Lo spinacio di Yukiko

Lo spinacio di Yukiko

Fre'de'ric Boilet Coconino Press 2004 - 144 pagg. - bross. - b/n - 12,00euro

La copertina dell'edizione italiana“Lo spinacio di Yukiko” è una storia d’amore che dura meno di due mesi: leggera, fresca, intensa e onesta. Così breve perché la protagonista femminile del fumetto di Boilet è in realtà innamorata di un altro. Nell’attesa di dichiararsi, Yukiko accetta di concedersi una parentesi amorosa con un ragazzo francese (lo stesso autore), il quale sa che potrà averla solo finché lei lo vorrà. I due amanti si lasciano catturare in ogni momento della loro storia, dal primo bacio ai vari incontri erotici, durante un pranzo insieme o in viaggio in una delle terme giapponesi fuori città.

Non è tanto il dialogo o la storia tra i protagonisti il cuore del fumetto, quanto lo sguardo stesso di Boilet, innamorato e fisso a descrivere Yukiko, tanto più bella quanto più può averla per sé solo per poco tempo.
La storia è semplice e diretta, a tratti esplicita ed erotica, a tratti romantica e tenera. Contiene una forte componente di voyeurismo, perché l’autore ha usato una tecnica già nota ai suoi lettori: ogni sequenza del fumetto è ottenuta selezionando tracce video e fotografie, ridisegnandoci sopra e chiudendole in vignette. Quasi tutte le sequenze sono raccontate in soggettiva, quindi il lettore può seguire lo sguardo del protagonista in ogni momento, anche in quello più intimo.

Probabilmente i puristi del fumetto non apprezzeranno “Lo spinacio di Yukiko”, perché è un lavoro sperimentale: diversamente da uno storyboard, sembra una selezione di sequenze cinematografiche, ridisegnate e stampate. Nello spazio bianco tra le vignette accade molto poco, perché i fotogrammi scelti sono spesso troppo vicini per consentire al lettore di respirare e completare le sequenze. Eppure è proprio grazie a questo particolare effetto che il fumetto acquista forza, e che la partecipazione del lettore si sposta su un altro piano.
Nel saggio “La camera chiara”, Roland Barthes [1] spiegava la differenza tra una foto a colori e una in bianco e nero: nella prima, l’immagine è totalmente dichiarata ed autoesplicativa in modo tale che chi la guarda può coglierne l’aspetto più estetico e descrittivo; nella seconda, la partecipazione di chi guarda l’immagine deve essere più attiva e attenta, perché il momento dello scatto e dello sguardo del fotografo entrano in una spazio e tempo indefiniti. Chi guarda può concentrarsi sul soggetto e partecipare emotivamente alla colorazione dell’immagine, completandola. Per la tecnica con cui è stato concepito, “Lo spinacio di Yukiko” richiede una duplice partecipazione dell’autore e del lettore. L’autore, nel momento in cui decide di raccontare la storia in bianco e nero, traspone la vicenda da reale a indefinita. Yukiko diventa un ricordo, come una foto in bianco e nero. Boilet, pero’, per non lasciarlo sfuggire, ridisegna, ricompone, inquadra e racconta tutto in prima persona, cercando di rendere quel ricordo definitivamente intimo e personale. In un secondo tempo, consegna il risultato al lettore e lo invita a scoprire e colorare tutto, quasi come concedendogli di vestire i panni del protagonista.

YukikoA metà strada tra fumetto, fotoromanzo e film, Boilet racconta una storia in cui è solo grazie alla tecnica usata che è possibile apprezzare le emozioni descritte. Su tutte, probabilmente, a pag. 111, il momento in cui il protagonista capisce che la storia sta finendo e la sua amante sembra letteralmente sfuggirgli dalle mani e dallo sguardo.

“Lo spinacio di Yukiko” è stato pubblicato per la prima volta nel settembre del 2001, in contemporanea in Francia e in Giappone. Con questo evento, Boilet ha dato inizio al movimento “La nouvelle manga”. Nel sito www.boilet.net, l’autore analizza i generi francesi e giapponesi e i loro relativi lettori, arrivando a definire gli intenti del manifesto. Boilet osserva che il fumetto francese privilegia perlopiù il disegno, mentre quello giapponese è più orientato alla storia. Di conseguenza, i lettori francesi amano più l’autore, chiudendosi in una sorta di nicchia. Il lettore giapponese, invece, legge fumetti come gesto quotidiano, come l’andare al cinema o il leggere un romanzo. L’autore decide di prendere gli spunti migliori offerti da entrambi i generi e arriva a creare il manifesto “La nouvelle manga”: coloro che vi aderiscono disegnano partendo dagli spunti offerti dal quotidiano per arrivare a produrre storie fuori dalle mode. Forse qualcuno potrà leggere nella storia d’amore tra la ragazza e l’autore un simbolo di quello che vuole essere questo movimento, e cioé una sorta di incontro amoroso tra due culture diverse. Ma si fatica a credere che il soggetto del fumetto sia una pura invenzione, visto che è stato fotografato e ripreso. Al più possiamo pensare che Boilet, dopo aver vissuto l’amore con Yukiko, abbia deciso di raccontarlo come primo “Nouvelle Manga” proprio perché avrebbe ben simbolizzato la filosofia descritta nel manifesto.

“Lo spinacio di Yukiko” è diventato anche un sito web, visibile online all’indirizzo www.boilet.net/yukiko1_0/yukiko01ter.html (occorre il plugin di Macromedia Shockwave). Boilet traspone su web parti del fumetto, proseguendo la sperimentazione in un’esperienza multimediale e sonora, in cui l’utente può sbirciare e “toccare” alcuni momenti della storia.

Note:
[1] Roland Barthes, “La Camera Chiara”, Einaudi, 1980 (ultima Edizione Piccola Biblioteca Einaudi 2003). Per precisione, Barthes sostiene di preferire una foto in bianco e nero a una colori perché le luci e i toni del bianco e nero descrivono la verità originaria dell’immagine, senza ulteriori orpelli.

Riferimenti:
Lo spinacio di Yukiko sul web: www.boilet.net/yukiko1_0/yukiko01ter.html
Il sito ufficiale di Boilet: www.boilet.net
Coconino Press: Coconino Press

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