Dopo la chiusura del secondo ciclo dedicato ad Aristotele Skotos, Il mistero di Elania Elmore segna un capitolo fondamentale per il futuro di Nathan Never, inteso sia come personaggio sia come testata di Sergio Bonelli Editore, che con i suoi oltre trent’anni di vita editoriale (festeggiati nel 20211 ) rappresenta il fumetto di fantascienza italiano più longevo. Bepi Vigna, con disegni di Germano Bonazzi, scrive la fine di una lunga era in casa Alfa, iniziata nel lontano 2017 sulla serie regolare con il trittico Il caso Rose, il caso Hoover e Il caso Forbes. Da quel momento l’attenzione alla continuity è stata più incisiva – al netto di alcune storie slegate da essa e di una diluizione narrativa forse troppo accentuata soprattutto nell’ultimo periodo – coinvolgendo anche miniserie come Missione Giove.
Ma le radici narrative di Il mistero di Elania Elmore, che rappresenta l’apice di una rivoluzione molto articolata e finora lasciata assaporare al lettore in piccole dosi, affondano le radici in un passato ancora più lontano, risalendo fino alle origini di Nathan Never. E forse non è un caso che a disegnare l’albo sia il veterano Germano Bonazzi, che bazzica l’universo Alfa con il suo segno pulito e dettagliato sin dal numero 2 della serie.
Vigna allestisce una storia saldamente ancorata a personaggi, villain, cicli e tematiche che hanno caratterizzato l’intera vita editoriale della testata sin dalla sua nascita: dai tecnodroidi a Skotos, dai Pretoriani al Nuovo Ordine Mondiale, dalla saga La Guerra dei Mondi a Intrigo Internazionale, passando per l’identità di Edward Reiser e Solomon Darver fino al tradimento di Elania. Il mistero di Elania Elmore si presenta quindi come un lungo climax, con colpi di scena che proseguono a partire dal prologo e fino a un gran finale che ridisegna, finalmente in modo incontrovertibile, l’assetto dell’Agenzia Alfa. Un finale farcito – con una retorica che appartiene forse un po’ troppo agli anni Novanta – di sentimenti e intenti positivi da usare contro il male, la criminalità e la corruzione, ma che è originato da un segreto col quale alcuni dei nostri eroi dovranno convivere per sempre.In una trama lineare e dal ritmo serratissimo, Bepi Vigna introduce inoltre altri macro elementi politici e tecnologici capaci di caratterizzare il nuovo corso che, si presume, seguirà la testata. Sul fronte personaggi, oltre alla nuova direzione dell’Agenzia, sono Darver e soprattutto Janine Spengler a subire un riposizionamento di un certo spessore, con rivelazioni sulla ex segretaria dell’Alfa (ed ex compagna di Nathan), che lasciano a bocca aperta un Solomon utilizzato come interprete dell’incredulità dei lettori. Se al momento l’evoluzione di Janine può apparire a tratti forzata e in qualche modo contraddittoria rispetto al personaggio conosciuto, è giusto sospendere il giudizio in attesa dell’evoluzione di questa nuova linea.
A impattare sulla futura continuity intervengono invece due novità peculiari. Da un lato il ritorno a una personalità di Nathan più in linea con quella delle sue origini (come spiegato dallo stesso Vigna nell’intervista che ci ha rilasciato a Lucca Comics & Games 2022), per sviluppare avventure fantascientifiche che abbraccino il cyberpunk, il thriller e vari filoni della sci-fi; dall’altro una serie di dinamiche sociopolitiche legate allo sviluppo tecnologico che aprono le porte al tema dell’esplorazione spaziale e dell’espansione dell’uomo nello spazio. Al riguardo si poteva forse ricorrere a un pizzico di inventiva in più nell’ideare una tecnologia in grado di superare la velocità della luce e di viaggiare quindi oltre il sistema solare, invece di affidarsi alla famosa propulsione a curvatura “inventata” da Gene Roddenberry per Star Trek e introdotta in Nathan Never nella miniserie Missione Giove. Ma è anche vero che SBE, nel corso della sua storia, ha spesso preso in prestito elementi di altri universi narrativi per farli suoi.
La necessità di raccontare così tanti eventi crea una densità di contenuti che influisce in modo negativo sulla caratterizzazione dei personaggi: un paio di comprimari, come Forbes ma soprattutto Anthony, il segretario di Elania di cui si erano perse le tracce, sembrano ridotti a pure funzioni narrative; del ritorno in scena dei Tecnodroidi, sulla serie regolare, non c’era stata nessuna avvisaglia; Nathan, agente esperto che nell’ultimo periodo si è dimostrato assolutamente scaltro nel gestire la difficile situazione dell’Agenzia, si fa sorprendere per due volte nell’arco di poche pagine, come un pivello. Questi fattori incidono purtroppo negativamente sulla sospensione dell’incredulità, e c’è da chiedersi se forse non sarebbe stato meglio un albo doppio, che consentisse di diluire i numerosi sviluppi concentrandosi maggiormente sull’approfondimento dei personaggi.
Il restyling di Vigna sembra comunque condurre verso tematiche e ambientazioni classiche ma che mantengono un fascino immutato e possono essere esplorate e raccontate in chiave moderna. In uno scenario futuro finora solo abbozzato, si possono già intuire ad esempio le influenze dell’asimoviano Ciclo delle Fondazioni, ma anche di racconti più intimisti e psicologici sulla scia di certi personaggi dickiani.
Parallelismi a parte, resta la curiosità di conoscere come si muoverà Nathan nel suo nuovo ruolo e come Bepi Vigna svilupperà il nuovo corso. A lui, per ora, va il merito di aver cercato di ripensare, senza stravolgerne identità e tematiche e anzi riappropriandosene, un personaggio che negli ultimi anni è apparso anagraficamente e narrativamente anziano.
Abbiamo parlato di:
Nathan Never #377 – Il mistero di Elania Elmore
Bepi Vigna, Germano Bonazzi
Sergio Bonelli Editore, ottobre 2022
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,40 €
ISSN: 977112157300100377
senza dimenticare il nostro speciale che dedicammo ai 25 anni della testata! ↩