A spasso nel tempo: una miniserie per Cico

A spasso nel tempo: una miniserie per Cico

Luca Pozza intervista i suoi colleghi Tito Faraci, Moreno Burattini, Luca Corda e Giuliano Piccininno a proposito della nuova miniserie dedicata a Cico

Riproponiamo con piacere questo articolo scritto dal fumettista Luca Pozza e pubblicato il 19/05/2017 sul sito Il Sestante. Pozza è uno degli autori coinvolti nella nuova miniserie con protagonista Cico, l'insostituibile spalla di Zagor, che debutterà il 2 giugno 2017.
Proprio di questa nuova (in più di un senso) avventura editoriale bonelliana Pozza ha parlato con , , Luca Corda e Giuliano Piccininno, tutti coinvolti a vario titolo nelle nuove avventure del simpatico messicano.

Nei primi giorni di giugno arriverà in edicola il primo albo di una miniserie di sei numeri dedicata alle avventure di Cico, la spalla comica di Zagor, scritta da Tito Faraci, supervisionata da Moreno Burattini e affidata ai disegni di sette illustratori.
Le caratteristiche:  Cico a spasso nel tempo è una miniserie dal taglio umoristico, composta da sei albi autoconclusivi ma collegati tra loro, pubblicati in 64 pagine a colori nel formato inedito di cm1 7×23 e al costo di €3.50.

Senza svelare il meccanismo che muove le imprevedibili peregrinazioni del panciuto protagonista posso tuttavia rivelare (il titolo mi ha già tradito) che l'idea di base della miniserie è quella di un Cico a spasso nel tempo: tempo passato e, attenzione, tempo futuro! Sulle pagine del sito della SBE si può leggere la presentazione del primo albo della serie dal titolo Mai dire Maya che recita così:

“Guai a curiosare tra le casse del professor Mac Leod, archeologo appena tornato da una spedizione a caccia di reperti Maya! Si rischia di imbattersi in uno strano oggetto a ingranaggi e, se si è molto curiosi come lo è Cico, si può essere proiettati al di là del tempo e dello spazio… fino a ritrovarsi, perfettamente abbigliati da antico greco, nell'Atene di Socrate, quattrocento anni prima di Cristo!”

 Non si tratterà come già visto nelle passate pubblicazioni del duo Moreno Burattini – Francesco Gamba di un Cico spesso alle prese con i suoi antenati. In questa miniserie Cico avrà a che fare con personaggi storici del calibro di Socrate e, mi sbilancio, Leonardo Da Vinci! La citazione di questo personaggio non è casuale dato che ho avuto la fortuna di disegnare le matite proprio dell'episodio che vede Cico catapultato nella Firenze rinascimentale di Leonardo, Verrocchio e Lorenzo dé Medici.
Cico non si troverà a tu per tu solo con questi grandi personaggi del passato ma sarà coinvolto anche in uno dei fatti di cronaca più spinosi del Rinascimento: la congiura dei Pazzi! Più correttamente si dovrebbe parlare di “una delle tante congiure dei Pazzi”, perché quella vera, quella storica e sanguinosa, si colloca in un tempo diverso da quello di Cico.

Per quanto riguarda la mia esperienza personale posso dire che, dopo un prolungato ritiro dal fumetto, è stato molto piacevole aver disegnato una storia di Cico che con Zagor è stato il mio fumetto d'infanzia. Il fatto poi di aver disegnato una storia di un grande sceneggiatore come Tito Faraci non fa che accrescere la soddisfazione.
A inchiostrare le mie matite è Luca Corda, disegnatore e letterista che lavora da tanti anni nella redazione dell'editore Sergio Bonelli (ecco spiegato perché i sei albi sono realizzati da sette disegnatori!).
Oltre a Luca Corda e al sottoscritto, la miniserie è disegnata da – che ne è anche il copertinista – da , Stefano VoltoliniOskar Giuliano Piccininno.

Ho parlato di Cico e di tempo e questo mi obbliga ad un piccolo passo a ritroso per riassumere velocemente la quasi quarantennale vita editoriale dello spin-off comico di Zagor.

La prima volta che Cico si presentò in edicola con un albo a lui interamente dedicato (Cico Story) era l'oramai lontano 1979.
A realizzarlo furono i creatori della serie (alias Sergio Bonelli) e Gallieno Ferri. Il successo dell'esperimento convinse l'editore a sfornare una serie di albi annuali (American Cico, Un pellerossa chiamato Cico, Cico sceriffo e Fantacico) che si concluse ben presto a causa della mancanza di tempo degli autori. Ma le avventure di Cico erano invocate a furor di popolo e nel 1990 a riportare in vita la collana fu con il suo Horror Cico. In seguito la serie è stata affidata a Moreno Burattini, attuale editor di Zagor, che per il pennello di Francesco Gamba ha scritto le sceneggiature di ben diciannove albi speciali dedicati a un eternamente affamato Cico che si è calato nei panni di archeologo, bandito, conquistador, paladino, agente segreto e altro ancora, fino a chiudere (temporaneamente) con lo Speciale #27 di dieci anni fa. Le uniche pause che Moreno si è concesso sono state per gli speciali #21 e #23 che sono stati scritti da Tito Faraci.

Torniamo al presente. Come detto le nuove avventure di Cico sono state affidate alla fantasia di Tito Faraci gia autore di testi per Topolino, Zagor, Magico Vento, Dylan Dog, , e molto altro. Di seguito alcune considerazioni di Tito su questa esperienza cichiana:

«All'editore avevo chiesto una cosa che mi sembrava grande e ne ho ottenuta una grandissima, e di questo devo ringraziare moltissimo Moreno Burattini. La cosa grande –  cioè difficile da ottenere – che gli avevo chiesto era di scrivere un nuovo speciale di Cico, e invece l'idea è stata rilanciata, la posta in gioco si è alzata sempre più fino a diventare una miniserie di sei numeri dedicata al personaggio di cui siamo molto soddisfatti. Tutte le storie sono sceneggiate da me e ovviamente ho avuto in Moreno un attentissimo editor con il quale mi sono trovato benissimo. Erano davvero molti anni che non mi divertivo così tanto a scrivere, al punto che ogni mattina non vedevo l'ora di cominciare a lavorare.
In queste storie mi sono ritrovato in pratica a fare le cose che mi riescono meglio; ci ho messo dentro la commedia, l'umorismo e tutte le gradazioni della comicità: dalla gag che finisce subito a quella che si sviluppa in decine di pagine. Con questa narrazione mi sono scatenato e mi sono giocato tante carte che nell'umorismo non mi ero mai potuto permetter,  perché l'umorismo di cui mi ero occupato in passato riguardava in particolar modo il campo disneyano, che adoro, ma nel quale certi argomenti sono un tabù. Ogni episodio della miniserie si svolge in un'epoca diversa nella quale c'è una attentissima ricostruzione storica, degli ambienti, dei costumi, perché fare comicità è una cosa serissima che non si può improvvisare! Devo rivelare che l'escamotage che fa muovere Cico da un'epoca all'altra è frutto della fantasia di Moreno Burattini che, senza entrare nei dettagli, ha avuto l'idea del vortice temporale che si sviluppa nella abitazione di una vecchia conoscenza di Zagor, l'archeologo George Mac Leod.»

Studi di Luca Pozza su Cico

Personalmente posso dire che le sceneggiature di Tito Faraci sono a tal punto divertenti che leggendole mi sono ritrovato spesso a ridere delle sue battute o di certe situazioni comiche. Ciò è abbastanza incredibile se si pensa che le sceneggiature vengono scritte per essere interpretate da un illustratore e che, di conseguenza, per funzionare dovrebbero essere disegnate.
La scrittura di Tito Faraci è leggera e colta allo stesso tempo. Nelle sue trame si ritrovano i meccanismi della comicità classica di Plauto, della commedia dell'equivoco tanto cara a Chaplin e, per restare in casa, a De Filippo e Benigni, e della migliore commedia all'italiana (anche quella più piccante). Tecnicamente parlando le sceneggiature sono una manna per un disegnatore perché oltre a offrire riferimenti video e iconografici utili alla realizzazione, Tito concede una grande autonomia realizzativa.

Parlando di tecnica ho chiesto a Luca Corda (che sta inchiostrando le mie matite) una sua impressione su questa esperienza:

«Mi è molto piaciuto il taglio che Tito Faraci ha dato a questo Cico, quasi da commedia anni '50, e infatti a me ha ricordato il grande Totò. Si capisce che Tito deve essersi molto divertito scrivendo queste storie. In quella che ho inchiostrato, la vena umoristica di Cico mi ricorda anche lo humour di John Ford il quale, anche nei suoi film più drammatici, inseriva sempre una “spalla” che ammorbidiva le situazioni.
Diversamente da Tito conosco Moreno Burattini da molti anni; è bravo, ha molto senso dell'umorismo ed è sempre pronto a sostenerti. Come curatore di Zagor,  Moreno tende a lasciare molto spazio ai collaboratori. Una miniserie di sei numeri mi pare una buona idea e la foliazione di 60 pagine è la giusta soluzione per storie brevi che si possono sviluppare a sufficienza. Per quanto riguarda i disegni, ho condiviso la scelta di Luca di fare delle pagine molto particolareggiate che io ho cercato di tenere “pulite” senza però rinunciare del tutto ai contrasti forti in modo che non fosse solo il colore a reggere il peso dell'illustrazione. Per me inchiostrare una storia di Cico è stata una bella soddisfazione e rappresenta un desiderio realizzato perché questo personaggio, come spalla di Zagor, fa parte dell'immaginario fumettistico della mia infanzia e adolescenza. Una storia di Zagor, però, prima o poi la voglio proprio inchiostrare!”

 Giuliano Piccininno è il disegnatore dello Zagor attualmente in edicola (L'araldo di Cromm, su testi di Moreno Burattini) ed è anche il disegnatore dell'ultimo episodio della miniserie di Cico, quello ambientato nel futuro. Cosa ne pensa Giuliano di questa esperienza? E da un punto di vista tecnico, come cambia il suo stile quando disegna Zagor oppure Cico? Questa è la sua risposta:

«Ho iniziato da poco a disegnare quello che sarà l'ultimo episodio della miniserie e quello che posso dire, dato che non ho ancora potuto leggere tutta la sceneggiatura, è che la storia di Cico è divertentissima da illustare. Lo stile di scrittura di Tito Faraci è molto brillante e con diversi livelli di lettura, come piace a me. I lettori più tradizionalisti saranno catturati dalle familiari disavventure del personaggio ma non mancano citazioni e letture fra le righe.
Lo stile che sto utilizzando per Cico tiene conto dell'apporto del colore che nel mio episodio ha un ruolo fondamental: ci saranno delle parti in bianco e nero, ma per un preciso motivo narrativo. In ogni caso metterò da parte ombre e tratteggi per sviluppare una “linea chiara bonelliana” che ha avuto anche illustri precedenti, come nelle tavole di Franco Donatelli.»

Studi di Walter Venturi su George Mac Leod

In questa miniserie torna spesso il concetto di “tempo”. Ecco come Moreno Burattini ricorda la genesi di questo progetto che rappresenta anche una assoluta novità per quanto riguarda i “tempi editoriali”:

 «Ho fatto pressioni per anni, praticamente in ogni riunione a cui sono stato ammesso, perché venisse proposta almeno una nuova storia di Cico, una tantum, dopo la chiusura della serie degli Speciali dedicati al pancione (27 episodi, di cui 19 scritti da me). Per lungo tempo non ho mai riscontrato alcuna apertura. Dal luglio del 2013, però, i Cico sono stati ripubblicati a colori dalle , tra l'altro su mio input: la serie è ancora in corso e sta giungendo felicemente a conclusione, segno che il divertimento dei lettori di un tempo è in grado di rinnovarsi. Con l'arrivo del nuovo direttore generale, Simone Airoldi, ho verificato una felice apertura verso nuove iniziative destinate a vivacizzare la gestione delle testate e dunque sono tornato alla carica giocando la carta Tito Faraci, il quale, parlando un giorno in redazione e ricordando in modo entusiastico la sua esperienza con due episodi cichiani della vecchia collana, si era detto disposto a scriverne ancora. Sono andato da Airoldi e da Michele Masiero, amici e professionisti con cui lavoro in ottima sintonia, sottolineando come il nome di Faraci fosse sinonimo di garanzia soprattutto in campo umoristico, genere in cui Tito eccelle. Mi sarei accontentato di poter mettere in cantiere un albo, ne ho ottenuti sei. Inoltre mi è stato proposto un formato diverso, di cui ho approfittato per realizzare, per la prima volta in casa Bonelli, una miniserie pronta in soli sei mesi. Airoldi ha chiesto infatti a tutti, fin dal suo insediamento, di accorciare i tempi di preparazione delle collane, dal momento dell'ideazione a quello della pubblicazione. I vari brainstorming con Faraci hanno permesso di mettere a punto un progetto molto ma molto divertente, affidato a disegnatori che a loro volta si divertono moltissimo nel realizzare gli episodi». (fonte: http://magazine.ubcfumetti.com)

Per chiudere mi sembra giusto ricordare Sergio Bonelli, il grande autore ed editore senza il quale non esisterebbero Zagor, Cico, e forse nemmeno una redazione in via Buonarroti. E con lui il mio ricordo va anche a Gallieno Ferri, l'inimitabile disegnatore che ha dato forma e sostanza alle avventure di Zagor e Cico.

Ringraziamo Luca Pozza per la gentile concessione di pubblicazione del suo articolo su Lo Spazio Bianco.

 

 

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