Dea della vendetta è il terzo capitolo della saga The Barbarian king di Leviathan Labs, ispirata alle opere di Robert Ervin Howard. Il volume, che arriva dopo lo spin off Salomé, è firmato da un vero staff di autori, impegnato fra la storia principale e le due extra: alla sceneggiatura Massimo Rosi, Alessio Landi e Simone Guglielmini, ai disegni Luca Panciroli, Nicolò Tofanelli, Bjorn Giordano e Christian Palmieri con colori di Pamela Poggiali e Luca Pinelli.
In questo capitolo, Conan sconta il suo esilio in un viaggio tortuoso: è straziato per aver sterminato la famiglia, ma fisicamente irriducibile e pronto ad affrontare sia i propri incubi, sia i nemici che si annidano ovunque. Banditi, cospiratori, demoni: nessuno, nonostante la superiorità numerica o qualsivoglia astuzia, ha scampo.
Conan fa anche i conti con i ricordi di Zenobia, ex regina di Aquilonia, dove nel frattempo la popolazione è in subbuglio per il trono vacante.
Ma i rimpianti sono mitigati dall’incontro con Hyra, intrigante personaggio al suo esordio in Dea della vendetta. La donna è una guerriera della stessa pasta di Conan, come dimostra lo spettacolare scontro “di presentazione” fra i due, ed è a capo di una ribellione contro il sultanato di Turan, nella quale cerca di coinvolgere il re caduto.
La narrazione, evidentemente basata sui dogmi del fantasy eroico, non sorvola sulla psicologia dei personaggi principali: Conan e Hyra sono risoluti ma interiormente combattuti e, a modo loro, riflessivi sul proprio passato e sugli obiettivi da raggiungere. Risultano invece un po’ troppo stereotipati alcuni fra i personaggi secondari e le comparse: uno dei cattivi di turno è piuttosto scontato sia nei dialoghi sia nel ruolo recitato, un altro soldato è destinato a morire sin da principio e sembra utile solo a quello.
I disegni sono uno dei punti di forza di Dea della vendetta: realistici e iperdettagliati, interpretano al meglio l’alto tasso adrenalinico del volume, scandendo l’azione con linee cinetiche misurate, onomatopee di diversi colori e una regia che alterna primissimi piani, dettagli, campi medi e lunghi. Così la storia scorre con un ritmo incalzante, scandito anche dalla divisione in capitoli, cinque, già utilizzata nei precedenti episodi.
Suggestive le sequenze iniziali con una tempesta di sabbia, dove sono evidenti sia l’attenzione ai dettagli, con i sassolini sollevati dagli zoccoli dei cammelli, sia il focus sull’intensità dell’evento, dato dalle rotture della quarta parete e dall’espressività dei personaggi.
Numerose illustrazioni a tutta pagina sottolineano da un lato alcuni dei momenti più emotivi e drammatici, e dall’altro conducono le scene più violente ai limiti dello splatter. La quantità di teste mozzate o arti amputati (umani e non), all’interno di Dea delle vendetta, è infatti enorme.
Il volume si chiude con una serie di extra. Oltre agli studi preliminari sui personaggi sono presenti due storie brevi a fumetti: la prima è Pelle e ossa, di Alessio Landi e Bjork Giordano colorata da Luca Pinelli, con protagonista la spada demoniaca Kara-Mun; la seconda è Il figlio della paura, di Simone Gugliemini, Christian Palmieri e Pamela Poggiali, che affronta il rapporto fra Conan e la paura.
Abbiamo parlato di:
The Barbarian King #3 – Dea della vendetta
Massimo Rosi, Alessio Landi, Simone Guglielmini, Luca Panciroli, Nicolò Tofanelli, Bjorn Giordano, Christian Palmieri
Leviathan Labs, 2020
132 pagine, brossurato, colori – 15,00 €
ISBN: 9791280137074
The Barbarian King incontra la Dea della vendetta
Da re vecchio e annoiato, Conan torna a essere un irriducibile barbaro mozzateste, in cerca di vendetta e di salvezza.
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(aggiornato il 16/02/2023)