Le streghe sono tornate! Wytches di Snyder & Jock

Le streghe sono tornate! Wytches di Snyder & Jock

Tremate, tremate! Scott Snyder, Jock e Matt Hollingsworth reinterpretano il mito delle streghe con un fumetto horror potente e viscerale.

Vampiri, licantropi, streghe. Da sempre una delle strade percorse da chi scrive l’horror è quella di cercare una propria interpretazione di una figura canonica, magari dando vita ad una versione che riesca ad avere una sua originalità.

Scott Snyder in questo caso prende la figura della strega, la plasma e la reinterpreta secondo un filone dal sapore post moderno, in cui a miti ancestrali si fondono leggende urbane e un pizzico di fanta-biologia. Nel contestualizzarle aggiunge ancora la venatura più inquietante del racconto di una comunità rurale e qualche elemento di thrilling. Wytches è una miniserie Image Comics, e non è la prima volta che Snyder affronta una delle figure canone dell’horror: avevamo già avuto modo di apprezzarlo con una sua reinterpretazione moderna della figura del vampiro in American Vampire, per Vertigo/DC Comics, serie con cui aveva stuzzicato persino Stephen King, coinvolto per la prima volta nella scrittura di un fumetto con alcuni capitoli della prima miniserie.

Wytches racconta della famiglia Rooks: padre, madre e figlia adolescente si sono appena trasferiti in un paesino di campagna del New Hampshire. Lo scopo del trasferimento in un luogo tranquillo è il tentativo della famiglia di ricostruirsi e di ricominciare, in seguito ad una serie di eventi traumatici: Charlie, il padre, è uno scrittore uscito dall’alcolismo, Lucy è su di una sedia a rotelle a seguito di un brutto incidente e Sailor, la figlia adolescente, è direttamente coinvolta nell’omicidio di una compagna.

La narrazione si muove avanti e indietro nel tempo, alternando presente e flashback nel crescendo di un puzzle che ricomporrà un quadro sfaccettato ma compiuto. I colpi di scena si susseguono e ognuno dei sei capitoli che compongono la miniserie autoconclusiva si chiude con un buon cliffhanger. Ma oltre la vicenda più prettamente orrorifica sono le componenti umane, soprattutto nella struttura delle relazioni familiari, il cuore pulsante del racconto, che ci racconta con grande forza e intensità le dinamiche e le difficoltà di un complesso rapporto padre-figlia.

Come capita spesso ai racconti dell’orrore ben scritti, c’è un’importante domanda sull’essere umano che si sviluppa nel corso della narrazione. Una domanda etico filosofica le cui implicazioni e le cui possibili diverse risposte rappresentano un ulteriore elemento di angoscia e di inquietudine, che portano il livello della storia ben oltre la sola minaccia per la vita dei protagonisti, con una capacità di sedimentarsi nel lettore oltre il tempo impiegato a farsi intrattenere dalla lettura.

Il tratto di Jock, estremamente espressivo, tocca una grande intimità nel racconto umano e raggiunge il massimo quando mostra l’orrore e trasforma in segni sulla carta l’inquietudine e gli orrori. I colori di Matt Hollingsworth sono contraltare perfetto, soprattutto nelle acide esplosioni in cui si scatenano i passaggi più allucinanti e terrificanti della storia.

La comunione tra testi, disegno e colore funziona in un ottimo equilibrio, con un ritmo funzionale ed effetti dirompenti su tensione e angoscia, anche se in alcuni passaggi capita che segno e colore si avvicinino un po’ troppo al caos, rendendo non perfettamente intellegibile le azioni delle vignette.

Abbiamo parlato di:
Wytches vol.1 – Real world
Scott Snyder, Jock, Matt Hollingsworth
Rw Edizioni, gennaio 2017
192 pagine, brossurato, colore – 16,95 €
ISBN: 9788893514194

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