The Scumbag: la spia che amava (sniffare)

The Scumbag: la spia che amava (sniffare)

Rick Remender si prende gioco delle nevrosi e dei tic del mondo occidentale con un personaggio sopra le righe che sfida le regole della spy story.

 

scumbagNella sua nuova serie per Image Comics, Rick Remender sceglie un classico della narrazione d’avventura: prendere una fonte di grande potere e metterla in mano alla persona meno adatta per poterla gestire. Così entra in scena Ernie Ray Clementine, eroinomane, sessista, bifolco, politicamente scorretto: in pratica, uno scumbag, un rifiuto, un reietto, un cafone, uno scarto della società, forse anche uno stronzo, se si prendono in rassegna tutte le possibili traduzioni di questo termine. E quando Ernie è al suo punto più basso, mentre si fa una dose comprata con soldi rubati alla beneficenza e se la sta facendo addosso in mezzo a una strada, viene in possesso di una dose di qualcosa di ben più potente, lasciato cadere durante la lotta tra due agenti segreti.

Con questa presentazione tutt’altro che esaltante per il protagonista inizia Scumbag, un’avventura che mescola fantascienza e una satira tanto gretta e grossolana, quanto efficace e divertente. In questo primo volume Remender presenta il personaggio principale, i comprimari (l’agenzia per il mantenimento dello status quo, l’autorità centrale, e Sorella Mary, voce narrante di tutto gli episodi) e i nemici (la Scorpionus, un gruppo di suprematisti bianchi che fa l’occhiolino all’Hydra della Marvel) costruendo una storia che punta tutto sul ritmo e sull’azione, che gioca con i canoni del genere spionistico sin dal nome (Missione Cocainefinger, come il ben più noto Goldfinger bondiano) ma che ben presto ripiega sui tipici stilemi spesso visti nelle storie dell’autore: un protagonista maschio che sembra incarnare il peggio del peggio (come visto già in Black Science, ma qui all’ennesima potenza) ma che nasconde forse un animo nobile; una donna che appare come luce della ragione ma che fa da spalla (a volte troppo stilizzata) al protagonista; una prosa frizzante e volutamente esagerata e volgare che si scontra con una voce narrante spesso troppo invasiva.

A dare una prospettiva diversa a una storia già vista e rivista, c’è una dosa di umorismo politicamente scorretto, eccessivo e sopra le righe che riesce più volte ad assestare buoni colpi: la figura di Ernie serve da grimaldello per riflettere sulla società occidentale e i suoi tic nervosi, la sua tendenza a scivolare in una dialettica dello scontro, spesso manipolata da chi ha sempre qualcosa da guadagnarci. Ecco quindi che, per esempio, Scorpionus si fa manipolare dal proprio capo, Prosoma, che vuole far crollare l’industria petrolifera con un combustibile verde la cui produzione sfrutta le classi derelitte, portandola alla distruzione (letterale), mentre l’elite si arricchisce. In quest’ottica, lo Scumbag Ernie appare quasi eroico, residuo di un mondo tanto idealista quanto egoriferito, ma forse più innocuo. E anche la difesa dello status quo dell’Agenzia mostra i suoi limiti in più d’una occasione. Un umorismo che, pur nella sua grossolanità, riesce a mettere in risalto luci e ombre di una società fratturata, smarrita e confusa.

Se ai testi Remender costruisce a tappe forzate il nuovo mondo di Ernie e il cast di comprimari, per lanciarli in avventure dal ritmo forsennato, ai disegni si alternano tanti grandi disegnatori: pur non avendo una vera ragione narrativa, e quindi risultando un mero artificio stilistico, l’alta rotazione alle matite non pregiudica, anzi forse esalta, il risultato finale.

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Il primo capitolo è realizzato da Lewis Larosa, il cui tratto iperdettagliato, quasi fotorealistico, crea una ambientazione reale e vivida, di cui si possono sentire odori e sapori (spesso ripugnanti); questo non va mai a discapito della leggibilità delle tavole, in cui l’azione scorre in maniera fluida e coinvolgente.
Andrew Robinson, dal tratto più sporco e sintetico, è bravo soprattutto nel definire le espressioni, grazie a un tratto estremamente cartoonesco e volutamente esasperato.
Tratto similmente sporco, ma più realistico e tratteggiato è quello di Roland Boschi, autore di alcune sequenze molto convulse (decisamente rated R) in cui è bravo a dare sia una visione d’insieme che a curare dettagli grazie a una gestione efficace delle inquadrature.
Wes Craig dà il meglio di sé in un ultimo capitolo dall’alto tasso di adrenalina, grazie alla costruzione sapiente della tavola e alla gestione dei tempi, mentre quello che appare più in difficoltà è il veterano Eric Powell, qui non al suo meglio sia per quanto riguarda il segno che per quanto riguarda la fluidità dei movimenti o la caratterizzazione delle espressioni, forse troppo appesantito dai colori.

A parte questo punto dolente, segno di una collaborazione poco riuscita, sono proprio i colori di Moreno Dinisio a tenere insieme il cospicuo gruppo di disegnatori: l’ampia tavolozza del colorista sostiene e segue tutti i disegnatori, definisce le atmosfere dei vari ambienti e soprattutto crea un interessante contrasto tra il mondo delle spie e quello di Ernie, il personaggio meglio definito di tutto il volume: un uomo davvero di altri tempi (non necessariamente migliori come lui tende a credere), in cui ogni curva del volto, ogni dente dissestato, ogni toppa su un giubbino smanicato di jeans raccontano una storia.

Pur essendo un’opera che presenta degli elementi già fin troppo visti nel percorso di Rick Remender, e pur puntando tutto su uno stile costantemente sopra le righe, a volte gratuito, Scumbag risulta una lettura divertente, che non va per il sottile e che riesce, in mezzo ai cliché del genere, a costruire una riflessione sociale attraverso una prospettiva che sicuramente non è elegante o sofisticata, ma nemmeno banale.

Abbiamo parlato di:
Scumbag – Missione Cocainefinger
Rick Remender, Moreno Dinisio, Lewis Larosa, Andrew Robinson, Eric Powell, Roland Boschi, Wes Craig
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, 2022
152 pagine, cartonato, colori – 18,00 €
ISBN: 9788828712305

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