Timed #1-Rio 2031: the time(d) has come

Timed #1-Rio 2031: the time(d) has come

Shockdom presenta il primo volume del suo nuovo universo supereroistico e crossmediale, una valida introduzione all'universo Timed.

È con Rio 2031, volume cartonato di 64 pagine scritto da Giuseppe Andreozzi e disegnato dal brasiliano Gabriel Picolo, che esordisce Timed, tentativo tutto italiano di creare un universo supereroistico fatto di storie a fumetti, un gioco in realtà virtuale e altri progetti collaterali. Il tutto edito da Shockdom e pubblicato in Italia e in Brasile, dove la casa editrice ha recentemente aperto una filiale.

Un progetto ambizioso, dunque, che nelle intenzioni dei suoi ideatori dovrebbe contenere storie di tutti i generi non limitandosi solamente a racconti stile Marvel o DC, e ambientato in un futuro nel quale due enormi multinazionali si contendono il mondo attraverso un conflitto politico ed economico che non esita a trasformarsi in “fisico” quando la situazione lo richiede. Questo grazie ai “timed” , esseri umani dotati di incredibili poteri che lottano per l’uno o l’altro schieramento. I “timed” hanno però un problema: i loro poteri rapidamente li consumano, portandoli a una morte precoce in pochi anni.

Ognuno di questi elementi è ben rappresentato in Timed #1 – Rio 2031, che ci racconta proprio uno di questi scontri in una Rio de Janeiro in bilico tra due alleanze e contesa da entrambe le multinazionali. Tra lotte violente a base di superpoteri, intrighi, sotterfugi, voltafaccia, tradimenti, segreti, esplosioni e morti, l’albo scivola via nel modo migliore, rivelandosi capace di mantenere tutte le promesse fatte al lettore, divertendolo e intrattenendolo nel modo migliore.

La trama di questo primo volume è completa ed esaustiva, introduce correttamente le varie parti in causa, chiarisce quelli che saranno i leitmotiv del progetto. Funziona bene come introduzione e lascia lo spazio per rivelazioni future evitando di esagerare con le informazioni.
In questo senso è sicuramente da lodare la sceneggiatura di Andreozzi, il quale dimostra di trovarsi perfettamente a suo agio con tutti gli elementi più tipici del fumetto americano di stampo supereroistico, al punto che se anche i suoi personaggi non possono dirsi affatto originali e la trama si snoda in maniera a tratti schematica, la professionalità della messa in scena, la ricchezza di elementi e la brillantezza dei dialoghi riescono a fare immediatamente sentire a suo agio chi legge, lasciandolo libero di godersi la storia senza pensare ad altro. Di rado capita di leggere sceneggiatori italiani cosi bravi in questo genere di riproposizione.

Questo per quanto riguarda il lato positivo. Da quello negativo va però riportato il fatto che per quanto  appassionante e capace di intrattenere in maniera ottima,  per ora la storia di questo primo episodio non offre molto di più rispetto a un qualsiasi albo di supereroi. Ci sono intrighi internazionali, nemici che si scontrano, robot e superpoteri, e dei protagonisti non molto carismatici, versioni italiane dei classici Flash, Kitty Pryde degli X-Men, Karnak degli Inumani e via dicendo.

Anche se la storia ha degli elementi distintivi sembra dunque  mancare – almeno per il momento, dato che i prossimi volumi sembrano promettere un punto di vista molto più promettente e particolare – quel “quid” in più che renderebbe il progetto davvero significativo e diverso dai molti altri che si affacciano continuamente sulla scena.

Neanche il concetto alla base di tutto è esattamente nuovissimo: fu proprio la Marvel a lanciare negli anni ’80 la serie Strikeforce Morituri i cui protagonisti accettavano di sottoporsi a esperimenti in grado di dar loro enormi poteri ma che li avrebbero portati alla morte nel giro di un anno. In quel caso quella scelta atroce era dettata dal desiderio dei cittadini di proteggere la Terra da ferocissimi alieni, crudeli al punto da trasportare esseri umani vivi nello spazio e poi gettarli fuori dalle astronavi in modo da farli bruciare col rientro in atmosfera, lasciando che la gente della Terra ne osservasse le scie infuocate.

Qui invece ci si chiede cosa spinga dei giovani con una prospettiva di vita bassissima a impegnare il proprio tempo rischiando di morire per gli interessi politici di alcune multinazionali, ma evidentemente essi rappresentano quelle persone che hanno deciso di impiegare i propri poteri in modo pratico e costuttivo, mentre nel mondo di finzione costruito dagli autori ci saranno sicuramente moltissimi altri “timed” che hanno ceduto alla tentazione del male, al caos o all’autodistruzione. Può essere comunque che una risposta più precisa ci venga data nei volumi successivi.

Riguardo i disegni va detto che svolgono correttamente il loro lavoro offrendo chiarezza e leggibilità particolarmente adatte a un numero introduttivo, albo che più di tutti ha la necessità di essere facilmente comprensibile.
Ma a una seconda occhiata si rivelano tutt’altro che esaltanti: il segno di Picolo esegue il suo compito delineando bene i personaggi e rendendoli sempre molto espressivi, le pagine sono corrette nella struttura, ma nelle vignette si vedono troppe semplificazioni, imprecisioni anatomiche e movimenti goffi. Gli sfondi sono spesso appena abbozzati, e risulta carente anche il mecha design (con robot anonimi e auto ridotte a “scatolette”), dando al fumetto un’idea di incompletezza e imperfezione, e rendendo il lavoro comunicativo e comprensibile per ogni tipo di lettore ma di certo non memorabile.

Le pagine, concepite cercando di adattarsi alla tipica gabbia “libera” e “epica” dei fumetti supereroici  americani, pagano anche il confronto con tali prodotti made in Usa, scomoda pietra di paragone quando si cerca di riadattarne gli stilemi, risultando perdenti. Vengono comunque migliorate dalla presenza di colori molto piacevoli e non invasivi, adatti al loro ruolo, che arricchiscono le pagine pur rimanendo al servizio delle immagini.

Un’altra piccola nota negativa riguardo i balloon, nei quali sono contenuti dialoghi che spesso si spezzano in una nuvoletta per terminare in quella successiva per mere esigenze di spazio. In realtà dividere i dialoghi spezzando in due una frase non è corretto, in quanto nel particolare linguaggio del fumetto i balloon hanno il ruolo di vero e proprio segno di interpunzione. Una sorta di “a capo” che va rispettato, poiché è il ritmo della frase a risentirne.

Ma a parte questo Rio 2031 è un fumetto valido, che si legge con piacere, che assolve perfettamente alla sua funzione, e che presenta una sceneggiatura davvero valida e dei disegni imperfetti ma chiari ed efficaci.

L’universo di supereroi che introduce ha le carte in regola per essere promettente, manca di morbosità ma anzi sembra orientato verso un’avventura piacevole e adatta anche ai lettori più giovani, e ha l’ulteriore pregio di contenere anche un elemento politico di solito assolutamente assente nelle produzioni italiane; un elemento non preponderante o invasivo ma che contribuisce a rendere il fumetto più ricco di contenuti.

Viene da chiedersi se il prezzo non sia eccessivo viste le abitudini del lettore italiano medio e dei fan dei supereroi, e se non sarebbe stato forse meglio optare per un prodotto più popolare. Ci si chiede anche come sarà strutturata la serie e se saprà offrire la continuity promessa, dato che i tre volumi iniziali raccontano tutti storie indipendenti e senza rapporti tra di esse.

Ma in definitiva il progetto Timed ha avuto un inizio efficace e può rappresentare davvero qualcosa di nuovo, può essere terreno fertile per sperimentazioni e banco di prova sul quale far crescere nuovi autori indipendenti. Si spera dunque che possa continuare ancora a lungo, offrendoci sempre storie altrettanto valide.

Abbiamo parlato di:
Timed #1 – Rio
Giuseppe Andreozzi, Gabriel Picolo
Shockdom, settembre 2017
cartonato, 64 pagine, a colori, 15,00 €
ISBN: 9788839302151

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