The Death of Superman, torna l’epico scontro con Doomsday

The Death of Superman, torna l’epico scontro con Doomsday

A ottant'anni dalla sua creazione, DC Comics e WB Animation omaggiano il più grande supereroe americano con “The Death of Superman”, trasposizione animata dell'omonima saga che, a inizio anni '90, ha lasciato un segno indelebile nella storia editoriale del personaggio e sull'intera industria del fumetto statunitense.

Nel 1992 il mondo del fumetto statunitense andò incontro a un evento epocale. Fu l’anno in cui Superman morì. La saga La morte di Superman, concepita dallo scrittore Dan Jurgens, vedeva infatti il più grande eroe mai esistito perire sotto i colpi del terribile Doomsday. Fu un avvenimento che interessò non solo i fan dei fumetti ma la società americana tutta, tanto da ricevere un’enorme copertura mediatica anche da parte della stampa generalista, e rappresentò un vero e proprio punto di svolta nel modo di concepire il medium. Fu infatti in quel momento che gli editori iniziarono ad accorgersi delle potenzialità commerciali del far morire i beniamini del pubblico, salvo poi farli resuscitare qualche mese dopo.

Arriviamo a luglio 2018, quando, in occasione delle celebrazioni per gli ottant’anni dell’ultimo figlio di Krypton, Warner Bros. Animation e DC Entertainment decidono di omaggiare la seminale opera fumettistica rilasciando il film d’animazione The Death of Superman, diretto dall’accoppiata Sam Liu/James Tucker e scritto nientemeno che da Peter J. Tomasi. Trattasi solo della prima parte della storia, che si concluderà con Reign of the Supermen previsto per i primi mesi del 2019.

Chi segue le produzioni animate DC fin dagli albori si ricorderà che in effetti questa non è la prima trasposizione del fumetto di Jurgens, dato che già nel 2007 era stato fatto un tentativo in tal senso con il film Superman: Doomsday, che tra l’altro rappresentò il capostipite del filone dei DC Universe Animated Original Movies. Quel lungometraggio però non riscosse troppo successo tra gli appassionati, a causa di una sceneggiatura semplicistica e che si discostava eccessivamente dall’opera originale ed è proprio con la promessa di maggior fedeltà al fumetto del ’92 che The Death of Superman era stato annunciato.

Ora, indubbiamente questo film fa un lavoro migliore del predecessore nel riprodurre in forma animata lo spirito del fumetto originale, ma chi si aspettava una pedissequa riproposizione panel by panel resterà ancora una volta deluso. Le differenze sono macroscopiche e sono dettate in primo luogo dalla decisione di inserirlo all’interno della continuity del DC Animated Movie Universe (sottogruppo dei DCUAOM, inaugurato dal film Justice League War) e pertanto dalla necessità di renderlo narrativamente coerente con i lungometraggi che lo hanno preceduto.

Bisogna anche dire che c’era una certa preoccupazione in merito alla buona riuscita del progetto, dovuta al fatto che le produzioni animate della Warner Bros. non godono al momento di una fama propriamente rosea. Se infatti fino a Justice League: The Flashpoint Paradox queste rappresentavano un fiore all’occhiello per la compagnia e godevano più o meno tutte di un livello qualitativo medio-alto (con solo pochissimi casi al di sotto delle aspettative), da quel momento in poi (guarda caso in concomitanza con il lancio del progetto dell’universo condiviso) hanno cominciato a registrare performance molto più altalenanti. Hanno continuato a venir prodotti lungometraggi interessanti (ad esempio Son of Batman, Teen Titans: The Judas Contract o anche progetti “fuori continuity” come Justice League: Gods and Monsters) ma a questi hanno iniziato ad alternarsi con frequenza allarmante altri nettamente più deludenti (di cui Batman: Bad Blood rappresenta probabilmente il punto più basso mai raggiunto nell’intera filmografia).

A maggior ragione se si considera il picco negativo raggiunto dalla WB Animation nell’ultimissimo periodo, con tre film consecutivi (Batman and Harley Quinn, Batman: Gotham by Gaslight e Suicide Squad: Hell to Pay) dimostratisi, ognuno a suo modo, prodotti parecchio insipidi e mal concepiti.
Fa dunque estremo piacere constatare che il lavoro svolto su The Death of Superman è al contrario più che soddisfacente e il film si rivela nel complesso una visione piacevole e in grado di intrattenere per tutta la sua durata (un’ora e venti minuti).

Il film ci mette un po’ a entrare nel vivo. Infatti, dopo una scena d’apertura piuttosto adrenalinica in cui l’Azzurrone è chiamato a sventare i piani criminali dell’Intergang, i primi quaranta minuti sono caratterizzati da un incedere piuttosto compassato, relegando tutta l’azione alla seconda metà del film. Questo può effettivamente dare una leggera sensazione di disequilibrio nella gestione del ritmo ma nondimeno bisogna riconoscere che regista e sceneggiatore hanno saputo sfruttare al meglio il tempo a loro disposizione.

Nella prima parte, infatti, ci si concentra principalmente (ma non solo) sull’esplorare il rapporto tra il protagonista e Lois Lane. La relazione tra i due è arrivata a un punto critico e Clark, che non ha ancora rivelato alla donna la sua vera identità, è assillato dai dubbi; si chiede se sia il caso di dirle la verità, esponendola però a rischi maggiori, o tacergliela al fine di proteggerla. Una dinamica, questa, sviscerata con perizia nelle sue varie sfaccettature, grazie anche all’apporto di personaggi come Wonder Woman e i coniugi Kent che non mancano di dispensare saggi consigli al nostro eroe, che risulta pertanto credibile e che riesce ad accrescere il coinvolgimento emotivo quando si giunge all’inevitabile, tragico finale.

È poi sempre in questa prima metà che si sente in maniera particolarmente marcata l’impronta di Tomasi, il cui stile di scrittura, da sempre solare e brioso, emerge nell’inserimento di alcuni riusciti momenti di humour, da una caratterizzazione estremamente attenta e riconoscibile tanto di Superman, quanto dei suoi compagni della Justice League e dei pochi altri comprimari e in una scrittura dei dialoghi brillante.

Come detto, è però da metà, quando finalmente la minaccia di Doomsday si palesa, che il film inizia a premere sull’acceleratore e a fare sfoggio di roboanti sequenza d’azione in rapida successione.
Si può notare in questo frangente un’ottima gestione del ritmo, costruito attraverso un climax costante e crescente della tensione narrativa (dagli iniziali, infruttuosi tentativi della Justice League di arrestare l’avanzata del mostro, al combattimento dai connotati decisamente più brutali e drammatici contro Superman, fino all’infausta conclusione dello scontro). La battaglia stessa è rappresentata su schermo in modo molto coinvolgente, sia grazie ai continui colpi di scena e ribaltamenti dello status quo, sia dal punto di vista registico, laddove ogni sequenza risulta perfettamente intelligibile, il dinamismo si mantiene sempre su livelli ragguardevoli e ogni colpo portato a segno viene enfatizzato per sottolinearne la devastante potenza.

Artisticamente The Death of Superman si uniforma allo stile di disegno standardizzato che WB Animation utilizza per tutti i progetti facenti parte del DC Animated Movie Universe. Quindi uno stile molto sobrio, dal tratto definito, votato al realismo delle forme anatomiche e incentrato sul solito character design debitore dell’era New 52. Uno stile comunque senza dubbio funzionale alla messa in scena di scazzottate tra supereroi e supportato da una buona resa delle animazioni, che non perdono mai in fluidità.

Vale la pena sottolineare anche che, come da tradizione dei lungometraggi animati DC, la visione è tendenzialmente sconsigliata ai più piccoli, in quanto il film non si fa troppi problemi quando si tratta di mostrare la violenza su schermo. In questo caso ciò riguarda, come prevedibile, le scene in cui Doomsday scatena la sua furia selvaggia, che non mancano di venire contornate da profluvi di sangue e arti mozzati.
Va segnalato, infine, che purtroppo il film non è disponibile in lingua italiana, ma l’inglese utilizzato non è eccessivamente complesso, per cui una conoscenza anche solo buona della lingua dovrebbe bastare a garantire la comprensione dei dialoghi.

In definitiva, The Death of Superman non sarà l’adattamento fedele e del tutto rispettoso dell’opera originale che una fetta di appassionati chiede da tempo ma si è rivelato comunque un prodotto godibile e ben congegnato. Resta solo da sperare che Reign of the Supermen continui su questa strada e che questo sia solo l’inizio della ripresa per i film d’animazione DC.

Abbiamo parlato di:
The Death of Superman
Warner Bros. Animation
Regia: Sam Liu e James Tucker
Storia e sceneggiatura: Peter J. Tomasi
Animazione, 2018, 81 minuti
Basato sulla storia: La Morte di Superman di Dan Jurgens, Louise Simonson e Roger Stern
Lingua: inglese

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