Il “Topolino” del 2011

Il “Topolino” del 2011

Lo scorso anno il settimanale Disney ha raggiunto l'apice del progetto di rilancio voluto dalla direttrice Valentina De Poli, offrendo una testata che, pur con i suoi alti e bassi, è riuscita ad attestarsi su una qualità significativa.

Pensando a Topolino i lettori di fumetti grandicelli ma anche il classico uomo della strada sostengono spesso che “non è più come una volta“.
L’invincibile meccanismo della nostalgia, che ci convince che le cose di cui fruivamo ai tempi dell’infanzia fossero tutte belle e quelle di oggi siano inevitabilmente decadenti, colpisce anche il settimanale della Walt Disney Italia.

Ma basterebbe un occhio attento e privo di pregiudizi per osservare che, in particolare nell’anno appena concluso, Topolino è riuscito ad affermarsi come un giornale decisamente trasversale, la cui impostazione si dimostra attenta alla qualità dei fumetti e alla bravura degli autori che lavorano alle storie più che in passato, e in cui rubriche e argomenti sono spesso incentrati su avvenimenti e ricorrenze che nulla hanno di infantile, anzi.
Non sto parlando solo dell’attenzione all’ambiente, che oltre ad essere un vecchio cavallo di battaglia del “Topo” è un esempio fin troppo banale: la direttrice Valentina De Poli, a capo delle testate Disney da fine 2007, ha dimostrato di avere un occhio di riguardo per quelle istanze dell’attualità che non sono prive di spessore e importanza, tanto per un pubblico di ragazzini quanto per i lettori più maturi. I 150 anni dell’Unità d’Italia sono stati l’avvenimento più celebrato dal “Topo” nel 2011, con ben due lunghe storie a tema, rubriche, eventi, concorsi… Un insieme di attività che ha voluto far capire ai lettori l’importanza di tale ricorrenza.
Ma a ruota si possono ricordare l’anno della chimica, il centenario dalla conquista del Polo Sud, il problema della fame nel mondo, la banda larga… Tanti spaccati della vita reale e del panorama culturale che con storie e approfondimenti riescono a educare divertendo i più giovani e arricchendo anche gli adulti.

Dal punto di vista del fumetto, abbiamo una buona media di storie assolutamente godibili, di qualità e anche con temi adulti e interessanti. Il merito è soprattutto del parco autori in forza alla testata, alcuni voluti e cercati dalla direttrice: sto pensando ovviamente a Francesco Artibani, fuoriuscito dalla Disney nei primi anni 2000 e tornato proprio grazie all’interessamento della De Poli. Artibani ha scritto storie decisamente di buona qualità negli scorsi mesi, prendendo in mano in modo convincente la saga di DoubleDuck (Agente Zero, sui nn. 2919-2920-2921) e creando un altro paio di storie in cui si nota la sua abilità di sceneggiatore.
Ma tra i validissimi autori che attualmente scrivono su Topolino ci sono molti altri nomi degni di rilievo. Tito Faraci, nonostante i suoi numerosi impegni fumettistici, ha trovato comunque il modo di scrivere qualche simpaticissima storia come Topolino, Rock Sassi e Manetta in: Una Maglia Rosa in Giallo (n. 2893) e Archimede e Amelia in un Mistero Ultra-Largo (n. 2917).

Tra le punte di diamante, poi, è impossibile non parlare di Casty (intervistato da Lo Spazio Bianco proprio pochi mesi fa), che solo con Topolino e la Rivolta delle Didascalie (n. 2900) e con Topolino e la Marea dei Secoli (nn. 2918-2919) rientra nel novero dei migliori autori dell’anno. Ben accompagnato da gente come Fausto Vitaliano e Teresa Radice. Il primo continua a sfruttare il suo stile dissacrante e cinico per comporre storie in cui il messaggio è sempre più ampio di quanto possa apparire in superficie. Questo gli consente di rendere i personaggi Disney decisamente nella parte, con una verve irresistibile e pronti a vivere storie che possono lasciare qualcosa di inaspettato al lettore, come avvenuto nelle Cronache dal Pianeta T (nn. 2891-2892-2902-2903-2904-2905-2926), saga fantascientifica che pone l’accento sul pericolo delle dittature e sui loro sintomi, o nella recente Zio Paperone e la Profezia a Ritroso, che mette alla berlina in modo ironico e spietato tutti quei cosiddetti scienziati che marciano sulla moda e le inquietudini del momento, in questo caso la fine del mondo.
Teresa Radice, quasi sempre con i disegni del marito Stefano Turconi, ha uno stile molto dolce e morbido che le consente di creare storie colte e avvincenti come Topolino e il Grande Mare di Sabbia (n. 2907), uno dei capolavori assoluti del 2011 a fumetti, una storia raccontata con maestria e sensibilità dove l’atmosfera è vincente ed emozionante. Sono sinonimo di qualità anche la serie di Pippo Reporter (nn. 2883-2885-2887), dove l’ambientazione dei primi del ‘900 rende possibili molti riferimenti storici e culturali non banali, e le storie in cui Pippo e gli altri comprimari vengono sfruttati ottimamente nelle loro possibilità espressive.

Da non dimenticare è poi Roberto Gagnor che, tra il raccogliere il testimone delle avventure di Dinamite Bla dall’amico Vitaliano (Dinamite Bla in: Una Questione di Famiglia e Melanzane, n. 2905) e il creare una serie di avventure che attraversano la storia dell’arte (dal n. 2922), riesce ad affermarsi come uno dei migliori scrittori disneyani. Proprio La Storia dell’Arte di Topolino è, a mio avviso, uno dei suoi apici narrativi; qui riesce a coniugare il suo irresistibile stile ironico con temi di un certo spessore e con una cavalcata storica di tutto rispetto.
Ma ci sono anche altri scrittori degni di nota, come Bruno Enna, che anche nel 2011 riprende in mano Paperino Paperotto (Il Grande Sonno, nn. 2898-2899-2900) con una classe che non ha eguali, e in cui stavolta omaggia il genere fantascientifico in modo ottimo, o come Marco Gervasio, che torna a scrivere Paperinik nella sua accezione più classica…
Insomma, grandi menti sono attualmente all’opera su Topolino, e questo assicura fumetti di una certa qualità per come conciliano il divertimento con la maturità delle tematiche. Il tutto è accompagnato dal comparto artistico che grazie a certi artisti è veramente all’eccellenza. Claudio Sciarrone, Stefano Turconi, Andrea Freccero, Casty, Paolo De Lorenzi, Vitale Mangiatordi, Paolo Mottura, Lorenzo Pastrovicchio, i Maestri Giorgio Cavazzano e Massimo De Vita, Silvia Ziche che anche ai testi riesce sempre ad essere un’autrice ottima e sorprendente…
Un crogiuolo di artisti veri, maghi della matita e/o della tavoletta grafica, che su quelle tavole creano disegni meravigliosi.

Quello che manca a Topolino è l’omogeneità. Perché il settimanale è un antologico, una raccolta di storie di vario tipo e come tale, accanto ad avventure ottime, avvincenti, intelligenti e mature, abbiamo inevitabilmente storie brevi oppure storie che non hanno quel quid che le fa apprezzare a lettori che hanno superato l’infanzia, storie magari prive di pathos o di trame veramente coinvolgenti o che si prestino a più livelli di lettura.
Fa parte del gioco, è la formula che fa esistere il settimanale in Italia da molti decenni e che, se da un lato penalizza la luminosità di certe perle, dall’altro consente sicuramente una varietà di stili e di pubblico di riferimento che col tempo può comunque portare frutti inaspettati.

Topolino è più vitale che mai, in questa fase, grazie alla direttrice e all’impostazione che dà al suo giornale, e grazie agli autori che stanno cavalcando quest’onda positiva per la produzione di fumetto Disney.
Tutto questo prepara un 2012 che si spera possa essere sempre più qualitativamente appagante e ricco di idee intelligenti e interessanti.

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