Makua, un giovane mezzosangue, esce dal carcere dopo avere scontato la propria pena e ad attenderlo all’uscita c’è Tex – che in carcere lo aveva spedito – pronto a dargli la possibilità di ricostruirsi una vita.
È con questa scena che Pasquale Ruju innesca la nuova avventura che parte su questo numero e che vede il ranger e Carson cercare di fermare un gruppo di mescaleros assassini prima che una rivolta isolata si trasformi in una guerra che potrebbe coinvolgere molti innocenti.
Se di per sé la trama della storia non si discosta da molte altre che hanno riempito le pagine di Tex nei decenni, la sua messa in atto è l’elemento su cui focalizzare l’attenzione. Ruju imposta due linee narrative che, a prima vista divergenti, vanno invece man mano a unirsi creando un racconto crudo e violento, condito di dialoghi che insistono sul realismo. Più si avanza nelle pagine e più sembra non esistere scampo per i deboli dalla sopraffazione e dalla violenza di uomini senza pietà. Anche Tex, in questa prima parte della storia, pare solo poter essere inerme testimone di massacri senza senso, non riuscendo mai a raggiungere i responsabili in tempo per evitare le carneficine.
Alfonso Font, dal canto suo, regala come sempre una prova da maestro. Il Tex che vediamo nelle tavole porta il marchio di fabbrica del disegnatore spagnolo: cappello piccolo, occhi come due fessure, bocca sempre socchiusa su una mascella squadrata. Il resto è uno stile efficace fatto di segni, tratteggi, linee mai chiuse e spezzate che rendono viva ogni vignetta.
Abbiamo parlato di:
Tex #708 – La tribù dei dannati
Pasquale Ruju, Alfonso Font
Sergio Bonelli Editore, ottobre 2019
96 pagine, brossurato, b/n – 3,90 €
ISSN: 977112156100860708