima pagina. Il ritmo narrativo è dinamico, rallentato solo in alcuni punti da una traduzione italiana spesso troppo letteraria.
Le citazioni, che in altri contesti potrebbero risultare eccessivamente numerose e stucchevoli, finiscono qui per scorrere più o meno liberamente, diventando un ulteriore spunto per l’immedesimazione del lettore. Allo stesso tempo, però, potrebbero essere interpretate come un espediente malizioso usato dalla scrittrice per catturare facilmente l’attenzione del pubblico.
Si può auspicare che, raggiunto lo scopo, come reso manifesto dal record di vendite, le strizzate d’occhio diminuiscano, lasciando più spazio allo sviluppo di temi socialmente importanti, che possono brillantemente essere veicolati da una protagonista atipica e interessante come Faith.
Il volume include anche numerosi extra nell’appendice, secondo la tradizione Valiant, in cui spicca una galleria di cover variant.
Abbiamo parlato di:
Faith 1 – Hollywood e la Vigna
Jody Houser, Francis Portela, Marguerite Sauvage, Terry Pallot, Andrew Dalhouse, Michael Spicer, Pete Pantazis
Traduzione di Fiorenzo Delle Rupi – Arancia Studio
Edizioni Star Comics, novembre 2016
128 pagine, brossurato, colori – 8,90 €
ISBN: 9788822601070