In fin dei conti la Kryptonite è solo un segnale, un cartello messo sulla strada del lettore per ricordare che una volta scomparsi i poteri quello che resta è l’uomo. Un essere sicuramente speciale, alieno nella carne e nel sangue, proveniente da un pianeta al crepuscolo e caduto sulla terra in una culla di metallo. Un uomo diviso tra la necessità di proteggere il mondo che lo sta ospitando e il desiderio di vivere le sue pulsioni amorose; costantemente in bilico tra la trasfigurazione divina di Superman e il basso profilo della maschera di Clark Kent. Percorre queste linee l’analisi di Darwyn Cooke, sviluppata in testi semplici che rivisitano le prime imprese dell’uomo d’acciaio e l’inizio della relazione con Lois Lane, femme fatale e in carriera. Una buona scrittura che comunque non supera mai un fastidioso senso di déjà-vù. Meno convincenti appaiono invece i disegni di Tim Sale che, alla ricerca di nuove soluzioni visive per discostarsi dal precedente “Le Stagioni di Superman“, realizza tavole dalla resa altalenante e spesso prive del giusto feeling emotivo. Una lettura piacevole giocata sulla rappresentazione del percorso formativo di un eroe, capace di offrire solo piccoli sprazzi di grande qualità espressiva e visiva.
Abbiamo parlato di:
Superman: Kryptonite
Darwyn Cooke e Tim Sale
Planeta DeAgostini, apr. 2009
160 pagg. col. cart. – 15,95euro