Sembra che la Marvel abbia trovato un nuovo scrittore di punta in Jed Mackay. Dopo le ottime prove su Black Cat, Moon Knight and Death of Doctor Strange, la Casa delle Idee ha deciso di affidargli il puntuale one-shot di fine anno dedicato a lanciare la programmazione delle storie future. E qual miglior modo di farlo se non parlando di multiverso e alterazioni temporali, visto la centralità di questi concetti nella nuova fase del MCU? E infatti il protagonista di Timeless è proprio Kang il conquistatore, introdotto nella serie televisiva Loki e reduce dalla riuscita miniserie a lui dedicata, scritta da Collin Kelly e Jackson Lanzing e disegnata da Carlos Magno. In questa storia, ad affiancarlo nelle sue avventure a spasso per il tempo e in una linea temporale che si rifiuta di morire c’è il dottor Petrov, esperto di superumani e di supervillain: con questo semplice espediente Mackay riesce a dare giustificazione al necessario e sfiancante didascalismo tipico di queste operazioni atte a mettere l’acquolina in bocca ai fan.
Ben più importante, la presenza di Petrov permette allo scrittore di approfondire in maniera centrata il personaggio di Kang, la sua personalità, le sue pulsioni, il suo fascino. A dare peso a questa caratterizzazione c’è, nella prima parte della storia, la prova muscolare e solida di Kev Walker, qui quanto mai potente e scultoreo (quasi mignoliano in alcuni chiaroscuri), ben a suo agio in ambientazioni che spaziano da una preistoria violenta a un futuro apocalittico, capace di rendere tutta la brutalità fisica ma anche il carattere machiavellico del protagonista.
Nella seconda parte, Greg Land offre una prova molto più convincente dei suoi standards, con alcune sequenze particolarmente efficaci grazie a una costruzione della tavola funzionale alla sezione che funge da preview per il futuro Marvel. Infine, la terza parte del racconto è affidata al decano Mark Bagley, anche lui particolarmente in forma soprattutto nei momenti di confronto dialettico tra i personaggi, tratti del volto dei quali risultano sempre emotivamente ben caratterizzati. Meno intenso risulta invece il combattimento: la parcellizzazione della tavola in molte vignette e la minutizzazione dei dettagli tradisce un approccio più classico che fa perdere di potenza allo scontro. Ben più forte è la sua conclusione, con il disegnatore che sfrutta lo spazio delle tavole per dare risalto al drammaticità muscolare del confronto.
Pur presentando tre disegnatori molto diversi tra loro, il risultato è piacevole e mai straniante. Parte del merito va ai colori del sempre preciso Marte Gracia: la palette cangiante, piena e vitale del colorista permette di armonizzare il tratto dei tre disegnatori. Questi elementi riescono a distinguere Timeless, almeno in parte, dalle decine di insipidi one shots dedicati a maxieventi o nuovi indirizzi editoriali visti negli ultimi anni.
La tavola finale, spoilerata ormai in tutto l’etere, arriva inaspettata e proietta sia una luce di curiosità che (tante) ombre di dubbio: l’ingresso di un “miracoloso” personaggio nell’universo Marvel ricorda già a molti (con interesse e spavento) l’operazione Doomsday Clock della Distinta Concorrenza. Anche se recenti rumor paiono andare per un’altra strada, resta la speranza che la Casa delle Idee affidi questo inatteso sviluppo finale di Timeless proprio al suo nuovo Golden Boy, Jed Mackay.
Abbiamo parlato di:
Timeless
Jed Mackay, Kev Walker, Greg Land, Mark Bagley, Marte Gracia
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, 2022
48 pagine, spillato, colore – 5,00 €
ISBN: 9788828712268