Spawn kills Everyone: l’antieroe Image in chiave superdeformed

Spawn kills Everyone: l’antieroe Image in chiave superdeformed

Panini Comics presenta una originale interpretazione della creatura di Todd McFarlane, un divertissement verboso e molto auto (ed ego) riferito che diverte poco e con pochi legami con lo Spawn che vorrebbe parodiare.

Lo Spawn di Todd McFarlane, insieme al Savage Dragon di Erik Larsen, è il personaggio più longevo della prima ondata Image, casa editrice anni ‘90 fondata da talenti insoddisfatti usciti da Marvel e DC. Come per molti dei suoi colleghi, l’aspetto del suo personaggio è debitore delle serie su cui l’autore si è formato ed è diventato famoso. Nello specifico, il mix creato da McFarlane mescola elementi di alcuni personaggi del mondo dell’Uomo Ragno, come Prowler e Venom, quest’ultimo per altro creato nella sua prima incarnazione proprio dall’autore canadese. Questa sorta di mostro di Frankenstein riuscì comunque a diventare un character originale e di un certo impatto.

La differenza sostanziale che Spawn mette in campo è nel suo concept. Mentre quasi tutti i suoi colleghi rimangono ancorati ad una narrazione supereroica molto classica che cerca l’originalità faticando a trovarla, il personaggio di McFarlane usa i modelli supereroici in una storia dai toni horror e temi mistici, ben lontana dai canoni del periodo.

La longevità di Spawn dimostra il successo e l’interesse che ha saputo creare nel suo pubblico, nonostante periodi di stanca e diversi aggiustamenti in corso d’opera: grazie all’intervento di sceneggiatori esterni dai brevi coinvolgimenti, come Alan Moore e Neil Gaiman, a collaborazioni più lunghe come quella con Brian Holguin e David Hine, il personaggio e la serie sono maturate molto sia nell’impianto narrativo che nelle aspirazioni.

Spawn ha avuto anche altre incarnazioni, come un’interessante serie animata e un pessimo film, entrambi negli anni 90, comparsate videoludiche (anche come guest star come nel caso del franchise Soul Calibur) e varie versioni alternative raccontate in diverse miniserie a fumetti.
La sua sboccata versione superdeformed appare per la prima in un albo one shot e viene successivamente sviluppata in una miniserie di 4 numeri, tutti materiali disponibili in questo brossurato pubblicato da Panini Comics.
Ai testi lo stesso Todd McFarlane, mentre ai disegni J.J. Kirby si occupa dello one-shot, mentre Will Robson realizza la mini.

Questi racconti, basati sull’idea di un personaggio che “uccide” l’universo narrativo di cui fa parte, richiamano direttamente l’iniziativa “X uccide l’universo Marvel”, che ha recentemente generato una serie di prodotti piuttosto godibili, dai toni decisamente più seriosi di quelli di Spawn Kills Everyone. A questa assonanza di ispirazione, si aggiungono espliciti riferimenti a Deadpool, il mutante creato graficamente da quel Rob Liefeld che fu uno dei colleghi di MacFarlane nella fondazione della Image.

Non solo il supereroe di casa Marvel è citato esplicitamente (è una delle vittime del baby Spawn), ma il quid di entrambe le storie è il fatto che il piccolo Spawn agogni finalmente un suo cinecomic degno di nota e con un successo ai livelli della pellicola su Wade Wilson.
Ma quest’ombra pesa anche indirettamente, perché è palese come McFarlane cerchi di emulare lo spirito e la comicità del mutante chiacchierone, con risultati non particolarmente riusciti.

Per i fan del personaggio l’idea è particolarmente allettante. Potenzialmente Spawn kills Everyone! è un prodotto che promette qualche risata perché allieta quel lato infantile che cova in qualunque appassionato, soprattutto di supereroi, di vedere personaggi amati di universi differenti interagire tra loro. Le risate che strappa questo volume però sono piuttosto contenute, così come contenuto è quel famoso entusiasmo infantile.

Tolto l’aspetto grafico, il baby Spawn non risulta per niente una versione caricaturale del personaggio originale, quanto piuttosto un clone di Deadpool, con un atteggiamento più acido, mancando di sfruttare o di giocare con le caratteristiche proprie del demoniaco antieroe. Tutto l’albo gioca su una bonaria invidia dei successi dei cinecomics, ma spesso si finisce per chiedersi se l’invidia dell’autore non sia reale e se il fumetto non sia che un pretesto per sfogare una reale frustrazione e gelosia.

L’idea metanarrativa può essere interessante in principio, ma la reiterazione e il trascinamento, soprattutto quando passiamo dallo one-shot alla mini, spegne in fretta il gusto delle gag e qualunque effetto ironico. L’umorismo sboccato scivola spesso su uno stile alla “American Pie” (inteso come la serie di commedie cinematografiche), che appare una comicità che poco si sposa con il character. L’atteggiamento indisponente del protagonista inoltre non riesce a essere divertente, facendolo risultare solo piuttosto antipatico.

I piccoli spawn-cacca che appaiono e diventano veri e propri protagonisti della miniserie sembrano ancora una volta una sorta di patchwork di altri personaggi. A metà tra i Minion e una versione “spawnizzata” degli Adiposes, buffi nemici di un episodio del Doctor Who (nell’incarnazione del 10° dottore, David Tennant) hanno l’aria di essere pronti per essere trasformati in gadget (non dimentichiamo che oltre a Spawn, McFarlane ha dato vita ad una fiorente azienda di action figures). Peccato però che non abbiano il giusto mordente cui aspiravano. Anche dal punto di vista grafico non risultano gradevoli come probabilmente nelle intenzioni dei loro autori.

I disegni di Kirby nello One Shot hanno un taglio caricaturale che cerca qualche tratto spigoloso per richiamare, o quanto meno strizzare l’occhio, allo stile di disegno del suo creatore originale, con buoni risultati. Ci prova a tratti anche Robson, soprattutto nei volti dei personaggi, ma il suo tratto è molto più morbido e tondo e richiama meno McFarlane. Il risultato è gradevole, ma anche qui non particolarmente eclatante. Diciamo che in un prodotto simile non avrebbe guastato un tratto più particolare e personale, invece che disegni che appaiono fondamentalmente “normali”.
E ancora, la scelta nella mini di dare frequentemente una bocca alla maschera di Spawn non risulta particolarmente vincente.

Spawn kills Everyone! è un volume da cui ci si poteva aspettare una lettura spassosa e un regalo per il bambino (nerd) che vive dentro i fan di Spawn, magari con anche qualche arguta frecciata allo star system del comicdom americano (cosa che non è mancata nei toni seriosi del primissimo Spawn, ad esempio). Invece risulta una lettura piuttosto deludente e che sembra indirizzata a soddisfare molto di più il suo autore che non i suoi lettori.
Non esattamente un fumetto brutto, ma fondamentalmente inutile e con l’amaro sapore di un’occasione sprecata.

Abbiamo parlato di:
Spawn Kills Everyone!
Todd McFarlane, J.J. King, Will Robson
Traduzione: Pier Paolo Ronchetti
Panini Comics, 2019
136 pagine, colore – 15,00€
ISBN: 9788891249135

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