Pur nella sua semplicità e apparentemente innocua allegria – ma senza dimenticare la sua professionalità e bellezza – la Tre Trighi Collection, simpatica antologia creata da Simone “Sio” Albrigi, Davide “Dado” Caporali e Luigi “Bigio” Cecchi (più un bravo ospite, Ken A. Federico), è un albo paradigmatico, perché raccoglie in sé elementi molto attuali che descrivono bene la contrapposizione tra “nuovi” e “vecchi” modi di fare e intendere il fumetto.
Non mi sto riferendo alle storie, che sono tutte convincenti e delle quali parlerò dopo, ma piuttosto a ciò che le accompagna, e che vorrei elencare qui sotto:
Punto primo: Sio, autore che nonostante il grande successo riesce a dividere il pubblico.
Punto secondo: la rapidità, dato che le storie di questa antologia non sono state create in mesi di riflessioni ed elaborazioni bensì in un solo giorno nell’ambito della 24 Ore Comics, manifestazione online aperta a tutti, senza vinti né vincitori, senza premi se non quello di sopravvivere alla maratona portando a termine il proprio lavoro.
Punto terzo: il concetto di fumetto disegnato con l’uso di strumenti tecnologici, e con l’obiettivo di apparire per prima cosa su internet.
Punto quarto: la socialità, dato che in occasione della 24 Ore Comics alcuni fumettisti tra cui il trio Tre Trighi hanno lavorato insieme, dormendo in gruppo come nei vecchi pigiama party oppure mantenendosi in contatto tramite il web, cercando di vincere la tradizionale solitudine che accompagna il lavoro di un autore.
Punto quinto: la “diffidenza” verso gli editori, oggi visti non tanto come massimo punto d’arrivo ma a volte come un peso necessario, quando non un ostacolo.
Punto sesto e ultimo: la presenza attiva dei lettori, messi in grado di interagire con gli autori, di osservare lo sviluppo degli episodi e di leggere le storie quasi in diretta.
Riguardo questi due ultimi punti, sta scritto infatti nella presentazione all’albo: “Tre Trighi (…) è una piccola etichetta indipendente che i tre autori hanno creato con lo scopo di seguire la semplice passione per il fumetto, senza pressioni editoriali e per arrivare ai lettori in maniera più diretta possibile.”
E se ci si fa caso, anche la copertina dell’albo non si sofferma su questo o quel racconto, sui personaggi o sui generi narrati, ma sull’evento che ha portato alla loro creazione, sulle tavolette grafiche, le patatine, i colori, i caffè e i dolciumi. Su un evento che i tre autori hanno cercato fin dall’inizio di imporre non come una sfida ma come una festa, un’occasione conviviale per stare insieme coltivando le proprie passioni.
Quello che dunque a occhi distratti può sembrare un “semplice” fumetto composto da sette racconti di 24 tavole ciascuno, si rivela essere forse l’albo più “programmatico” di questa new wave del fumetto italiano, poiché narra l’avvento delle nuove generazioni, delle nuove idee e dei nuovi modi di metterle in pratica. E basterebbe questo per rendere l’antologia degna di attenzione; ma se leggendola si scopre anche che le storie sono belle, professionali e personali, pur non essendo – e non atteggiandosi! – capolavori, ma racconti adatti a un pubblico giovane, è facile capire come in questo caso ogni promessa sia stata mantenuta.
Passiamo dunque alle storie, riguardo alle quali la prima cosa che sicuramente va notata è che hanno un occhio di riguardo per il sentimento, ma soprattutto che rispecchiano alla perfezione i rispettivi autori.
Abbiamo dunque un Sio nel suo consueto ruolo di “funambolo del fumetto”, col suo stile minimalista e con le trame che sembrano procedere “a briglia sciolta” inanellando gag a ripetizione e continui cambi di scena; storie surreali e assurde, quasi ingenue e bambinesche – ma attenzione: detto nel senso migliore del termine – che partono da premesse semplici come un viaggio in un paese lontano o il desiderio di spedire una lettera a un innamorato, ma che alla resa dei conti dimostrano non solo che il loro autore è capace di mantenerne il controllo, ma anche che è in grado di creare racconti lunghi, complessi e con un fondo di verità e di tragedia tanto inatteso quanto toccante.
E infatti, paradossalmente, sono proprio i due fumetti dell’autore più “comico” del trio ad avere i maggiori livelli di tristezza, crudeltà e disperazione; due belle storie, semplici, forse non profondissime, con incisi che a tratti rallentano la trama principale, e che bisogna leggere essendo “preparati” allo stile del suo autore per poterle apprezzare in pieno, ma che non deludono chi decide di affrontarne la lettura, e anzi stupiscono e coinvolgono nel loro riuscito tentativo di commuovere.
A fare da contraltare a Sio abbiamo Bigio, che invece si approccia alle sue due storie con il taglio tecnico del professionista, dell’intellettuale e dello scrittore. I suoi racconti di fantascienza, pur mettendo in rilievo l’aspetto umano sopra ogni cosa, e pur senza dimenticare avventura e divertimento, sono concepiti e narrati con chiarezza di intenti, precisione e rigore narrativi; il tutto senza mai tralasciare gli aspetti scientifici, un realismo sempre centrato e obiettivi chiari da raggiungere.
Tanto quanto le storie di Sio sono funamboliche e comicamente assurde, i fumetti di Bigio sono posati e rettilinei, diretti e precisi, con uno spazio narrativo equamente diviso tra azione e riflessione, tra “ragione e sentimento”, e arricchiti dalla creazione di mondi fantastici che il suo approccio rigoroso contribuisce a rendere reali e plausibili per tutta la durata della storia.
Da bravo e maturo autore Bigio riesce a condurci esattamente lì dove voleva che finissimo, e riesce a farlo intrattenendoci, coinvolgendoci e facendoci riflettere – ia quando narra le avventure di un cucciolo alieno e del suo padrone e sia quando ci racconta un futuro post-apocalittico nel quale i robot sorvegliano i pochi umani dormienti rimasti al mondo.
Infine, perfetto punto d’incontro tra i primi due “trighi”, abbiamo Dado, forse il più “fantastico” dei tre autori, il più “puro” nel riprodurre il genere che ama, capace di offrire una narrazione densa e la creazione di trame, personaggi e mondi che stupiscono per la loro fantasia e per il susseguirsi di avventure mai fini a se stesse ma nobilitate da un approccio fresco, lieve e positivo.
Autore dal segno leggibilissimo, dalla grande fantasia e con uno stile che richiama l’Akira Toriyama degli esordi, dei tre Dado è il più capace di affascinare e divertire grazie a una scrittura molto empatica e a un segno grintoso e dinamico, giocoso ma mai esagerato, esuberante ma mai indeciso. Dei tre, poi, è quello che maggiormente sa giocare coi sentimenti, proponendo soluzioni che si amalgamano senza fatica alla trama per poi prendere peso solo alla fine, dando un senso superiore a tutto il racconto.
Dado possiede infatti la capacità di commuovere con levità, narrando ad esempio le avventure di un gatto fuggito di casa o di una fotografa che in un mondo parallelo ha il sogno di immortalare un uccellino dagli strani poteri; capacità che può essere sottovalutata o ritenuta troppo “popolare”, ma che in mani abili si rivela preziosa.
Ma l’albo non finisce qui, in quanto oltre alle storie del tris di autori ne è presente un’altra, La fortezza di cuscini, scritta e disegnata da Ken A. Federico. L’autore si è distinto durante la sua partecipazione a una delle ultime 24 Ore Comics al punto da convincere Sio, Dado e Bigio a “ospitarlo” nella loro antologia; ma scrivo la parola “ospitarlo” tra virgolette, perché guardando e leggendo il suo fumetto appare chiaro che tale apparizione è stata meritata in pieno grazie a una storia immaginifica e piena d’inventiva che racconta di ossessioni, paure e degli animali “magici” incaricati di proteggere i bambini.
Racconto semplice quanto accattivante (seppure con qualche sottinteso di troppo e qualche domanda che resta senza risposta), fin da subito interessante e coinvolgente, e disegnato con un segno sospeso tra Europa e Giappone (il Giappone più personale, però, e meno commerciale), una linea chiara sempre controllata e corretta, efficacissima e professionale.
Narrata con stile e bravura, piena di personaggi che conquistano subito e dei quali viene voglia di sapere altro, La fortezza di cuscini è un fumetto ottimista e positivo, del quale sarebbe interessante leggere un seguito. Di certo il prodotto di un autore valido, che si spera possa trovare sbocchi professionali adatti a lui.
Paradossalmente, la parte che meno appare convincente della Tre Trighi Collection non è un fumetto bensì l’introduzione, che per quanto simpatica e affine alle atmosfere giocose dell’albo poteva essere concepita in modo migliore dal bravissimo Giacomo Bevilacqua. Trovandosi infatti l’autore nella privilegiata posizione di essere conosciuto dal pubblico, rispettato, e soprattutto di non far parte dell’antologia, avrebbe potuto anche approfittarne, un po’ come ho fatto io, per mettere in luce alcuni elementi validi senza il timore di essere mal visto.
Avrebbe potuto rimarcare la bellezza delle storie, ciò che il volume rappresenta nello scontro tra “vecchio e nuovo”, la bella iniziativa rappresentata dalla 24 Ore Comics, il valore di creare fumetti positivi e allegri dando così la giusta dignità all’intero progetto e ai tanti giovani autori che creano albi simili; anche gli acquirenti si sarebbero sentiti forse nobilitati nel loro acquisto e nella loro passione per la lettura di comics. Invece, limitandosi a essere una raccolta di battute, la prefazione pur se valida risulta un’occasione mancata; un pezzo capace di far passare solo un messaggio di disimpegno e di “gioco”, mentre l’albo avrebbe meritato di più.
In ogni caso, l’antologia Tre Trighi Collection è un prodotto piacevole in tutto, moderno, professionale e godibile, dall’approccio umano, emozionale, positivo e a tratti agrodolce. Semplice – forse troppo per alcuni lettori – ma non semplicistico, e frutto del lavoro di quattro autori di certo capaci. Un prodotto che piacerà ai lettori più giovani, i quali sapranno riconoscersi, appassionarsi ed emozionarsi leggendo queste storie; ma un lavoro che potrebbe piacere anche ai lettori più smaliziati, perché contiene il cuore di quello che è il fumetto oggi, e di quello che il fumetto ha sempre rappresentato.
Abbiamo parlato di:
Tre Trighi Collection
Sio, Dado, Bigio e Ken A.Federico
Tre Trighi, ottobre 2017,
200 pagine, brossurato, colore – 18,00 €