Nel (coraggioso?) mondo nuovo affrontato dai sopravvissuti dominano i principi fondamentali: il desiderio (ovvero: dare un futuro alla specie), la disperazione (come dare senso a tutte le perdite subite?) e, soprattutto, la morte. Rimossa nella vita reale, eventualmente spettacolarizzata o ridotta a innesco narrativo per whudunit seriali, nello scenario di Robert Kirkman la morte è presenza quotidiana e i sopravvissuti sono costretti ad affrontarla.
In questi episodi emerge anche l’ipotesi/speranza di attraversare una crisi temporanea (vi ricorda qualcosa riguardo alla crisi economica corrente?): se la condizione di zombie fosse reversibile, ucciderli sarebbe come uccidere un malato. Non si dovrebbe piuttosto rendere possibile il loro reinserimento nel mondo? La storia del genere horror offre la tentazione di una lettura allegorica: se lo zombie è il diverso (lo straniero, il bisognoso, il povero, il malato, la morte stessa) che ci mostra le nostre storture, Kirkman indica l’impossibilità o il rifiuto della convivenza? Probabilmente nessuno dei due: il contesto è solo il pretesto per la messa in scena delle relazioni fra gli esseri umani e sono queste, almeno per ora, che dobbiamo interrogare.
Con questo albo, abbiamo coperto il primo anno di pubblicazione: l’edizione da edicola ci permette quindi di apprezzare anche la gestione del ritmo e l’architettura.
Una domanda sorge spontanea: dietro la fattoria di Hershel c’è quella dei Thompson: perché non provare a fermarsi lì?
Abbiamo parlato di:
The Walking Dead #3 – La Fattoria di Hershel
Robert Kirkman, Charlie Adlard
Traduzione di Andrea Toscani (Libr@ry Mouse)
Saldapress, gennaio 2013
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,90 €
ISBN: 9772281068003003
simonerastelli
8 Febbraio 2013 a 14:34
Grazie.
Tu leggi l’edizione da edicola o quella da fumetteria? Hai conosciuto prima il fumetto o la serie tv?
simone
Davide Grilli
9 Febbraio 2013 a 14:32
Sono in pari con entrambe (serie tv e fumetto), posso dirti che i due plot sono abbastanza differenti; vedere la serie tv (soprattutto per la lentezza delle prime 2 serie) non pregiudica il piacere di leggere gli albi, anzi è interessante vedere come Kirkman gioca con le aspettative di chi ha letto il fumetto.
simonerastelli
10 Febbraio 2013 a 08:37
Bel dilemma: oltre al rischio spoiler e delusione, c’è anche quello di saturarsi. Comunque pare proprio che l’iniziativa di mandare TWD in edicola sia stata vincente per Saldapress.