Lasciate alle spalle le passioni e riflessioni della trilogia familiare, la frammentazione della vicenda Batman/Catwoman e le paranoie complottiste di Rorschach; messe da parte le dissezioni del ruolo del supereroe, la sua messa in discussione e la sua connessione con l’esperienza umana, nel giugno 2021 Tom King, affiancato da Bilquis Evely (disegni) e Mattheus Lopes (colori), presenta, per DC Comics, la miniserie in otto capitoli Supergirl – Woman of Tomorrow. Tutto ciò che in tante sue opere era spigoloso e complesso, complicato e respingente, diventa qui confortevole e avvolgente, amichevole e morbido.
Siamo ad anni luce dalla Terra, ma sicuramente più a casa di quanto non potevamo esserlo nei racconti precedenti: al posto delle scosse telluriche dei fondamenti di genere, qui siamo in terreno stabile e consolidato. Il tessuto emozionale emerge dalla narrazione lineare di un inseguimento alla ricerca di una vendetta: la giovane Ruthe ha visto il proprio padre (di cui non rivelerà mai il nome) assassinato dal sicario Krem e si vota alla missione di ucciderlo; il caso mette Supergirl sulla sua strada e le due fanno immediatamente coppia. Nella loro scia, attraversiamo l’universo, incontrando popoli e meraviglie, tragedie e situazioni grottesche; brevi intermezzi di commedia consentono di rilassare i toni, in modo da non saturare il pathos. Il finale della storia è dichiarato già nelle prime pagine del primo episodio, in uno dei numerosi cartigli affollati di parole tramite i quali la voce di Ruthe ci accompagna vignetta dopo vignetta, in un tono aulico, dove ogni termine è ricercato, quasi a contrasto con le umili origini della ragazza. Questa rivelazione è un esplicito invito a non cedere alla fregola di raggiungere la fine e dare attenzione a ogni momento, a ogni immagine, scena e sequenza. Perché quello che ci attende è un lungo viaggio, del quale niente deve essere sprecato: è un cammino di vita e la vita è precisamente quel cammino, non quello che accade alla sua fine.
Avventura e panorami fantastici e immaginifici sono gli ingredienti principali di questo viaggio, che viviamo attraverso lo sguardo e il flusso inarrestabile di parole di Ruthe, il cui tono non di rado contrasta con quanto accade. L’eloquio della ragazza scorre compassato, ricco di termini ricercati – lo si direbbe indugiare in maniera compiaciuta sul proprio stile -, agendo come tampone emotivo alle immagini, che vivono di una misura classica, tanto nella costruzione delle tavole quanto nell’interpretazione dei personaggi. Il naturalismo facilita la lettura delle passioni; i grandi occhi di Ruthe sono finestre costantemente aperte, spalancate sulla meraviglia e la scoperta di un universo al di là di ogni sua fantasia; la crudeltà di Kren è oltre ogni caratterizzazione psicologica e il personaggio è una personificazione del Male, dagli occhi fiammeggianti e dalle posture arroganti. E poi lei, Kara Zor-El, sopravvissuta alla fine di Krypton, abitata da un senso di solitudine che qui diventa il canale empatico con la giovane compagna di avventure. I volti delle due protagoniste arrivano dal passato, emergono da un’estetica lontana: il viso rotondo di Ruthe ci porta a un secolo fa – potrebbe essere una principessa del mondo di Little Nemo -, quello più allungato di Kara rimanda agli anni ’50 del ‘900; la loro è una bellezza gentile e luminosa di curiosità e brama di vivere, ombreggiata da ricordi grondanti dolore. Sono icone di tempi che pensavamo più semplici dei nostri. Così la varietà, la spettacolarità e grandiosità degli scenari richiamano panorami da space opera – ancora un rimando a una forma dell’avventura che associamo alla semplicità. Che sia una folla di alieni, il brullo deserto di un pianeta la cui luce lascia Kara in agonia; che siano creature meravigliose, spazi fuori da ogni dimensione e immersi nella magia, società distopiche sotto l’apparenza di una quotidianità banale, ogni confronto è vissuto con un atteggiamento di curiosità e partecipazione che, se non lo spirito di un conte philosophique, ricorda almeno quello di Star Trek. Se gli sguardi ne sono i punti focali, le emozioni emergono dai cromatismi che definiscono le figure e gli ambienti, mediano e trasmettono le emozioni: il calore delle tonalità è quello delle passioni, vivide ma spesso velate da una malinconia irrisolvibile e talvolta incendiate dall’odio e dalla volontà di giustizia e vendetta. Un mare nel quale è facile lasciarsi andare alla deriva – ed ecco che, come scritto sopra, entrano in azione i densi cartigli, che agiscono (anche) da controcanto e àncora emotiva.
Supergirl – Woman of Tomorrow è un esperimento mentale: la messa in scena un racconto “semplice” di supereroi, ispirato a un’età dell’oro che non ha mai declinato le loro storie in questi termini. Ci offre quella nettezza di visione che ha il timbro di tempi altri e lontani, purificata, alleggerita da tutto ciò che la farebbe apparire banale o pacchiana. Nel percorso di King, al momento appare tanto uno sguardo alle fondazioni del supereroico quanto la dimostrazione di saper imbastire e dipanare con grande efficacia intrecci lineari e godibili anche al primo livello di lettura. È una storia per cuori semplici e occhi spalancati, proprio come quelli di Ruthe: altri cuori e altri sguardi semplicemente si fermeranno sulla soglia di questo universo. Per tutti i Veri Credenti, invece, questa è Avventura che nutre la fede, perché parla al desiderio profondo di sognare l’infinito, di confrontarsi con infiniti spazi da esplorare e sentimenti e passioni vibranti, distillate nella loro essenza, perché intrisa di un senso del meraviglioso che rende vivo e avvolgente l’universo nel quale viaggiamo, che mozza il fiato e ogni tanto costringe a interrompere la lettura per goderne pienamente.
E, poi, beh, il finale! Abbiamo attraversato sistemi solari e storie di popoli, anni luce e dimensioni, il racconto fa un ultimo twist e ci saluta con un sorriso ironico. È stato un lungo viaggio e ne è valsa la pena.
Abbiamo parlato di:
Supergirl – Woman of Tomorrow #1-8
Tom King, Bilquis Evely, Matheus Lopes
DC Comics, 2021-2022
32 pagine, spillato/digitale, colori – 4,99–6,05$ € cad.