La Teoria dei Colori è un saggio scritto da Johann Wolfgang von Goethe nel 1810. Contrapponendosi alla teoria di Newton, secondo cui il colore non è una qualità dei corpi bensì della luce stessa, Goethe sosteneva che non è la luce a scaturire dai colori, bensì il contrario. I colori che vediamo in natura sono in effetti il risultato di un fenomeno fisico: la scomposizione della luce viene captata dall’occhio umano attraverso appositi recettori.
Ogni colore e’ costituito da tre componenti: tonalità, luminosità e saturazione. In arte si parla inoltre di due forme compositive del colore: l’armonia e il contrasto.
Ogni artista predilige una determinata gamma cromatica, che utilizza insieme ai contrasti di colore (o alle armonie) per scatenare determinate emozioni nei propri spettatori.
Prendendo spunto dai contenuti già presenti su questo portale, proverò ad evidenziare alcuni concetti propri della comunicazione visiva, approfondendo il tema del colore.
Cristiano Fighera, nel post del dicembre 2017 dedicato ai primi due volumi di Space Anabasis, scriveva
Valide ed efficaci le copertine di entrambe le uscite, opera di Diana Mercolini e Lorenzo Gubinelli, adatte sia come composizione che come presentazione del contenuto. Mentre, per quanto riguarda gli altri autori, il primo volume vede alle matite Alessandro Polelli, Lorenzo Gubinelli, Daniele Milano, Francesca Del Sere e Arianna Consonni, Valerio Alloro, Sara Giuntella, Niccolò Tallarico ai colori. Si sono invece occupati rispettivamente di disegni e colori del secondo Christian Polito, Matteo Leoni, Stefano Ripamonti, Valerio Alloro insieme a Arianna Consonni, Niccolò Tallarico, Sara Giuntella, Samantha Gallo, Valentina Taddeo.
Prendendo come esempio la copertina del secondo volume, possiamo apprezzare un bel contrasto tra colori complementari, con luminosità e saturazione medie, in cui giallo e viola predominano sul primo piano e lo sfondo, mentre rosso e verde identificano il piano intermedio.
Il contrasto tra complementari è basato sull’accostamento di colori complementari, che comprendono, puri o in mescolanza, tutti e tre i primari. Si definiscono complementari quando i loro pigmenti mescolati originano un grigio-nero neutro.
Per quanto contrari si richiamano reciprocamente, contrapposti raggiungono il massimo grado di luminosità, mescolati si annullano nel grigio.
Tenendo presenti pregi e difetti sopra elencati, vanno comunque menzionati Lorenzo Gubinelli e Matteo Leoni, capaci di distinguersi nel pur valido team di disegnatori; va menzionata l’attenzione data da tutti agli sfondi e alle ambientazioni, che tra alti e bassi mostrano comunque un impegno e una riuscita superiore alla media, e vanno citati i colori che riescono nella quasi totalità della storia ad arricchire gli eventi e a sottolineare atmosfere ed emozioni.
La legge dei complementari è alla base della composizione armonica, in quanto stabilisce un perfetto equilibrio visivo.
Simone Cilli, nel post dell’ottobre 2017 dedicato a Diario di un fantasma di Nicolas De Crecy scriveva:
La seconda parte dell’opera, segnata anche dal passaggio a uno stile grafico più ricco e dal colore seppiato, tipico del ricordo nei fumetti, è un racconto portato avanti dall’autore stesso, De Crécy, che incontra il suo bozzetto/protagonista sul volo aereo di ritorno dal Giappone.
Questa parte dell’opera si presta ad analizzare il contrasto di chiaro e scuro, che consiste nel contrapporre colori che esprimono diversi valori di luminosità, sia in relazione ai toni puri, sia alle loro mescolanze. Con il tratteggio o la densità delle macchie, Nicolas De Crecy ha potuto ottenere tutte le gradazioni di chiaro e scuro necessarie.
In pittura, citando Johannes Itten, il bianco e nero rappresentano l’estremo punto di contrasto chiaroscurale. Il nero e bianco sono polari da ogni punto di vista, ma fra di essi si sviluppa l’intera gamma di grigi e dei colori.
Michele Garofoli, nel post del maggio 2017 dedicato a Lo Scuotibare di Giovanni Masi, Giorgio Pontrelli, Sergio Algozzino per il ventunesimo Dylan Dog Color Fest, scriveva:
L’albo e i disegni sono ulteriormente rifiniti dalla grande prova ai colori di Sergio Algozzino che, utilizzando una palette cromatica dai pochi e spenti colori (su cui spicca il rosso acceso dei capelli di Alexandra), sembra voler richiamare la decadenza umorale dell’autunno e conferisce un accentuato senso di profondità e volume agli oggetti e ai personaggi.
Incredibile come le numerosissime ossa raffigurate nel corso dell’episodio (la seconda splash ne è un esempio) sembrano differenziarsi l’una dall’altra proprio grazie a questo lavoro certosino di colorazione.
In questa tavola in particolare, possiamo riconoscere un contrasto di simultaneità tra le tonalità più luminose di verde e azzurro e quelle a bassa saturazione di rosso e giallo.
Il contrasto di simultaneità è il fenomeno per cui il nostro occhio, sottoposto a un dato colore, in questo caso il verde, ne esige simultaneamente il complementare, cioè il rosso, e non ricevendolo se lo rappresenta da sé. I toni di rosso, arancio e giallo scelti da Sergio infatti, spiccano in modo particolare per compensare le cromie fredde.
Grazie ancora per i contenuti originali a Cristiano Fighera, Simone Cilli e Michele Garofoli. Complimenti a tutti i professionisti citati per la scelta e l’uso dei colori.