Stefano Tamburini e Tanino Liberatore – Ranxerox

Stefano Tamburini e Tanino Liberatore – Ranxerox

Il genio creativo di Stefano Tamburini; il talento artistico di Tanino Liberatore; un personaggio politicamente scorretto, violento e brutale per uno dei massimi capolavori del fumetto italiano.
Primo Carnera Editore, 1981 (Italia, 1978)

“Stefano è stato il creatore e motore di Cannibale prima e Frigidaire poi. Non doveva guadagnarsi nessun rispetto, semmai il contrario. Furono Paz e Tanino a dover “passare l’esame” per essere ammessi a Cannibale. Di recente, nell’articolo di un quotidiano ho letto (cito testualmente): «senza Pazienza, Tamburini sarebbe stato più o meno l’artista che conosciamo, mentre senza Tamburini non ci sarebbe probabilmente stato il Pazienza sublime degli anni di Frigidaire». Non essendo un grande disegnatore, non è idolatrato allo stesso modo di Pazienza. Ma Tamburo non era un semplice autore, badava molto alla forma estetica. Non si possono paragonare le capacità artistiche di disegno di Andrea con quelle di Stefano, e quest’ultimo sicuramente non ha il seguito di Pazienza. Soprattutto, non si possono paragonare Pazienza e Tamburini, perché il primo era un fumettista mentre il secondo un comunicatore visuale multimediale. C’è un grande rimpianto che sia morto prematuramente, un grande rimpianto che non abbia visto apprezzare il suo talento artistico.”
(Michele Mordente, dal post 30 anni senza Stefano Tamburini)

Stefano Tamburini, Frank Zappa e Tanino Liberatore.

Lo dico senza timore d’essere smentito: Ranxerox è un capolavoro fuori dal comune.
Un fumetto che leggi, osservi vignetta per vignetta e una volta finito vuoi essere ancora immerso in quel mondo assurdo, bestiale, contorto partorito dalla geniale mente di Stefano Tamburini e dai magici pennelli di Tanino Liberatore.
Apparso per la prima volta sulla rivista Cannibale nel 1978 con il nome Rank Xerox, questo androide coatto fu inizialmente realizzato da un Tamburini poco più che ventenne con uno stile underground abbastanza acerbo.

Successivamente vennero in aiuto gli amici Tanino Liberatore e Andrea Pazienza e la qualità artistica del fumetto migliorò notevolmente. Ma fu solo con la nascita della rivista Frigidare, al cambio di nome del personaggio in Ranxerox (in seguito alla denuncia da parte della società di macchine fotocopiatrici Rank Xerox, che diffidò gli autori a usare il loro nome) e alla svolta artistica che vide Tamburini ai testi e il solo Liberatore ai disegni – che il fumetto diventò quel prodigio artistico e narrativo ancor oggi ineguagliato.

Il simbolo di Roma rivisto dalla fantasia inesauribile di Tamburini e dalla magia artistica di Liberatore.

Il primo memorabile episodio è ambientato in una Roma futuristica e disumana. È qui che passano le loro giornate la tredicenne tossica Lubna e il suo uomo Ranxerox, un androide creato da uno studentello con i pezzi di una fotocopiatrice e di lei innamorato perso a tal punto che farebbe qualsiasi cosa per renderla felice.
E la felicità di Lubna, tossica nevrotica, è solo quella di farsi e tocca a Rank procurare le dosi e soddisfare così il desiderio della sua fidanzatina. Ma quando Lubna viene rapita niente potrà fermare la sua sanguinaria brutalità che da Roma lo porterà fino a Manhattan dove, in una memorabile scena che rifà il verso ai film di Fred Astaire, si riprenderà la sua Lubna.

Violenza, sangue, sesso e droga si sposano perfettamente con una fantascienza in cui le città come Roma sono delle megalopoli suddivise in livelli e sovraffollate di teppistelli, drogati, puttane, ragazzini dotati di un’agghiacciante precocità ma anche gente rispettabile che nasconde una brutale pazzia; gente che fa di queste città un luna park di violenza e disumanità meravigliosamente rese dai disegni iperrealistici di Liberatore (che fa scuola a tutta una futura generazione di disegnatori senza essere mai eguagliato), che riprende il vecchio Ranxerox disegnato da Tamburini e ne fa un bestione pieno di muscoli e violenza.

L’amore per Lubna fa impazzire non poco Ranxerox.

Ma il vero genio di Ranxerox è nelle storie di Stefano Tamburini, che con questo fumetto politicamente scorretto e dai dialoghi violenti e brutali (oltre ogni limite consentito agli inizi degli anni ’80) ma usati sempre con ironica intelligenza, scolpisce il suo nome tra i grandi protagonisti del fumetto mondiale, creando una sequenza di personaggi di contorno senza eguali: oltre alla tredicenne tossica Lubna, sono da ricordare almeno Raniero, l’artista telepate tossicomane che dipinge circuiti elettronici, suo figlio Giorgio Fox, un diciassettenne che vanta d’essere il più autorevole critico d’arte della capitale, Martina, un’amichetta di Lubna che studia bioelettronica e il miliardario Mister Volare, una specie di pazzoide perennemente mascherato che adora Fred Astaire e vive in una Lampedusa da lui comandata.

Le storie di Ranxerox continueranno con altre due memorabili avventure che s’interromperanno a causa della prematura scomparsa di Tamburini, avvenuta a soli trentuno anni per overdose. Il suo corpo fu rinvenuto a dieci giorni dal decesso.
Una storia che ancora oggi lascia l’amaro in bocca e che ci fa rimpiangere la morte di un genio la cui mente avrebbe potuto partorire chissà cos’altro nel corso degli anni.
Ma anche solo con Ranxerox il grande autore romano ha fatto la storia, tutt’oggi continua a farla e per sempre la storia del fumetto lo ricorderà.

Come del resto succede a un vero e proprio capolavoro.

L’indimenticabile imitazione di Fred Astaire.

Curiosità

Quando venne creato con il nome Rank Xerox, la redazione della rivista Il Male si vide recapitare una lettera dalla nota azienda di fotocopiatrici preoccupata per il fatto che il proprio marchio potesse essere accostato ad un personaggio “le cui imprese sono un concentrato di violenza, oscenità e turpiloquio”. Da genio qual’era Tamburini, la sua risposta fu immediata, sulle pagine della rivista e per bocca del suo personaggio: E io me vedrò costretto a romperve er culo!.
Le storie di Ranxerox sono state pubblicate in gran parte dell’Europa, U.S.A e Giappone ed hanno ispirato non poco il cinema di fantascienza degli anni ’80 tanto che Tamburini lamentava che il regista di Terminator (James Cameron) avrebbe potuto offrirgli “come minimo un caffè“.
Oggi, grazie al lavoro di veri appassionati come Michele Mordente il nome di Stefano Tamburini non corre il rischio di essere dimenticato. Mordente ha creato l’associazione culturale Muscles grazie alla quale tiene vivo il ricordo non solo di Tamburini, ma della gran parte dei fumettisti italiaini underground.

Edizione consigliata

L’edizione supplemento al numero 12 di Frigidaire ha un valore storico che, a mio parere, soppianta quello dell’alta qualità di stampa a cui siamo abituati oggi. Ma si difende bene; introduzione di Vincenzo Sparagna e Stefano Tamburini e una prefazione del grande Sylvano Bussotti.

Altre edizioni

Dell’edizione consigliata, il gruppo di Frigidaire realizzò un’altra ristampa (con in copertina un bel primo piano di Ranx) nel 1987.
Gli Editori del Grifo ripubblicarono negli anni ’80 (ristampandolo successivamente anche negli anni ’90 e, recentemente, nel 2010) le avventure di Ranxerox in due volumi, Ranxerox 1 e Ranxerox 2.
Nmel 2009 qualche storia di Ranx è stata anche inserita nel volume Frigidaire e dintorni – Quei cattivi ragazzi pubblicato come supplemento del Corriere della Sera.
Nel 2012, il gruppo organizzatore di Comicon ha realizzato un’edizione definitiva del personaggio, Ranx – Edizione Integrale, che include tutte le storie del simpatico robot coatto, comprese quelle scritte da Chabat e disegnate da Liberatore, con apparati critici di Luca Boschi e Michele Mordente, giornalista ed esperto del fumetto italiano underground.

2 Commenti

1 Commento

  1. Giovanni

    12 Novembre 2023 a 00:47

    In una intervista Liberatore parla della carta velina per ottenere quelle sfumature,e quel tipo di disegno ,lei cosa ne pensa ?

    • Ned

      13 Novembre 2023 a 17:04

      Ciao Giovanni, presumo che uno stile così iperrealista sia composto da un’insieme di tecniche che hanno portato Liberatore a sperimentare varie soluzioni tra cui la carta velina. Se non erro, ma posso sbagliarmi, sentii dire anche che il Maestro usava, tra le tante cose, i trucchi per make up… ma ripeto è una cosa che sentii dire tanto tempo fa. Il risultato comunque è strepitoso, sia a livello visivo, che narrativo.
      Grazie per aver scritto.

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