«Un capolavoro architettonico è un luogo che detta le sue regole emotive, sensoriali e spaziali» (Lucas Harari – intervista a franceculture.fr)
Lucas Harari, parigino classe 1990, è uno degli autori più promettenti della giovane generazione del fumetto francese e anche uno di quelli che con il suo stile molto personale più si distacca da alcuni canoni classici della BD – come il realismo – pur tradendone nel segno per certi aspetti lo studio e l’assimilazione.
Edizioni Sarbacane, casa editrice d’oltralpe giovane, intraprendente e innovativa (è l’editore che dette fiducia a Lorenzo Palloni e Andrea Settimo pubblicando il loro fumetto The Corner, dopo che in Italia era stato rifiutato da più editori), non poteva che annoverare Harari tra i suoi autori pubblicandone la graphic novel d’esordio, L’Aimant, che Coconino porta in Italia con il titolo L’attrazione.
Harari si è laureato nel 2015 in arti decorative a Parigi, ma prima di intraprendere tale percorso accademico aveva avuto un passaggio lampo universitario in architettura. Proprio l’attrazione per questa disciplina, unita a una passione per la montagna e le sue leggende, sono i due elementi principali su cui si fonda l’intero fumetto.
La storia racconta di Pierre, giovane studente parigino in architettura, che interrotti gli studi poco prima di finire la tesi di laurea, intraprende un viaggio in Svizzera per visitare le terme di Vals, magnifico edificio progettato dall’architetto Peter Zumthor1 nel cuore della montagna. Il complesso termale, oggetto della sua tesi, lo affascina e lo ossessiona da sempre e questa attrazione nasconde qualcosa di misterioso e, forse, fantastico.
In un racconto che ha l’incedere di un mistery, l’autore regala alla narrazione un ritmo costantemente alto, sviluppando l’intera trama in un discreto ma non certo consistente numero di pagine. Col progredire della lettura il lettore è invogliato ad arrivare alla conclusione non tanto, o non solo, per scoprire la soluzione del mistero quanto per scoprire il destino che Harari ha riservato al suo protagonista e agli altri personaggi, tutti interessanti e ben caratterizzati con pochi tratti e battute.
Efficaci sono anche l’apertura e la chiusura della vicenda. La prima e l’ultima pagina del fumetto mescolano finzione e vita reale di Harari con il trucco del ritrovamento del quaderno di appunti di Pierre – inviato da quest’ultimo al padre del fumettista, professore alla facoltà di architettura – dando alla storia un andamento compiuto. L’Attrazione dunque non è altro che un resoconto a fumetti che l’autore ha basato sugli appunti del protagonista della vicenda, in un gioco di realtà (inventata) e finzione che porta ad accettare sia i risvolti realistici che quelli surreali del racconto.
Da un punto di vista stilistico, Harari concentra nel suo stile tanto la lezione della linea chiara teorizzata da Joost Swarte quanto influenze assolutamente riconoscibili di autori come Hergé e anche Charles Burns.
Ciò che colpisce immediatamente è la particolare struttura con cui sono costruite tutte le tavole del fumetto, laddove sono completamente eliminati gli spazi bianchi e i vuoti tra le vignette. Queste ultime sono le une attaccate alle altre in una sorta di flusso narrativo continuo e costante anche dal punto di vista visivo che va ad assecondare il ritmo elevato della narrazione.
Tuttavia, talvolta questa “fusione” delle vignette rende complicato per i lettore capire alcuni cambi di scenario, soprattutto quando la colorazione adotta toni più scuri, come nelle ambientazioni notturne.
Come detto all’inizio, l’architettura è protagonista della storia al pari di Pierre e la capacità di Harari di restituire su carta i tagli prospettici, gli scorci, gli interni e i dettagli architettonici delle terme di Vals è notevole.
Il fumettista parigino, per dirla con la definizione che Paolo Bacilieri ci ha regalato in una recente intervista intorno all’architettura, appartiene alla categoria di autori denominati Proustiani che nelle loro storie rievocano, ricostruiscono, con una forza e precisione che spesso superano le necessità diegetiche, oggetti, costumi e tecnologia, per far vivere al lettore quei luoghi in cui si svolge la vicenda, rendendoli protagonisti e non solo sfondo della stessa.
Colpisce che le pagine in cui a farla da padrone siano le terme di Vals siano quasi sempre mute e prive di dialoghi, quasi che Harari voglia far parlare il disegno, permettendo al lettore di leggerlo così come si legge una tavola di un progetto architettonico, che non ha bisogno di parole per essere spiegata.
L’attrazione è dunque un’opera prima di tutto rispetto, un esordio che ci presenta un giovane autore dallo stile particolare e capace di raccontare storie avvincenti e originali.
Abbiamo parlato di:
L’attrazione
Lucas Harari
Traduzione di Emanuelle Caillat
Coconino Press – collana “Coconino Cult”, 2018
152 pagine, brossurato, colore – 23,00 €
ISBN: 9788876183799
Peter Zumthor, nato a Basilea nel 1943, è un architetto svizzero, vincitore del Pritzker Prize nel 2009. Le terme di Vals, costruite tra il 1993 e il 1996, sono uno degli edifici più importanti da lui progettati e realizzati ↩