Con Il Papa terribile Alejandro Jodorowsky prosegue la sua incursione storica in quello che potrebbe essere l’ideale seguito della sua personale versione della storia della famiglia Borgia illustrata da Milo Manara. Questa volta il protagonista è un diretto avversario della famiglia di origine spagnola: si tratta di Giuliano della Rovere, che diventa Papa Giulio II, presto famoso come il fondatore dei Musei Vaticani, ma anche come “Papa terribile”. Il suo pontificato è infatti segnato da due grandi temi: la sua passione per l’arte e le sue mire politiche, che lo vedono in rivalità con Rodrigo Borgia e attivo con una serie di campagne di conquista che muove in diverse regioni d’Italia con continue alleanze e tradimenti.
Arte, intrighi politici e guerra sono un terreno estremamente fertile per Jodorowsky. Ma l’artista cileno non ha certo alcuna intenzione di accontentarsi e partendo dai fatti storici e da diverse ipotesi che ci gravano intorno – su tutte la presunta omosessualità di della Rovere – spinge con forza il suo spirito più dissacrante e grottesco per lavorare sulla sua interpretazione storica.
Il sesso, soprattutto quello omoerotico, diventa chiave di volta di eventi e situazioni, affiancato al tema della morte, in un ballo tra eros e thanatos esagerato e vorticoso come un flamenco. Esplicito, esibito, spudorato, l’atto sessuale diventa cifra stilistica e una continua serie di colpi al lettore condotti con un’ironia grottesca e destabilizzante. Giulio è tratteggiato come un satiro dalle voglie insaziabili e dalle potenti prestazioni. Ma l’amore per uomini e giovinetti non è solo depravazione e piacere, ma anche strumento e a volte motore di scelte e azioni. In più di un’occasione, nel corso dei quattro volumi che compongono la serie e che sono raccolti in questo integrale, l’incontenibile attitudine a soddisfare voglie e desideri diventa per il Papa arma o espediente con cui convincere, costringere o mettere in trappola.
Il tema del sesso è spesso anche chiave di (ri)lettura dei personaggi storici e dei loro caratteri, come Machiavelli che ha una fissazione per le donne obese, o Michelangelo che si lascia conquistare dal Papa attraverso la sodomia.
Non mancano poi altri elementi che fanno parte della poetica dello sceneggiatore: Giulio II si scontra anche con una serie di visioni mistiche che fanno basculare il terribile protagonista tra esaltazioni megalomaniache e crisi, che però non riescono comunque a scalfire davvero la sua baldanza e sicumera.
Nelle sapienti mani di Jodorowsky, questi eccessi, queste esagerazioni, non diventano mai veicolo per il demenziale o per la dissacrazione fine a sé stessa. Il racconto e la lettura sono appassionanti, gli intrighi e le componenti giocano con stilemi della narrazione di avventura o del romanzo d’appendice – come i diversi marchingegni che Giulio si fa costruire da Leonardo Vinci e degni di una versione ante litteram e steampunk dell’M di 007 – e i temi e le psicologie, seppure esasperate, non sono mai pretestuose o banali. Jodorowsky gioca, si diverte e provoca, questo è chiaro, ma l’autore è anche perfettamente consapevole di stare costruendo qualcosa che faccia partecipare al gioco anche i suoi lettori, e non solo un balocco per sè stesso.
Per realizzare questo racconto, lo sceneggiatore trova in Theo il partner ideale. Il disegnatore fiorentino – all’anagrafe Theo Caneschi – mette su tavola una linea chiara dai toni realistici e che esprime molte delle componenti barocche di questa storia, portandoci dentro un Rinascimento concreto fatto di costumi, palazzi e arredi lussuosi e tangibili, ricchi di dettagli, e un generale sapore estetico che richiama artisti del periodo – come quelli che diventano coprotagonisti della storia, quali i già citati Da Vinci e Michelangelo o Raffaello -, e con un fondamentale lavoro sulla carne, altra protagonista di questa storia e, anche questa, in cui vige una componente di eccesso. Ci sono corpi statuari da scultura classica di soldati e amori, ci sono corpi vecchi, grinzosi e sui quali appaiono i segni dell’imminente marciume (o forse semplicemente le evidenze di quel marciume che sempre ci ha abitato dentro), e strabordanti corpi dove il grasso travalica dimensioni umane, come quello delle prostitute tanto amate da Machiavelli o come quelle del corpo di Isabella Gonzaga.
A illuminare il grande lavoro di Theo ci sono i colori di Sebastien Gerard, Florent Bossared e Luca Merli: e la luce è altro punto cardine di questo racconto e domina, tavola dopo tavola. Una luce che rende brillanti i colori e azzurri i cieli, nitida e sferzante che tocca ulteriori picchi di intensità nei momenti mistici. C’è poco buio, anche quando cala la notte e basta anche solo una piccola fiammella a rischiarare una scena o un interno.
Il Papa terribile è l’ennesimo, esagerato racconto di Jodorowsky nel quale tuffarsi, divertirsi e lasciarsi provocare, coadiuvato da immagini in cui perdersi con piacere. Qualitativamente ottima l’edizione Panini Comics, che però risulta forse un poco carente di materiali a corredo. Piacevoli gli schizzi ma completamente assente qualsiasi approfondimento o editoriale che offrano una qualsivoglia contestualizzazione all’opera o ai personaggi storici, sprecando per altro alcune pagine: il volume infatti si chiude con una galleria con le splendide copertine di Theo. Peccato che le stesse siano già presenti all’inizio di ogni capitolo, trovandosi quindi qui ripetute.
Abbiamo parlato di:
Il Papa terribile – L’integrale
Alejandro Jodorowsky, Theo
Traduzione di Clara Ciccioni e Isabella Donato
Panini Comics, 2022
240 pagine, cartonato, a colori – 28,00 €
ISBN: 9788828714262